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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici, in una
lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i
più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua
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Seduti dalla parte del torto di
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Tutta colpa della poesia di
Dario De Lucia -
recensione di Massimo Acciai
Interviste
Il ruolo del consulente letterario:
Intervista a Marco Bazzato
di Massimo Acciai
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Giovedì - I fili elettrici
Faremo un lungo viaggio. Sì, un viaggio bellissimo, insieme, per
la prima volta da tanti anni. Sarà un viaggio che ci ricorderemo
per sempre.
Andremo in auto. La macchina sarà strapiena di ogni
cianfrusaglia, frigo portatile, sacchi a pelo, tendine parasole,
radiolina, libri, fumetti, albicocche. La strada sarà sgombra,
la mattina alle cinque faremo il pieno e inizieremo ad
attraversare le colline, le montagne, tutto quel che ci separa
dalle Grandi Pianure del Nord.
Le grandi pianure del Nord! La steppa, la puszta, le brughiere
ancora piene di nebbia alle prime luci dell'alba! con ci
spaventeremo certo per questo, attraverseremo il Fiume, e poi i
tanti affluenti che ci porteranno via. Sì, ci porteranno via.
Mi porterai via, io ti porterò via, e andremo lontano, lontano,
fino alle metà degli anni 2000, fino ai tempi in cui ci
conoscemmo, fino all'ultima pagina di un libro che compreremo a
un'edicola sul ciglio di una strada sbilenca. Leggeremo questo
libro viaggiando in autostrada, io guiderò e tu lo leggerai, tu
guiderai ed io lo leggerò.
Sarà così fino all'attraversamento delle ultime montagne, fino
ai pascoli erbosi, fino ai torrentelli gelidi. Questa strada
durerà certamente fino alla fine del mondo, e forse anche un po'
prima, quando ci fermeremo a riposare. Tireremo spesso il fiato,
nel nostro lungo viaggio, ci sdraieremo nelle piazzole degli
autogrill, nei pressi dei minimarket, lontano dai bagni e dagli
autolavaggi. Parcheggeremo la macchina all'ombra / in pieno
sole, vedremo dei cavalli in mezzo all'erba, aspetteremo che il
sole vada un po' più giù, che le ombre si facciano un po' più
lunghe, che alla radio cambino le stazioni in FM.
Vedremo la tv tascabile in auto, quando io guiderò la vedrai tu
e viceversa, sentiremo i risultati degli ultimi sondaggi
elettorali, passeranno i telegiornali svizzeri, bulgari ed
afgani, tutto questo viaggiando e viaggiando. Il viaggio sarà
questo, come lo scorrere da un canale all'altro, così come i
lampioni delle grandi circonvallazioni o i grandi ponti che
attraversano la Senna immersa nella nebbia. Anche come i
cipressi della campagna toscana, i laghetti alpini sempre
freddi, i boschi densissimi sloveni - i viaggi saranno fatti
così.
Così sarà quel viaggio, e molti altri, traverseremo frontiere,
faremo vedere passaporti, carte di identità. Terremo il
cellulare staccato, lo porteremo con noi nel k-way, nella
borsetta, nello zaino, perfino nella tasca dei pantaloni. I
giardini con l'erba verdissima, i prati intorno alle mura dei
castelli saranno i luoghi da ricordare.
Ci siederemo infine, stanchi, sopra i muretti delle chiesette di
campagna, a ridosso delle taverne dove si bevono l'uzo e la
birra doppio malto. Saliremo allora le altissime scalinate
bianche tappezzate di finestre celesti. Compreremo giornali in
lingua, vedremo le foto, impareremo ad ascoltare le radio
locali. Mangeremo le focacce, la frutta, i dolci pieni di
zibibbo, cannella e chantilly, tutto questo la mattina presto,
all'ora di pranzo, perfino a cena. A cena sgranocchieremo le
croccantelle al rosmarino, al cumino. Il sesamo ti piacerà di
più, ne porteremo a casa alcuni sacchetti, spargeranno per
l'inverno i profumo del mare.
A un certo punto arriverà pure il momento del ritorno. Dopo
sette-ottomila chilometri qualcosa pure cambierà, i colori
dell'arcobaleno, i riflessi del sole al tramonto, dei fiumi al
mattino presto, quando la gente dovrà ancora svegliarsi, andare
a lavoro.
Il giorno del ritorno sarà lieto, sarà lungo, non finirà mai
questo viaggio di ritorno, ci alterneremo come sempre alla
guida, e tutto quanto sembrerà come un nastro girato
all'indietro, come sfogliare un libro dall'ultima alla prima
pagina, come risalire il corso di un torrente o ascoltare una
sinfonia dall'ultimo movimento fino alla prima. Ascolteremo
molte cose così fatte, i rumori degli uccelli delle Alpi, i
salti delle trote dei laghi, i gridi dei gabbiani sulle
scogliere in riva al mare. Monteremo su grandi navi nel mare
grigio e piovoso, porteremo con noi l'automobile, attraverseremo
un ampio braccio di mare, un istmo, i periodi più belli della
nostra esistenza. La nostra esistenza sarà fatta così, a
periodi, sarà difficile distinguere quelli belli e da quelli
brutti, generalmente saranno tutti mischiati, arzigogolati, come
i fili elettrici o i cavetti degli auricolari. I momenti
migliori si distingueranno da quelli peggiori perché saranno gli
unici ad essere ricordati, così come il colore dei capelli veri
rispetto a quello schiarito dalla camomilla.
Il viaggio terminerà, al solito imbocco dell'autostrada, una
mattina, certamente molto presto. L'alba sarà serena dopo una
pioggerella fine e fresca durata tutta la notte. La notte non
durerà. Questa giornata si prospetterà silenziosa, ridente,
riaccenderemo presto il nostro cellulare. Le giornate migliori
saranno come questa, come il giorno di un addio o di un
ritrovamento. Ci ritroveremo davanti al benzinaio, all'edicola
dei giornali. I giornali migliori saranno quelli di domani.
Domani sarà un'altra giornata di viaggi. I viaggi migliori
saranno come questi.
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