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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi narrativi inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Io confesso di Pietro
Rainero, La befana vien di
notte di Pietro Rainero,
Oltre la sbarra di
Giuseppe Budetta
Poesia in lingua inventata
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Oltre la sbarra
Giuseppe C. Budetta
Una voce mi avvisava con
autorità, come un annuncio dall'altoparlante nelle
stazioni dei treni:
"Questo è quasi un sogno."
Un improvviso fragore si diffuse ovunque. Non molto
distante da sopra la mia testa disperata per altro,
un elicottero da guerra statunitense (lo si capiva
dalle insegne) scese in picchiata, sollevando
terriccio e sassolini che schizzarono dovunque. Mi
riparai la bidimensionale faccia col braccio.
Dall'elicottero, partirono dei colpi di mitra qua e
là, senza colpirmi. Già, se uno dei proiettili mi
avesse trapassato che sarebbe accaduto? Ero una
semplice figura onirica, trasparente alquanto. Che
poteva accadermi di più? L'elicottero che vidi
trattarsi di un Cobra da combattimento, di quelli
usati dagli USA nel conflitto iracheno degli anni
Novanta del Novecento, virò verso una livida
striscia di orizzonte, al di sopra di tozzi e brulli
cocuzzoli, scomparendo alla fine. Il fragore andò
via via attenuandosi, fino a che prevalse l'eterno
silenzio di prima. C'era un prima ed un poi?
Un uomo sul metro e novanta, un vero marine compreso
la divisa con elmetto da battaglia, armato di tutto
punto, mi avvertiva in inglese (lingua che da
sveglio conosco) di fare attenzione perché a pochi
chilometri c'era un posto di blocco e se non mi
trovavano tutto in regola, non l'avrei passata
liscia. Feci cenno di sì e il soldato coi gradi di
caporal maggiore, si ecclissò dentro una delle tante
forre che segnavano dall'alto in basso le desolate
alture. Tra me e me dissi:
"Che significa tutto questo?"
Quasi intuendo ciò che mi chiedevo, un omino ben
vestito, con giacca e cravatta, la barba rasata e i
capelli a posto anche se radi, spuntò dall'interno
di una delle tante grotte e spiegò:
"Qui, c'è l'eco della terra e dei suoi eterni
conflitti. Dicono che truppe congiunte arabe stiano
invadendo la parte sud della Sicilia, intenzionate a
conquistare Roma."
Di rimando: "E gli USA? E gli altri Paesi europei?"
"Se ne fottono."
"Mi fa piacere…prima o poi, toccherà anche a loro."
"Il soldato che poco prima ti ha parlato è del terzo
battaglione di fanteria USA e combatte la guerriglia
contro gl'iracheni, fedeli al vecchio regime,
alleatosi, in queste lande desolate con l'ISIS.
Attenzione, che se uno dell'ISIS ti vede, ti annulla
all'istante."
"In che senso, scusa?"
"Ti fa a pezzi con la sua arma, ultimo modello."
"Quale arma?"
"Si tratta di strani congegni che generano onde
elettro-magnetiche. Pistole speciali che formano
intensi campi elettromagnetici e che assorbono per
breve raggio, il campo bidimensionale in cui
ciascuno di noi si muove e vive questa residuale
esistenza. Caro mio, non lo sapevi? Siamo come i
pesci in una brocca di vetro. Ci muoviamo
all'interno di uno speciale campo bidimensionale.
Chiamalo sogno, chiamalo aldilà, il risultato è lo
stesso. Se la brocca si rompe, chi ci sta dentro,
scompare per sempre."
"Che bella cosa."
Ridendo per il mio sconforto, l'omino che poteva
essere stato di mezza età al momento del trapasso in
quella specie di aldilà, mi aveva consegnato un
fogliettino colorato. Mi aveva detto:
"E' un invito. Stasera, alle venti del nostro orario
ultraterreno, c'è in piazza una conferenza sulla
sanità in Toscana. Parlerà l'assessore regionale
alla sanità."
Mi venne spontanea la domanda, anche se depresso al
massimo:
"E io che c'entro? Anzi, che c'entriamo noi con la
sanità toscana?"
"Tanto per distrarsi un poco. Tanto, le cose vanno
per loro conto. Come sempre."
"E' come quando seguivamo queste cose della politica
per tivù da vivi, sulla terra."
"Vedo che hai capito. L'assessore parla, riferisce
cose che più non ci riguardano e noi facciamo finta
di ascoltarlo con interesse. Comunque, qualcuno
ancora in vita sulla terra che c'interessa, per
esempio un figlio, la moglie rimasta vedova…più o
meno tutti ce l'abbiamo e quindi, un certo interesse
ce l'abbiamo. Poi, siamo stati di carne ed ossa e
quindi, non del tutto estranei agli eventi terreni.
Uno si distrae, ricordandosi del vero mondo, quello
tridimensionale."
Avevo riposto nella bidimensionale tasca il
bigliettino dell'invito. Gli avevo detto grazie e
lui di conseguenza si era ecclissato nella
rispettiva grotta, come un mollusco sotto il
rispettivo scoglio. Gli gridai, sperando che
riemergesse dall'antro e mi fornisse altre
spiegazioni. Dovevo capire. Le sorprese anche
nell'aldilà problematico non mancavano:
"Il Giudizio Finale di Giotto che sulla Terra ho da
poco ammirato dov'è finito?"
Nessuno rispose. Gridai più forte:
"Se uno è stato buono o stronzo, è la stessa cosa?
Nessuno è qui preposto per il giudizio estremo,
quello che una volta emesso è intangibile?"
Rispose la voce di un grande saggio, tipo Socrate o
Platone, o Aristotele, o tutti e tre fusi insieme.
Da dietro una rupe, dunque disse:
"Ascolta, sono un saggio e ti dico che l'eternità va
ripetuta, le generazioni cambiano, gl'individui sono
transeunti e nulla si ferma, persino l'eternità. Non
c'è un Giudizio Finale definitivo: qui tutto è
opinabile e passeggero, anche se nell'apparenza
nulla si muove e muta."
Da un grottino propinquo, una nuova vocina emerse
con un'unica, ma assai efficace parola, non so se
diretta a me o al saggio:
"Non rompete."
Subito dopo la mia meraviglia, risposi con fermezza,
come a sparare nel buio:
"Calma."
Una nuova voce tossicchiando gridò:
"Le cose che tu dici in questo posto non contano
più."
Venne avanti un altro omino, alquanto depresso in
faccia, sbucato da una delle tante forre in semibuio
permanente. Vestiva con pantaloni di lana
grigio-chiaro, giacca a due bottoni, aperta sulla
pancia debordante e a quanto vidi, scarpe nere e ben
lucidate a mano. Mi disse, ragguagliandomi alquanto:
"Vedi? non andare da quella parte."
Col dito m'indicò delle basse alture verso est.
Disse: "Lì c'è lo sbarramento."
"Che sbarramento. Anche qui ci sono i confini."
L'omino fece un fischio e con la mano pendula come
un orologio a muro fece intendere di sì, e come!
Disse: Da quelle parti, c'è la sbarra. Può
oltrepassarla chi in terra ebbe un reddito medio di
un milione di euro all'anno."
"E gli altri?"
"Vanno girovagando come te, o s'infilano in una
forra e lì rimangono come me."
"Che c'è oltre lo sbarramento?"
L'omino disse chiaro e tondo: "Il paradiso."
Nel sogno mi sembrò di non aver udito bene: "Che?"
"Oltre lo sbarramento, c'è il paradiso, ma solo per
chi superava un dato reddito da vivo. Oltre la
sbarra, ci sono belle donne, divertimenti, spiagge
deserte, bungalow, yacht, casinò."
Mi misi a ridere: "Donne? E che ci fanno con le
donne?"
Risposta pronta: "Ci convivono."
"Come?"
"Lì, ma solo nel paradiso, c'è la tridimensionalità.
Qui no."
"Incredibile."
"O.K?"
"Suppongo che questo è l'inferno."
"Logico."
"E il purgatorio?"
"Non c'è una netta linea di demarcazione purgatorio
- inferno."
L'omino si scocciava, disse ciao e sparì nella sua
forra più sconsolato di prima.
Ci fu il silenzio assoluto, come quando non si muove
una foglia. Nessuno più si udiva, né su quella
specie di suolo grigiastro, né nel livido cielo.
L'elicottero da guerra volato via, oltre la catena
quasi regolare di calve colline, appena schiarite da
un lucore verdognolo e statico.
La voce di prima mi avvertiva: "Ora svegliati."
Sbadigliando, aprii gli occhi. Mi ricordavo dello
strano sogno che a dire il vero, sembrava più una
visione, un breve trapasso in una angosciosa nuova
dimensione.
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