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Narrativa

La stanza di Massimo Acciai, Tecnostorie di Massimiliano Chiamenti, Il tempo sospeso di Maddalena Lonati, Camera 730 di Maddalena Lonati, Un altro giorno, un'altra mosca, per caso... di Enrico Pietrangeli, Sette racconti al futuro di Paolo Ragni, Il Piano di Daniele Profeti

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Elvira Balestracci, Caterina Bigazzi, Daniel Bosco, Miriam Cividalli Canarutto, Andrea Cantucci, Sonia Cincinelli, Rossana D'Angelo, Elisabetta Giancontieri, Renato Lonza, Manuela Palchetti, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua napoletana, esperanto ed inglese

Recensioni

Di amore e morte di Enrico Pietrangeli - recensione di Lidia Gargiulo
Seduti dalla parte del torto di Devil Buio - recensione di Simonetta De Bartolo
Tutta colpa della poesia di Dario De Lucia - recensione di Massimo Acciai

Interviste

Il ruolo del consulente letterario: Intervista a Marco Bazzato
di Massimo Acciai

Mercoledì - Né più né meno

 

di Paolo Ragni


Tayatsumi Yakamoto un giorno si alzerà da letto e dirà molto seriamente:
"Le persone soffrono. Non è giusto. Dovrò fare qualcosa per loro. Finché ci sarà un solo infelice sulla terra, io non potrò essere felice".
Tayatsumi ragionerà tra sé, molto convinto.
"Chissà dove avrò letto questa cosa. Certamente l'avrà detta qualche anarchico, o qualche cristiano, o qualcuno di loro due, qualche comunista, probabilmente".
Tayatsumi si attaccherà al telefono e comincerà a telefonare ai suoi amici.
Comincerà così:
"Nakata Yatama".
"Sì?!"
"Finché ci sarà un solo infelice sulla terra, io non potrò essere felice"
"Va bene".
"Allora mi aiuterai?"
"Ma certamente. Ma intanto fammi andare a dormire".
"Non potremo più dormire. Dovremo adoprarci sempre per la felicità".
"Sì, ma un'altra volta".
"Ma perché?"
"Sono le sei di mattina, è domenica, e stavo facendo all'amore. Per favore basta".
Yatama butterà giù il telefono. Tayatsumi riprenderà in mano la cornetta:
"Natokino Mafai".
"Chi è che mi vuole?"
"Tayatsumi. Ascolta! Non è giusto! Non è giusto!"
"Che cosa? Ma chi sei?
"Te l'ho detto. Sono Tayatsumi Yakamoto".
"Ma fammi dormire!"
Tayatsumi non si perderà d'animo, prenderà in mano l'agenda e penserà chi dovrà chiamare:
"Nafuri Kagasone… Natakio Fugone…Neremi Kazone…"
Gli amici e i conoscenti di Tayatsumi, infatti, inizieranno tutti con la N.
"Questo mondo non va bene, così, non va bene. Mi impegnerò sempre perché le cose cambino. Le cose dovranno cambiare. Così non si potrà più continuare. La gente dovrà smetterla di soffrire: nelle case, negli ospedali, nelle palestre e nelle scuole; nei luoghi di lavoro, oh, sì, nei luoghi di lavoro soprattutto, lì gli impiegati, gli operai, i contadini, tutti dovranno sentirsi a proprio agio. Non dovrà più esistere il dolore, il dolore su questa terra. No".
Tayatsumi attenderà le otto, le otto e mezzo. Avrà bisogno di riflettere, di capire perché l'umanità sarà arrivata a quel punto di dolore e quando arriverà a quel punto di felicità. La felicità non sarà mai troppa, così come i fiori nei campi o le rondini nei cieli. La felicità dovrà sbocciare perfino sui prati, le terrazze e dentro gli ospizi, a dieci anni come a novantacinque, tra gli uomini, le donne e le persone che non avranno sesso, dovrà essere cancellato il male nel mondo.
L'idea, così, lentamente, prenderà forma, e Tayatsumi si getterà a capofitto nell'impresa. Telefonerà a tutti i suoi amici con la N, manderà un'infinità di mail, si iscriverà a una grandissima quantità di mailing list, di forum, di newsletters, di tutto. Trascorrerà tutta la mattinata, il pomeriggio, la serata, perfino parte della notte in questa attività. Verso le due, infine, stremato, andrà a riposarsi.
"Oh! Quante cose belle farò! Sarò felice, e tutti saranno felici. Anzi, tutti saranno felici e io sarò felice. Non mi fermerò mai!"
Tayatsumi l'indomani dovrà andare a lavorare, in un ufficio dove aveva messo il naso circa duecentocinquanta volte l'anno. Tutto gli apparirà nuovo, il tesserino magnetico dell'entrata, il parcheggio, il viso dell'usciere che lo guarderà come sempre di sottecchi. Molte cose cambieranno, il colore del caffè, perfino il suo sapore, con o senza zucchero, il monitor, la tastiera, perfino il profumo che si metterà una collega, quella con tutti quei capelli ricci, Hiroshi Handa. Riconoscerà quel profumo tra tutti, andando in bagno, in auto, o perfino nella grandissima Piazza del Comune.
Intanto parlerà con tutti e sentirà se i suoi colleghi interverranno ad aiutarlo. Molti gli diranno di sì, molti altri di no, ma un po' tutti diranno un po' sì e un po' no. Ma le persone in ufficio non si dimostreranno felici, nemmeno felici di ascoltarlo. Quindi, evidentemente, Tayatsumi dovrà iniziare a fare felici loro, a domandare perché sono infelici, che cosa vorranno per essere felici, cosa mancherà loro, insomma.
"Mi dirai cosa ti manca?" chiederà Tayatsumi alla sua collega riccioluta, Hiroshi Handa "Me lo dirai?"
"Ma non ho niente che mi manca. Niente…"
"Hiroshi … non mi mentirai … non mi nasconderai niente?"
"Ma insomma!"
Trascorrerà così la giornata di lavoro, lavorerà ben poco e il suo capoufficio gli darà anzi molte occhiatacce. Al momento di andare via, il capoufficio lo chiamerà e gli chiederà che cosa gli sarà mai successo.
"Niente!" risponderà emozionato Tayatsumi, felice di potersi esprimere "Nel mondo c'è troppo dolore. Dovremo levare questo dolore. E anche quell'altro. E perfino quell'altro, quell'altro ancora…"
"Ma quali altri?"
"Oh, il mondo sarà pieno di dolori, un po' dappertutto, di infelicità, di persone che avranno bisogni insoddisfatti … noi non potremo essere felici fino a che ci sarà qualcuno che soffrirà. Ancor più se soffrirà inutilmente. Lo capirà anche lei, vero? È vero che lo capirà!"
Tayatsumi sarà congedato burberamente dal capoufficio, un vecchio funzionario, nato operaio specializzato e poi arrivato a fare il capoufficio in azienda.
Ma il giorno dopo non sarà la solita aria, perché il capoufficio lo chiamerà a metà mattina e gli dirà:
"Anche oggi farai come ieri? Parlerai sempre e non lavorerai mai?"
"Per certo qualcuno avrà bisogno di me. Avrà delle esigenze nascoste, latenti, inespresse. Io le tirerò fuori, le soddisfarò, leverò questo dolore dal cuore delle persone. Anche dal Suo cuore, certamente, anche Lei sarà infelice per qualche verso".
Il capoufficio non intenderà ragione, ma, amico come è sempre stato di Tayatsumi, gli consiglierà uno o due giorni di riposo.
Tayatsumi, naturalmente, ubbidirà. Sarà ubbidiente come sempre, però risponderà:
"Benissimo, se questo sarà il bene dell'azienda, dei lavoratori, Suo… Non sarà possibile che io faccia il male a qualcuno. Mai! Vorrò anzi sempre portare benessere, felicità, successo!"
Passeranno così strani giorni. Le mailing list, le newsletters, la posta inizierà a tempestare Tayatsumi, dai movimenti per la pace, alle associazioni no-profit, dalle organizzazioni di assistenza ai malati a quelli che si battono per i diritti civili - tutti entreranno in ogni modo nella vita di Tayatsumi. Al computer, tramite il postino, le scampanellate, il telefono, sarà un'invasione di gente che chiederà aiuto, che lo offrirà, che si presenterà per chiedere soldi, per regalare soldi.
Tayatsumi quella notte non dormirà, e nemmeno quella dopo. Tayatsumi disimparerà a dormire. Passerà varie notti senza chiudere occhio, rispondendo scatenato a tutte quelle lettere, aprendo alla porta dieci, venti, trenta volta al giorno, aggiornerà il computer di tutti i dati di tutti coloro che lavoreranno per la felicità. Ogni giorno che passerà, aumenterà il numero delle persone pronte a dare felicità ma anche in numero terribile quello delle persone bisognose di felicità:
"Associazione Kapuro, 30 iscritti per 2.500 casi di necessità…. Organizzazione Tumba, 150 iscritti per 8.500 casi … Ente Morale Gasone, 2.000 iscritti per 15.500 casi …"
Tutti questi casi gli daranno all'inizio un'ebbrezza spensierata, delicata, e precisa, come del resto nell'indole di Tayatsumi.
"Oh, 2.500 più 8.500 più 15.500… quante persone che potremo rendere felici! "
Poi, invece, questi casi diventeranno numeri spaventosi, giganteschi:
"Altri 27.000… altri 51.000… altri 8.250… altri 15.555…."
Questi numeri assumeranno dimensioni apocalittiche, mai previste, mai pensate prima:
"Ed io … non potrò essere felice prima di… prima di …."
Trascorreranno infine altre giornate, stupende le giornate di maggio, specie le mattine limpidissime, e le notti tiepide e profumate. Tayatsumi smetterà di lavorare, di aprire alla porta, di rispondere alle lettere:
"Altre 25.000 persone che hanno questa malattia… altri 150.000 bambini sottoposti a schiavitù… altri 280.000 profughi di guerra… altre 300.000 persone in fuga dai bombardamenti…"
Maggio sarà un mese meraviglioso, fatto di fiori, ragazze felici e balestrucci nei cieli, ma Tayatsumi si intristirà, visibilmente. Verranno i suoi colleghi a trovarlo, perfino il capoufficio gli annunzierà con profondo dispiacere l'attribuzione forzata di un mese di malattia senza retribuzione. Queste cose avverranno tutte, inarrestabili. Hiroshi Handa lo saluterà con lo sguardo perso nel vuoto, i suoi amici con la lettera N lo andranno a trovare un giorno sì e un giorno no, gli stringeranno la mano, gli prepareranno un brodino caldo e una zuppa di soia.
A niente tutto questo servirà.
Un brutto giorno Tayatsumi dirà che non potrà più vivere così, aspettando mille anni per essere felice. E magari più di mille anni, perché la felicità in questa terra non potrà esserci forse nemmeno allora. Non sarà possibile sradicare il male, né da soli né in compagnia. Dirà a tutti di volerla fare finita, o con il dolore, o con la felicità o con questa vita. Gli amici presenti lo soccorreranno, lo aiuteranno, chiameranno l'ambulanza e lo accompagneranno in ospedale. Quando i medici e gli infermieri gli domanderanno che cos'avrà, risponderà, molto semplicemente, che dal mondo non sarà mai levata l'infelicità.
"Stanotte dormirai" gli suggeriranno sottovoce "Dormirai una notte, un giorno, tre giorni a fila".
In realtà Tayatsumi avrà gli occhi sbarrati come chi non dorme mai, e si muoverà con le gambe, le braccia il collo e la testa come un giocattolo a pile, quei mostri snodabili, instancabilmente. Ma Tayatsumi, ubbidiente, farà tutto quel che gli diranno, si andrà a buttare sul letto, e a chi gli domanderà come sta risponderà:
"Qualche volta starò su… qualche volta giù… su… giù…" e alzerà le braccia.
Sì, su e giù, alzerà le braccia, guarderà in alto, verso le colline, al punto dove il sole tramonterà.
"Su… giù… su… giù…"
Parlerà così, su e giù, tra alti e bassi e poi la voce si farà sempre più fievole, quasi impercettibile. Gli occhi inizieranno a chiudersi, i "su…" e i "giù…." rallenteranno, la voce si spegnerà a tratti finché tacerà. Il respiro rallenterà anch'esso e prenderà un ritmo quasi normale, come di uno che dorme ma ha un sonno inquieto. Qualcuno gli tirerà su le lenzuola e lo starà per un po' a guardare, poi chiuderà una porta e se ne andrà altrove. Così andranno le cose, né più né meno, ma andranno.
 

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