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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici, in una
lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i
più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua
napoletana,
esperanto ed
inglese
Recensioni
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Enrico Pietrangeli -
recensione di Lidia Gargiulo
Seduti dalla parte del torto di
Devil Buio -
recensione di Simonetta De Bartolo
Tutta colpa della poesia di
Dario De Lucia -
recensione di Massimo Acciai
Interviste
Il ruolo del consulente letterario:
Intervista a Marco Bazzato
di Massimo Acciai
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Un altro giorno, un’altra mosca,
per caso…
Era un’estate torrida, ma mai quanto quella
precedente; eppure, da quando alloggiavo presso la piccola Emily,
non avevo mai visto una quantità tale di agguerrite zanzare. Ve
n’erano ovunque, piccole ed impudenti, sempre pronte a ronzarti
addosso anche quando, inutilmente, nella rabbia di una morsa, si
scagliava, fulmineo, il palmo richiudendosi.
C’era una vasca con dei pesciolini rossi nel suo fiabesco
giardino, contornato, qua e là, di gnomi e folletti adombrati
tra la vegetazione. Da qualche mese Romeo e Giulietta, i due
pesciolini, avevano prole al seguito, ovvero il piccolo Ughetto.
Le condizioni ambientali dovevano, quantomeno per loro, essere
più che mai favorevoli. In quanto a cibo, non ne mancava di
certo. Larve di fresche e genuine zanzare abbondavano nello
sfavillante equilibrio di un ecosistema rigenerato con le sole
forze di madre natura.
Emily, proprio quel giorno, mi annunciava, con innocente gioia,
che degli stranissimi ed altrettanto sorprendenti funghi erano
cresciuti nella padella abbandonata ai bordi del lavello. Lo
schermo del computer che utilizzavo era sommerso di carte,
sovrapposte a libri, CD, chincaglieria e quant’altro in
possibili, inusuali sorprese. Il cattivo odore che si celava
oltre il gruppo di memoria fin avantieri, altro non era che del
salame casualmente occultato.
Il momento più critico era, comunque, il tramonto. Una sete di
sangue cresceva, smisurata ed improvvisa, in quei minuscoli ed
avidi insetti. Le livide piaghe dei raschiamenti susseguiti ai
salassi seguitavano, puntualmente, ad essere martoriate. Lo
schermo era lì, pronto a risplendere di luce propria col favore
delle tenebre. Lume nella notte contornato da una miriade
d’insetti. Ne avevo sempre osservati, fin da bambino, sotto i
lampioni, indaffarati a girovagarvi intorno; talvolta prede di
fuggevoli pipistrelli. Da Emily ne avevo un intero e variegato
sciame a pochi centimetri, probabilmente e mia insaputa, del
tutto presi dalla trama di quanto, versando tributi di sangue,
digitavo sulla tastiera. Sarà per il fatto che le notti insonni
risultino, spesso, troppo lunghe o, più semplicemente, per
qualche lacuna d’ispirazione, tra lo scorrere del ritmo della
tastiera, nell’ansia di una presunta solitudine o non so cosa
ma, soffermandomi sullo schermo, notavo, da qualche tempo, una
strana mosca. Pareva timida; si dava da fare meno delle altre,
voglio dire che non si agitava tanto nello svolazzare quanto,
metodica ed attenta, esplorava la barra strumenti di “Word”
riposta in alto. Sembrava avere uno straordinario rispetto e
considerazione per l’insolito ambiente che aveva intorno. Non si
spingeva mai, avventatamente, nelle aree più centrali del video.
Restava, perlopiù, nel suo bordo in alto e, di tanto in tanto,
faceva qualche capatina sul testo per poi, con un saltello,
ripiegare verso i suoi margini. Si lasciò andare del tutto,
percorrendo l’intero schermo con inaudita audacia e
disinvoltura, solo quando, tra un aggiornamento e l’altro del
mio sito, comparve la mia home page. Era rimasta fatalmente
attratta da un semplice script, che animava un’altra mosca a
video. Come si apriva il file in questione perdeva ogni remora e
si lasciava andare traversando, incrociando ed infine
attorniando il piccolo “GIF” in digitale. Emily era
inverosimilmente entusiasta di questa buffa storia e non perdeva
più occasione per sedersi al mio fianco invitandomi,
ripetutamente, ad aprire la pagina. Ne nacque una specie di
fiaba in “reality show”. Insomma, l’irrefrenabile fantasia di
Emily, ed io stesso complice, vide principi, principesse ed
eterni, sospirati amori prendere forma. Poi, la mamma di Emily,
fece ritorno in casa. Sbuffò, nauseata, per tutto quell’inferno
di depresso disordine. Chiuse ermeticamente porte e finestre.
Spruzzò quanto più insetticida possibile nell’ambiente e,
soddisfatta, commentò tra sé:
- Domani potrò finalmente tornare a pulire…- .
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