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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi narrativi inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Io confesso di Pietro
Rainero, La befana vien di
notte di Pietro Rainero,
Oltre la sbarra di
Giuseppe Budetta
Poesia in lingua inventata
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Intervista a Vessela Lulova
Tzalova
Vessela Lulova Tzalova,
scrittrice, traduttrice, moglie di
Marco Bazzato, vive col
marito scrittore, con cui collabora a livello
artistico e lavorativo, in Bulgaria. Ho avuto il
piacere di scrivere la prefazione ad un suo libro ed
incontrarla insieme a Marco durante un mio recente
viaggio a Plovdiv. L'intervista è avvenuta però
tramite mail dall'Italia alla Bulgaria.
1. Cara Vessela, sei una scrittrice e poetessa
con all'attivo alcune pubblicazioni, e sei anche
giornalista e direttrice di un'agenzia letteraria:
in questa sede però ci occuperemo della tua attività
di traduttrice. La traduzione è un tema che mi ha
sempre affascinato: ho tradotto anch'io un libro
dall'esperanto all'italiano (edito da Edistudio) ed
ho sperimentato di persona che si tratta di un
lavoro tutt'altro che semplice. Cominciamo
dall'inizio, dai tuoi studi di italiano. Come e
quando ti sei approcciata a questa lingua così
distante dalla tua lingua madre, il bulgaro?
Studiandolo, in quanto per me lo studio è sempre
stato un amore. Perché prima degli studi legati alla
lingua italiana mi sono laureata all'Università di
San Clemente a Sofia in pedagogia e successivamente
in giornalismo, e per entrambi le lauree ho
conseguito i relativi master. Quindi, l'unico modo
per apprendere una lingua è studiarla in modo
approfondito - dizionari, testi universitari, opere
lette in lingua originale, ore e ore passate a
imparare verbi, trascrivere frasi, crearne di nuove
e tutto il corollario che ne consegue in quanto ho
sempre amato la lingua e la cultura italiana, fin da
quando, da giornalista, mi occupavo di cultura e
letteratura, perciò il mio legame con l'Italia e la
lingua di Dante è sempre stato un po' particolare.
Alla fine, come nuovo punto di partenza c'è stata la
Certificazione Plida livello C2, del Comitato Dante
Alighieri, dell'Università La Sapienza di Roma e
Ministero degli Affari Esteri d'Italia.
2. Quando e come è iniziato il tuo lavoro di
traduttrice?
È iniziato quasi quindici anni fa, traducendo
all'inizio una poesia piccola. Poi sono giunti gli
articoli di pubblicistica e in seguito un libro di
poesie, seguito da una raccolta di poemi e
successivamente un romanzo. Da lì in poi sono giunte
proposte, all'inizio da editori minori, fino ai
grandi nomi dell'editoria bulgara, e modestamente
posso dire che al mio attivo ho più di trentacinque
volumi, tra poesia, prosa d'arte, pubblicistica e
saggistica.
3. Hai tradotto dal bulgaro all'italiano e
viceversa dall'italiano al bulgaro: facendo un
confronto tra queste due traduzioni, quali
difficoltà o vantaggi comportano l'una rispetto
all'altra?
Chiaramente da bulgara mi è più facile tradurre
dall'italiano alla mia madre lingua. È sempre
difficile fare dei raffronti, è un lavoro assai
complesso, ma per sintetizzare, è vero che in alcuni
punti le lingue, con tutte le differenze del caso,
si toccano, ma è anche vero che, il bulgaro essendo
una lingua non romanza, in molti altri è in diretta
antitesi con la lingua italiana. La vera traduzione
di prosa d'arte sta nel saper fare, come dicono i
francesi, il trait d'union dalla lingua di partenza
a quella di arrivo.
4. Hai tradotto molti classici moderni italiani
in bulgaro: hai conosciuto di persona i rispettivi
autori? Che tipo di rapporto hai avuto con loro?
Sì, alcuni ho avuto l'onore di conoscerli di
persona, anche se a volte è più interessante toccare
l'arte che non l'artista. Altri invece sono stati
dei grandi signori, nobili di cuore, e persino
alcuni mi hanno inviato una loro opera con dedica e
autografo.
Chiaramente uno tra tutti, tra i classici moderni
che non posso non menzionare è il Maestro Andrea
Camilleri, che da poco ha festeggiato i novant'anni.
Ho avuto l'onore, grazie a Gheorghi Alexandrov della
casa editrice Knigopis, di tradurre otto romanzi del
Commissario Montalbano, ove, tramite la segretaria
del Maestro, Valentina Alfierj, ho ricevuto tutto il
sostegno che una traduttrice può ricevere.
Con altri scrittori ci sono stati scambi di mail,
per avere la certezza in alcuni punti controversi,
non esistendo libri perfetti o esenti da errori o
che possono dare adito a male interpretazioni, i
quali hanno fatto si che tutto scorresse
fluidamente.
5. Parliamo degli autori bulgari: purtroppo non è
stato tradotto molto in Italia della letteratura
bulgara…
Vero, rispetto ad autori di altri Paesi, il
confronto è impari. La letteratura bulgara è
confinata entro una nicchia di mercato, soprattutto
se non si hanno gli agganci giusti. In ogni caso, se
guardiamo le uscite principali di questi ultimi anni
non possiamo non menzionare Zdravka Evtimova, con
Sinfonia, uscito quest'anno; Guergana Radeva con
Rosa Canina. Essenze e spine dell'eros; Alek Popov,
con I cani volano basso e Gheorghi Gospodinov,
attualmente lo scrittore bulgaro più in voga sia in
patria che all'estero, con La fisica della
malinconia. Ma voglio certamente aggiungere che
alcuni dei nostri classici sono stati tradotti in
italiano, come il Patriarca della letteratura
bulgara, Ivan Vazov, gli straordinari poeti Dimcio
Debelianov, Pencho Slaveikov, Damian Damianov,
Hristo Smirnenski, Atanas Dalcev, e gli scrittori:
Jordan Radichkov, Emilian Stanev, Aleko Konstantinov,
Victor Baruch, Assen Marcevski e altri. Come
possiamo notare gli autori bulgari pubblicati sono
da considerarsi inferiori persino alle percentuali
omeopatiche. Questo non per la mancanza di ottimi
scrittori in Bulgaria, ma perché il mondo
dell'editoria, a parte casi rarissimi, guarda con
occhio pregiudizievole al mio Paese.
6. Mediamente quanto tempo ti occupa tradurre un
libro?
Dipende dall'autore e dal genere e soprattutto
dal numero di pagine. In ogni caso, come liberi
professionisti, siamo vincolati a contratti con dei
tempi da rispettare. Mediamente un editore concede
novanta giorni, quando si è fortunati. Questo
significa lavorare con "ritmi militari", in quanto,
sovente per rispettare i tempi, non esistono né
sabati e né domeniche.
7. C'è un libro, tra quelli che hai tradotto, a
cui sei particolarmente legata?
I Montalbano di Andrea Camilleri, perché è uno
scrittore che amavo già prima di tradurre i suoi
romanzi e la Casta di Rizzo e Stella, in quanto
essendo anche giornalista, mi ha permesso di
conoscere in profondità le contraddizioni di una
parte dell'Italia, assai differente rispetto a
quella comunemente conosciuta all'estero.
8. Che consigli ti sentiresti di dare ad un
aspirante traduttore agli esordi?
Sapere che nella lingua di partenza, così come
in quella di arrivo, non si è mai finito di
imparare. Amare la letteratura, leggere senza
pregiudizi di sorta. Poi, quando si traduce,
ricercare, ricercare e ancora ricercare, partendo
dal presupposto che è meglio avere il dubbio di non
sapere e quindi approfondire, piuttosto che avere la
supponenza di credere di sapere, peccando di
superbia. Il lavoro di traduzione è soprattutto un
lavoro di umiltà e pazienza.
9. A cosa stai lavorando attualmente?
Poco tempo fa è uscito "La figlia del Papa" di
Dario Fo. E da poco ho consegnato ad un editore la
traduzione di un romanzo noir, ora sto traducendo un
romanzo, ambientato nella Venezia del 1300.
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