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Narrativa

La stanza di Massimo Acciai, Tecnostorie di Massimiliano Chiamenti, Il tempo sospeso di Maddalena Lonati, Camera 730 di Maddalena Lonati, Un altro giorno, un'altra mosca, per caso... di Enrico Pietrangeli, Sette racconti al futuro di Paolo Ragni, Il Piano di Daniele Profeti

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Elvira Balestracci, Caterina Bigazzi, Daniel Bosco, Miriam Cividalli Canarutto, Andrea Cantucci, Sonia Cincinelli, Rossana D'Angelo, Elisabetta Giancontieri, Renato Lonza, Manuela Palchetti, Paolo Ragni, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua napoletana, esperanto ed inglese

Recensioni

Di amore e morte di Enrico Pietrangeli - recensione di Lidia Gargiulo
Seduti dalla parte del torto di Devil Buio - recensione di Simonetta De Bartolo
Tutta colpa della poesia di Dario De Lucia - recensione di Massimo Acciai

Interviste

Il ruolo del consulente letterario: Intervista a Marco Bazzato
di Massimo Acciai

Recensioni

 

In questo numero:

Di amore e morte di Enrico Pietrangeli - recensione di Lidia Gargiulo
Seduti dalla parte del torto di Devil Buio - recensione di Simonetta De Bartolo
Tutta colpa della poesia di Dario De Lucia - recensione di Massimo Acciai

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Enrico Pietrangeli, Di amore, di morte, Teseo Editore

Dei quattro elementi, la terra è quello che si sente di più nella poesia di Enrico Pietrangeli. Perché la terra? Perché i versi risuonano del suo camminare e dell’urto di scarpe coi sassi, dei calci che urtano i sassi e forse anche dei colpi dei sassi quando arrivano a colpire. Terra, è chiaro, non è la campagna di Virgilio ma la terra di città, il duro manto di asfalto sul quale si consumano i nostri passi. Semmai, se terra-terra c’è, è la terra che il guardiano del cimitero, nell’Amleto di Shakespeare, accumula intorno al cranio di Yorik. E qui ci illumina l’esergo. Sono due versi di Tristan Corbière poeta maledetto che nell’originale francese, grazie all’ambiguità di termini come noir, creux, vers , comunicano simultaneamente l’innocenza dell’idillio e il macabro disfacimento della morte; in traduzione italiana, invece, per rendere i due effetti bisogna tradurlo due volte (idillico: Lungo il ruscello ombroso i poeti pescano e il loro cranio profondo è la scatola da versi; macabro: Lungo il nero ruscello i poeti pescano e il loro cranio scavato è la scatola da vermi). Il fatto è che Pietrangeli conosce altri poeti, e coi poeti consacrati la convivenza è difficile: essi calamitano l’attenzione e le parole, si impongono alla nostra scrittura a dispetto della nostra esperienza, che chiede essa pure di diventare testo e parola.
Pietrangeli sembra impegnato proprio in questo confronto, grazie al quale la sua scrittura ha uno speciale fervore, come se cercasse un equilibrio fra il tributo ai modelli e l’espressione di un se stesso che tenta di definirsi, che lo fa dialettico nel dislettico (parole sue). Tra reminiscenze e citazioni più o meno programmate ecco apparire Poe, Beaudelaire, Corbière, Verlaine, Rimbaud, non solo in termini e immagini (verme, indolente noia, concime, imputridire, negri, porti), ma anche in atmosfere affini. Il titolo stesso, Di amore, di morte, è il risultato di un compromesso: Amore e morte, si sa, non solo è il titolo di un appassionato Canto leopardiano, ma è binomio che attraversa arte e letteratura dai primordi ai nostri giorni, passando per gli studi psicanalitici di Freud, che ci ha sistematicamente dimostrato come Eros e Tanatos siano le due pulsioni di base dell’esistenza. In questi versi Amore e Morte tornano in binomio ma si mettono di fianco, non come soggetto ma in un caso indiretto: Di amore, di morte, il che ha il doppio effetto di evocare il già noto e di dargli suono più nuovo.
Quelli di Pietrangeli sono versi irregolari nei quali si intravede non tanto la ricerca di armonia o di una qualsivoglia regola, quanto la volontà di dare consistenza all’esperienza presente e prendere le distanze dal passato, quasi a salvarsi dal doppio rischio di uno stantio ricordare o di annegare nell’oblio una parte di noi. Una scrittura così è, dunque, anche prova di digestione in corso, passaggio di ricordi attraverso le viscere. Ma intanto non si perde d’occhio il presente con Al futurismo digitale, Adrenalina, Carta Kodak, Serial tv, appunti più che sintesi e più che assaggi, già strutturati sebbene in attesa di più attento spessore. In attesa di altra vita; mai nuova, ma almeno rinnovata, si dice in Natale


Lidia Gargiulo

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Autore: Devil Buio
Titolo Libro: Seduti dalla parte del torto
Casa Editrice: Edizioni Clandestine
Anno Edizione: 2005
Codice ISBN: 88-89383-17-8
Pagine: 137
Prezzo: euro 9,00


La variegata quotidianità del vivere di una delle tante periferie del mondo, realisticamente rappresentata, assunta come scenario di una vicenda scopertamente e volutamente paradossale: un manipolo di cittadini di Borgoduro, in testa alcuni ex calciatori della Borgoduro United, si ribella, sedendosi “dalla parte del torto”, all’arroganza e allo strapotere degli United States of America. Intelligentemente e con perizia l’autore fonde i due piani del reale e dell’immaginario, alimentando, in un ben dosato crescendo, la curiosità e l’interesse del lettore, al quale è somministrata in piccole dosi, attraverso l’essenzialità dei giudizi della gente comune, una disamina quanto più possibile imparziale delle principali tappe dell’evoluzione storico-politico-culturale, sindacale e sociale dell’Italia dal dopoguerra ai giorni nostri e dei tanti aspetti negativi ad essa connessi, quali: trasformismi, affarismi, opportunismi, “L’opportunismo sta all’uomo come le carogne agli sciacalli”, accentramenti verticistici del potere, occultamenti di verità su paradisi comunisti, servilismo nei confronti dell’ormai unica superpotenza, ecc. E, nel resto del mondo? Arbitrarietà d’interventi armati degli USA, fiacchezza dell’ONU, calcoli economici anteposti alla difesa dei diritti umani (ad es. Caso Cina), incalcolabili danni prodotti dal liberismo, dal terrorismo e dal razzismo, ecc., gettano cupe ombre sui rapporti internazionali. In ideale contrapposizione, il ricordo dei sacrifici dei partigiani per la libertà e la democrazia, delle lotte operaie degli anni ’60, dello strappo da Mosca di Berlinguer, dell’opera “bella e mal gradita”, da tanti, di Mani Pulite, e, come momento operativo, nell’immaginario s’intende, la simpatica e paradigmatica rivolta di Borgoduro, guarda caso capeggiata da ex partigiani, ex antifascisti, ex anarchici, che, finalmente, “tirano fuori le palle”. Momento liberatorio, ma non trionfalistico per l’autore, che, attraverso un malcelato pessimismo, scevro da illusioni troppo facili, auspica un’ipostasi dei suoi, ma, in effetti, della stragrande maggioranza dell’umanità, desideri di un mondo diverso, di un ordine morale e civile, di un rinvigorimento della tensione ideale, di una riscoperta dell’onestà intellettuale, dell’autonomia di giudizio, basi indispensabili al dialogo e all’avvicinamento delle singole persone e delle Nazioni.
Un libro, ricco di simpatici bozzetti di vita paesana, di personaggi spontanei e veri, che si legge con interesse, che spinge il lettore, stanco da tempo delle sofisticate ed incomprensibili analisi di politologi, spesso prezzolati, ad interrogarsi, a riflettere sul passato e sul presente.
Un libro che ripropone l’originalità della struttura narrativa di Ucciderò Gianfranco Fini (Ed. Il Foglio, 2004), adottando, però, un linguaggio più sorvegliato e un umorismo meno pungente.

Simonetta De Bartolo
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“Tutta colpa della poesia”
di Dario De Lucia


Ideato, scritto e diretto da Dario De Lucia
Musiche di Paolo Convertito
Introduzione alle poesie: Alessandra Aggressore
Voce recitante: Dario De Lucia
Prodotto da Dario De Lucia
Official web site: www.progettodaem.it
Contatti: info@progettodaem.it 


Da un’idea del poeta napoletano Dario De Lucia, di cui i nostri lettori hanno potuto leggere diverse liriche (in napoletano ed italiano) sulle pagine di Segreti di Pulcinella, un elegante cofanetto comprendente un cd ed un libretto; l’idea ci è parsa interessante e meritevole di essere segnalata. Le undici poesie contenute nel supporto cartaceo e digitale sono tutte di altissimo livello, attingendo ad un autobiografismo carico di sentimento ma senza scadere nel rischio sempre presente del luogo comune, del banale. L’opera è soprattutto un omaggio del poeta stesso alla Poesia, come dichiara nell’introduzione, fedele compagna che sa portarlo “in strade che nessuno conosce” per fargli scoprire – a lui e ad i suoi lettori – “cose viste mai”, attraverso gli immancabili sacrifici che la scrittura, la parola, richiede a chi la usa a fini artistici. Con questo senso di scoperta, e di profondo rispetto, addentriamoci nel mondo poetico di questo giovane autore molto promettente.

Massimo Acciai

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