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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Francesco
Felici, Maria Pia
Moschini, Julianna
Vas-Szegedi
Teatro
La
favola dello spettacolo di Liliana Ugolini
intervista
di Massimo Acciai
Aforismi
Saggi
José María Eguren di
Enrico Pietrangeli
Scritture minimali, scrittori metropolitani
di Caterina Rocchi
Recensioni
Interviste
Intervista ad Antonio
Sofia (autore di "Non ti chiederò niente" e
"Marta")
di Massimo Acciai
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" Vuoi portare fuori il cane? "
Spesso non rispondo alla voce assonnata che mi fa questa
domanda…Lo so qual è il mio rito mattutino. Col cane al
guinzaglio attraverso di corsa la strada già caotica anche a
quell'ora e ignorando il cartello che dice - DIVIETO DI ACCESSO
AGLI ESTRANEI - attraverso il cancello che porta al piazzale
della Ferrovia.
Mi dirigo a sinistra, là c'è uno spazio con quattro binari morti
ed un capannone dello scalo merci quasi tutto diroccato. Questo
posto è praticamente abbandonato, non ci trovo mai nessuno.
Cammino per una stradina sterrata lunga cinquecento passi. Un
giorno mi sono divertita a contarli.
Attraverso rottami di ferro, pali della luce arrugginiti, e la
discarica personale di una famiglia di extra-comunitari che
abitava in un container vuoto. Sono stati trasferiti perché il
container ha preso fuoco.
C'è rimasto il loro gatto. Una bestia dal pelo rosso che se ne
sta sempre immobile quasi rassegnato al suo destino. Né cane né
gatto comunicano, si ignorano a vicenda.
Arrivo sempre in fondo fino al capannone poi torno indietro.
Nell'ultimo binario morto c'è una carrozza letto di prima
classe.
Finestrini rotti, sportelli aperti, cartacce e sacchetti, abiti
e scarpe ammucchiate, indicano che qualcuno la adopera per
temporaneo rifugio o per ben altri festini notturni. E allora la
mattina trovo siringhe abbandonate qua e là tra l'erba.
Di erbacce ce ne sono parecchie, ma io le conosco quasi tutte -
la mia passione per la botanica docet - e vedo come riescono a
colonizzare qualsiasi zolla di terra.
Non mi piace quel posto: ci vado sempre di fretta perché mi
mette uno sconforto addosso !
Stamani, durante la passeggiata, il mio sguardo vaga. Il cane mi
trotterella a fianco. Verso la fine della strada gli tolgo il
guinzaglio e lui gode di quella ritrovata libertà.
Annusa dappertutto, fa delle corsettine oppure all'improvviso si
blocca e si mette in posizione. Il suo assopito istinto di
cacciatore si risveglia e gli suggerisce di puntare uno
spelacchiato piccione che non ha per niente voglia di volare.
Oggi sono un po' nervosa, ho voglia di andar via, mi volto per
chiamarlo e ……… non credo ai miei occhi. Sopra una zolla appena
illuminata dal sole, tra le foglie verdi, ci sono due viole
mammole.
I petali ancora umidi di rugiada mandano una luce che è di una
bellezza incomparabile in mezzo a tutto quello squallore.
Con il cane accanto m'incammino lentamente, ho i pensieri
confusi. Ma ecco la parola.
" Redenzione - ci aveva detto chiaramente il professore durante
la nostra ultima lezione - intesa in senso laico, come riscatto,
ricompensa dopo le sofferenze ".
E allora? Possibile che anche quella piccola discarica tra i
binari morti della ferrovia abbia avuto la sua redenzione?
" Va tutto bene " rispondo distratta alla solita voce che mi
pone le solite domande.
" Per oggi il cane è a posto " .
Il mio pensiero è lontano da qui. Ancora vicino a quei due punti
di lucido viola….
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