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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi narrativi inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Io confesso di Pietro
Rainero, La befana vien di
notte di Pietro Rainero,
Oltre la sbarra di
Giuseppe Budetta
Poesia in lingua inventata
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Un viaggio narrativo-musicale con
Giuseppe Festa e i Lingalad
Non è certo la prima volta che un album musicale
s'ispiri ad una o più opere di narrativa; più raro è
il caso che tra i compositori di musica e testi ci
sia lo stesso autore dei romanzi. Se costui si
chiama Giuseppe Festa e costoro si chiamano Lingalad,
l'album di cui stiamo parlando non può che essere
"Confini armonici", uscito quest'anno fresco fresco
per la Lizard Records.
Il nome "Lingalad" non suonerà nuovo ai nostri
lettori più fedeli: infatti sono i protagonisti
dell'intervista
che ho dedicato loro nel 2004. Allora avevamo
parlato soprattutto del loro album di esordio, "Voci
dalla Terra di Mezzo", ispirato - come suggerisce il
titolo - all'opera di Tolkien. Le tematiche legate
alla natura percorrono tutta la carriera del gruppo
folk e dei due romanzi di Giuseppe Festa, "Il
passaggio dell'orso" (Salani, 2013) e "L'ombra del
gattopardo" (Salani, 2014). Proprio quest'ultimo ho
avuto il piacere di leggere, dono dello stesso
autore che me lo ha spedito insieme ad una copia di
"Confini armonici": ho così avuto l'occasione di
leggere e ascoltare negli stessi giorni libro e cd,
addentrandomi in un viaggio narrativo-musicale
entusiasmante che mi ha trasportato nel Parco
Nazionale d'Abruzzo. Festa conosce bene il parco,
avendoci lavorato come volontario, come alcuni
personaggi dei suoi libri (non a caso Giuseppe,
bergamasco, si occupa di educazione ambientale ed è
laureato in Scienze Naturali): l'amore per la
natura, per gli alberi, per il bosco ed i suoi
abitanti - siano essi orsi, volpi, o il mitico
"gattopardo", "lupo cerviero" o "jattone" - traspare
nelle pagine del libro e nei testi delle canzoni.
L'uomo cerca di strappare alla natura i suoi
segreti, come fa il guardaparco Sandro Di Ianni e i
suoi colleghi, aiutati da alcuni ragazzi volontari,
ma alla fine "amare la natura significa anche saper
rispettare i suoi segreti", come conclude lo stesso
Sandro.
La storia si configura come una sorta di giallo
ecologista: prende le mosse da alcune truculente
uccisioni di animali, attribuite a questo strano e
sfuggente animale che sembra appartenere più alla
criptozoologia che alla realtà. Le indagini portano
ad una soluzione imprevista che non voglio
ovviamente spoilare. Dico solo che la narrazione
procede scorrevole ed avvincente, tra i boschi
abruzzesi e la lontana Finlandia, rivelando una
profonda conoscenza dell'ambientazione e del lavoro
dei guardiani dei parchi.
Veniamo adesso al cd. Iniziamo dalla copertina,
elemento che mi ha subito incuriosito. Si vede una
sorta di microfono formato da tronchi legati insieme
insieme al riccio di una castagna. Nelle foto
interne sono raffigurati i componenti del gruppo che
suonano strani strumenti formati da tronchi
tagliati, pigne ed altre cose raccolte nel bosco.
Un'idea originale che ben si adatta alle tematiche e
alle atmosfere silvestri del disco. I testi
riprendono momenti dei due romanzi di Giuseppe: i
personaggi citati nelle canzoni sono familiari a chi
li ha letti (il fotografo naturalista finlandese Aku,
Maria, la ragazza volontaria dall'animo poetico…).
Il viaggio si interrompe qui, per il momento, con la
speranza che Giuseppe e i suoi colleghi Lingalad ci
regalino in futuro altre stupende opere dedicate
alla magia senza tempo dei boschi.
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