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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Francesco
Felici, Maria Pia
Moschini, Julianna
Vas-Szegedi
Teatro
La
favola dello spettacolo di Liliana Ugolini
intervista
di Massimo Acciai
Aforismi
Saggi
José María Eguren di
Enrico Pietrangeli
Scritture minimali, scrittori metropolitani
di Caterina Rocchi
Recensioni
Interviste
Intervista ad Antonio
Sofia (autore di "Non ti chiederò niente" e
"Marta")
di Massimo Acciai
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Lingue morte parlate da lingue viventi
cavalcano i venti tra mura ed arcate
cadenti e lordate da osceni elementi,
figure indecenti con gusto tracciate
da lingue affamate di vizi violenti.
Una lingua forcuta ferisce
fino al sangue la languida carne
che sta sotto la cute e che copre
poche ossute residue speranze
che la vita non sia senza senso
ed il canto più forte del tempo
limitato entro cui finirà.
Lingue mute imploranti clemenza
fanno a turno una flebile danza
tutt'attorno al delirio che avanza,
con il sangue che preme di già.
E' la vita che sorge dal nulla,
è la fiamma che cresce dal basso,
non c'è altro che furia e letargo,
non c'è torre che non crollerà.
Una lingua di fuoco
una lingua di drago
una lingua di fragilità,
si consumano in coro
consumano invano
ogni cuore che si formerà
tra i rumori interiori che sento,
come un grido sfogandosi immenso
diverrebbe in un solo momento
per poi spegnersi d'intensità.
Sono il mio canto e canto un incontro
tra il mio passato e il presente che affronto.
Canto il futuro che nasce dal vento,
quando è percorso dall'eco del canto.
Sono rinchiuso all'interno,
mio prigioniero e non sento
altro che un libero istinto
che mi disperde nel tempo.
Vago tra il sonno e la vita,
vago tra i sogni e la morte,
quattro confini del mondo
in cui si divide ogni evento.
Cerco tremando un'uscita,
cerco vibrando una porta
lungo un sentiero profondo
da cui un respiro mi spinga,
come un pensiero, nell'aria.
Sento che avviene lo scontro
di un ponte di carne che danza
col suono che esce e che entra
e l'ansia di unirmi a chi ascolta
le porte d'avorio spalanca.
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