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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Francesco
Felici, Maria Pia
Moschini, Julianna
Vas-Szegedi
Caffe' Letterario Musicale
La musica abbraccia la poesia
rubrica a cura di Paolo
Filippi
Teatro
La
favola dello spettacolo di Liliana Ugolini
intervista
di Massimo Acciai
Aforismi
Saggi
José María Eguren di
Enrico Pietrangeli
Scritture minimali, scrittori metropolitani
di Caterina Rocchi
Recensioni
Interviste
Intervista ad Antonio
Sofia (autore di "Non ti chiederò niente" e
"Marta")
di Massimo Acciai
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In questo numero...
- Marta di
Antonio Sofia, recensione di Massimo Acciai
- Disorder di
Gianfranco Franchi
- Comunque bella
di Marco Boscaro, recensione di Marco
Bazzato
- Il fantastico mondo
dei sogni di Sabina Rellini,
recensione di Enrico Pietrangeli
- C'è una spina che
mi buca la vita di Sonia Cincinelli
- C'era una volta un
computer di Gianluigi Zuddas,
recensione di Massimo Acciai
- Tra le mura di un
caffè di Pino Di Feo e Florinda Licari,
recensione di Maddalena Lonati
- Soluzione finale di Andrea Novelli e
Gianpaolo Zarini, recensione di Maddalena Lonati
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Comunque Bella, Marco Boscaro
Marco Boscaro presenta il suo primo Romanzo: Comunque Bella.
L'autore ha presentato il suo primo libro presso il "Café Liuvrè"
(www.cafeaulivre.it)
di Padova Venerdì 20 Ottobre 2006. La serata, complice anche
l'atmosfera intima del locale che ha ospitato l'evento era calda
e accogliente, e il pubblico presente ha apprezzato e
partecipato con vivacità all'evento. Un ringraziamento
particolare va alla Prof. Paola Pace che ha curato la
presentazione iniziale. Ho avuto anch'io l'onore di presentare
l'autore dove a seguito riporto il mio intervento svolto.
E' difficile al giorno d'oggi prendere carta, penna, oppure,
come tutti ormai siamo abituati a fare, accendere il Pc
raccogliere idee, iniziare a scrivere, rendere una storia che
parte forse dai ricordi antichi della mente, farla diventare
viva tramite la parola scritta. Marco Boscaro ci e' riuscito. La
sua prima prova, il suo primo romanzo "Comunque Bella" ha in se
la freschezza del debuttante, il coraggio di colui che incurante
dei penseieri altrui si getta nella mischia, ben conscio della
forza che tutto cio' necessita.
"Comunque bella" e' una storia semplice, ma e' proprio questa
sua semplicita' che fa si che le parole scorrano veloci, che i
gesti, gli atteggiamenti dei personaggi non siano stereotipati,
e anche se alla prima lettura si ha l'impressione di trovarsi
innanzi ad uno scritto che ondeggia tra il naif e il bohem,
scendendo in profondita';. ritroviamo tutti gli usi, i costumi,
i piccoli gesti quotidiani narrati con la parlata tipica
dell'Italiano cresciuto all'ombra realta' Veneta. Le parole, gli
atteggiamenti, i luoghi, le situazioni espresse, raccontano di
un universo semplice, ma non per questo meno ricco e variegato
di sfumature e colori.
Comunque Bella fa identificare il lettore nel vissuto, in quelle
grandi e piccole storie che a molti hanno segnato i primi anni
dell'eta' adolescenziale e adulta, senza mai perdere di vista il
sogno, il desiderio d'andare oltre al quotidiano, la necessita'
di toccare il cielo, senza aver timore di tornare a terra.
Auguro all'autore, che mantenga la sua verve , trattenendo il
piu' a lungo possibile quanto di piu' umano e' presente
nell'uomo, perche' con la frizzantezza del suo messaggio fa
percepire che l'esistenza e' "Comunque Bella"
Marco Bazzato
29.10.2006
http://marco-bazzato.blogspot.com/
http://progettoemmaus.blogspot.com/
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Sabina Rellini
Il fantastico mondo dei sogni
EDUP - 2005 - 12,00 Euro
La
dimensione del mondo onirico è da sempre parte di un
accomunamento legato a fascino e mistero. Fin dai primordi
inteso come elemento di contatto e comunicazione tra questa vita
e l'oltre, oracolo ma anche strumento d'indagine interiore. "Noi
siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, e la
nostra piccola vita è circondata da un sonno" esordisce
l'introduzione con Shakespeare su questo "fenomeno enigmatico
dell'umanità" analizzato da filosofi, mistici, artisti,
antropologi e medici. Sabina Rellini, psicologa e
psicoterapeuta, fa esattamente questo, ne indaga l'essenza in
termini interdisciplinari. Un libro concepito per essere
divulgativo ma che trabocca di un certo nozionismo, comparativo
e ben relazionato, vista la continua ed articolata associazione
di elementi. Nondimeno la lettura scorre piacevolmente in una
struttura fluida, corredata di glossario e galleria fotografica,
che ne rende agevole anche la consultazione. Dalla "notte dei
tempi" sogni biblici ma anche testimonianze scientifiche, come
quelle di Ippocrate. L'incubazione costituisce il mezzo,
attraverso riti misterici, per ricevere rivelazioni celesti.
Asclepio, il dio salvifico, v'interviene mettendo in atto la sua
terapia divina. Sia Freud che Jung, vengono frequentemente
richiamati e rapportati, nel corso della lettura, a rimarcare
l'importanza dei padri della psicoanalisi per chi, svolgendo la
stessa professione, ne scrive. Avvincente, nell'excursus
antropologico, quello pertinente gli aborigeni australiani.
Attraverso il mito dell'antica "era del sogno", la creazione
avviene non tanto per motivi geologici quanto per l'energia
poetica scaturita dal sogno degli antenati, "corpi vibranti" in
un' "onda sonora". Demoni notturni sono Incubus e Succuba,
maschile e femminile dei turbamenti di taluni sogni. Calvin
Hall, tuttavia, cerca di spiegarceli come un'autopunizione
maturata in un senso di colpa che l'individuo s'infligge. Buona
parte del testo è dedicata a metodi e tecniche per ricordare ed
analizzare i sogni. Unico appunto: un associare asettico, tra le
sostanze allucinogene, della marijuana che, al contrario delle
altre, induce una forma onirica cosciente, associabile all'idea
del cinema, intesa come proiezione nella dimensione della
veglia, mentre il sonno è quella fabbrica dei sogni che la
Rellini indaga molto bene e da cui può nascere anche del cinema
nell'elaborazione dell'inconscio. L'aspetto creativo dei sogni è
certamente tra i più importanti, e, non a caso, tale argomento
viene trattato a corredare il tutto nel finale del libro. Nel
panorama artistico, non potevano non emergere i surrealisti,
così intimamente connessi all'onirico nello spirito dei loro
elaborati come nelle tecniche utilizzate. In ogni caso, se
dovesse capitarvi "un sogno di cui non capite il senso",
sappiate che "è come una lettera non aperta", così recita il
rabbino Chisda nel Talmud. Dunque, abbiate cura della vostra
corrispondenza, ci sarà un luogo e tempo debito per poi
leggerla…
Nota di Enrico Pietrangeli - 2006
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Sonia Cincinelli
C'è una spina che mi buca la vita
pag: 96; 10 €
ISBN: 978-88-6092-004-1
Edizioni Progetto Cultura 2003
Collana La scatola delle parole
Roma 2006
Il
libro
Questa raccolta può essere catalogata nel genere della
diaristica, ma non si tratta d'un diario che infila avvenimenti
lungo uno sviluppo cronologico... l'autrice affida a queste
pagine l'umore nero delle proprie aspettative e una serie di
ricordi dolciamari. Dalla lettura dei suoi versi la Cincinelli
appare come una ragazza disarmante, nella propria ingenuità e
freschezza, e disarmata, nella totale innocenza e schiettezza
con la quale dà corpo a desideri, mancanze e volontà di essere
se stessa. Ma, ad una apparente semplicità e ingenua confessione
di paure e sconfitte, corrisponde un atteggiamento di denuncia e
di sfida delle ingiustizie e delle falsità subite.
L'autrice
Sonia Cincinelli è nata nel 1979 ad Arezzo. Sin da bambina
si è dilettata a scrivere poesie e filastrocche, coltivando una
passione per lo stilismo di moda e la ginnastica ritmica. Ha
anche lavorato come indossatrice e fotomodella. S'interessa di
teatro, dello studio delle arti sceniche, del canto e delle
discipline orientali. Trasferita a Roma, dove si è laureata in
Storia e critica del cinema, svolge laboratori di teatro e
teatrodanza. Ha lavorato nella redazione del programma
televisivo "Cuore di Calcio" di Gold TV. Ama l'arte e odia la
guerra. Ha pubblicato nelle raccolte Antologia dell'amore e
Writhink. Sue poesie sono anche su internet e su riviste on
line.
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C'era una volta un computer, Gianluigi
Zuddas, Larcher Editore, 2006
Anno
324 dopo l'Apocalisse. Devastata dalle guerre spaziali e dagli
orrori dell'ingegneria biologica, l'umanità ha bandito la
tecnologia. Stagnanti in un nuovo medioevo le nazioni chinano il
capo alla Chiesa Apocalittica. I reperti di una società che
aveva portato le sue astronavi su Alfa Centauri e costruito
robot a somiglianza umana restano (guardati con superstizioso
timore) nascosti nei sotterranei o nei musei.
Nella città di Anglaer un giorno sbarca in cerca di lavoro
Thalli, una bionda svedde cresciuta fra i ghiacci del nord.
Ingenua e avventurosa, Thalli ignora di avere nelle cellule del
corpo un'eredità genetica che la farà entrare in possesso della
super-tecnologica armatura di Lupa Bianca, una dei guerrieri che
dopo le Guerre dell'Apocalisse si erano suddivisi l'Europa.
La giovane donna si arruola come armigera nella Guardia Romaine.
Poi, per caso, nello scantinato polveroso di una chiesa, trova
qualcosa da cui non è capace di tener lontane le sue mani
curiose. L'intera città resta sbalordita da quello che sembra
l'imprevisto ritorno di Lupa Bianca. Ma spaventati dai suoi
poteri gli agenti dell'imperatore le danno la caccia, mentre
misteriose spie della dimenticata colonia terrestre di Alfa
Centauri cercano di manovrarla. Questo, più un'insana curiosità
che la spinge a usare i pericolosi resti delle Scienze Perdute,
la condurranno a trasportare un'intera città su Alfa Centauri,
dove le ultime bizzarre comunità umane soccombono al dominio di
uno degli antichi computer da guerra.
Modenese, nato nel 1943, Gianluigi Zuddas vive e lavora a
Livorno. Ha esordito come narratore nel 1979, e il suo primo
romanzo, Amazon (Editrice La Tribuna) ha vinto nel 1980 il
Premio Italia e il Premio Europa, successo ripetuto nel 1983 con
Balthis l'Avventuriera (pubblicato dell'Editrice Nord). Nella
sua produzione spicca la Saga delle Amazzoni, composta da
quattro romanzi. Con questo C'era una Volta un Computer, lascia
il filone della Fantasy per fare il suo ingresso in quello della
SF classica, senza rinunciare al senso dell'ironia e alla
passione per le avventure movimentate che lo contraddistinguono.
Un raro esempio di fantascienza italiana all'altezza della
produzione internazionale. Fa piacere scoprire ogni tanto un
piccolo gioiello narrativo, pure di ampio respiro e ricco di
invenzioni e spunti mai banali, in mezzo all'oceano sconfinato
di un genere in cui è ormai difficile dire qualcosa di nuovo e
di valido al tempo stesso (chi scrive ha condotto
un'approfondita indagine durante la preparazione della sua tesi
di laurea, leggendo centinaia di romanzi, non solo
anglosassoni…). Gianluigi Zuddas a mio parere c'è riuscito,
regalando al lettore la descrizione di un mondo fantastico
(anzi, due mondi!) su cui si svolgono straordinarie avventure
fino alla sorprendente conclusione.
Massimo Acciai
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Gianfranco Franchi, Disorder, Edizioni
Il Foglio, pagg. 115, euro 10.00
Abbiamo
letto di concerti, vespe e colli bolognesi, ninfette ninfomani e
imbecilli che fondano gruppi rock. Disorder è altro. È una voce
multireferenziale e personalissima. È una prosa originale,
partorita in anni di studio, silenzio, ricerca e
sperimentazione.
Non sta a me dire se Disorder, se questo altro, è migliore o
peggiore di quello che abbiamo già letto. Né a me né a una
generazione tanto omologata quanto vacua. Starà al singolo
lettore. Perché Disorder parla ai singoli individui, alle anime
salve. E solo dopo un corpo a corpo tra autore e lettore ognuno
di noi potrà emettere la propria personale sentenza. Una
sentenza che Franchi non può che attendere sereno e
imperturbabile. Consapevole di essere un autore in grado di far
saltare per aria sia il plot che le aspettative del lettore. Un
autore spiazzante, capace di rischiare, renitente sia ai
compromessi editoriali che a quelli stilistici. (Paolo Mascheri)
Gianfranco Franchi (Trieste, 1978), detto Lankelot, ha
pubblicato due "laboratori" di poesia: L'imperfezione - Opera
III (2002) e Ombra della fontana. (2003). È stato coordinatore
di due riviste letterarie indipendenti, Ouverture e Der
Wunderwagen, tra 1997 e 2003, e anima del portale di
comunicazione e critica letteraria e dello spettacolo
Lankelot.com, dove ha scritto recensioni di libri, film e dischi
e pubblicato racconti, coordinando 160 collaboratori. Quindi, ha
rifondato un sito collettivizzato: Lankelot.eu. È redattore del
mensile di moda "Vetrine".
"Disorder" è la sua prima raccolta di racconti.
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Marta: un nome, un romanzo
Antonio Sofia, Marta
romanzo scaricabile gratuitamente in pdf all'indirizzo:
http://www.albardellosport.net/marta.pdf
Chi ha già avuto occasione di leggere il primo romanzo di
Antonio Sofia (vedi l'intervista all'autore),
Non ti chiederò niente (anch'esso scaricabile
gratuitamente sotto forma di
pdf) troverà anche nel secondo l'inconfondibile stile
sperimentale e complesso, pure sorprendente e multiforme.
L'originalità che accomuna le due opere è subito evidente prima
ancora della lettura: intanto la scelta del supporto digitale e
gratuitamente usufruibile da chiunque - un supporto graficamente
curato che non ha nulla da invidiare ad una pubblicazione
cartacea - e di seguito l'aspetto multimediale dell'opera che
abbina, a ciascun capitolo, un brano musicale (unico "lavoro"
richiesto al lettore, la ricerca dei brani in questione… un
lavoro che può risultare stimolante visto la varietà che
rispecchia i raffinati gusti dell'autore). Ad uno sguardo un po'
più attento si nota subito, sempre prima della lettura che, non
abbiamo davanti un testo "canonico". L'impaginazione già ce lo
fa sospettare (ariosa, testi a bandiera allineati a destra,
piena di spazi). La frammentazione del testo ed i frequenti
inserti in versi fanno pensare più ad una prosa poetica che
sfocia spessissimo nella pura poesia, senza che si possa
tracciare un confine netto tra le due espressioni tanto formano
un tutt'uno. Occorrerebbe coniare forse un nuovo termine per
tentare un'analisi formale.
Passando poi ad un'analisi ancora più ravvicinata, il romanzo
continua ad apparire indubbiamente poetico a dispetto
dell'affermazione, proprio all'inizio del secondo capitolo, di
ostilità verso i poeti da parte della voce narrante (si capisce
subito però che oggetto di critica non sono tanto i poeti in
quanto tale ma il "poetichese" che decanta stelle e luna).
Abbondano però le immagini iperboliche, le metafore surreali,
che hanno un effetto straniante sul lettore, all'inizio
decisamente disorientato eppure catturato nella lettura. Vorrei
terminare qui la mia nota, certo bruscamente per il lettore ma
poco mi importa delle sue proteste; l'ho accompagnato fino alla
prima pagina, adesso a lui il compito di affrontarla. Ne varrà
la pena. Buona lettura.
Nota di Massimo Acciai
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"Soluzione finale" di Andrea
Novelli-Gianpaolo Zarini
Marsilio
pp. 379, brossura. € 16,50
Finalmente in libreria un ottimo medical-thriller italiano anche
se i due autori, rifacendosi ai grandi scrittori di genere
americani, da Frederick Forsyth a Michael Crichton, hanno
ambientato le vicende negli USA.
All'ospedale Downtown di New York il piccolo Ralph, ricoverato
per controlli di routine, muore all'improvviso e tutti sembrano
voler chiudere il suo fascicolo il più rapidamente possibile.
L'unico a non credere alla realtà dei fatti è il protagonista o,
per meglio dire, uno dei protagonisti, Sean McQuillan, un medico
di New York di origini irlandesi, che non vuole venir meno al
suo ruolo neppure quando la lotta per la verità mette a
repentaglio la propria vita. In una trama in crescendo che
lascia senza tregua, mille occhi lo accompagnano nel corso delle
sue ricerche, fra presenze sospette e morti misteriose. In una
lotta impari accorrono in suo aiuto la risoluta e affascinante
detective della NYPD Eleanor Everett e il luminare della
medicina Leopold Mader, che nel corso del plot vengono ad agire
sullo stesso piano, dividendosi il ruolo di primi attori in due
scansioni distinte, caratterizzata l'una dall'indagine
scientifica e storica e l'altra dalla suspense e dall'azione.
Sarà proprio il drammatico passato di Mader a dirigere le
indagini fino ad una verità tanto sconvolgente quanto
agghiacciante. La ricostruzione dell'accaduto proietterà i
personaggi nel bel mezzo di una macchinazione internazionale: lo
sfruttamento della medicina e dell' ingegneria genetica per
infliggere la morte, una semplice iniezione per creare una
patologia genetica rara e incurabile in grado di colpire
selettivamente. I fantasmi del passato che affondano le radici
nell'Olocausto ritornano a colpire più forti e spietati di
prima. Senza tregua, in una suspense incalzante, si arriva,
attraverso vari colpi di scena, ad un epilogo sorprendente.
McQuillan e la Everett alla fine riescono a sconfiggere la
minaccia imminente, pagando un prezzo che va al di là
dell'inimmaginabile. Anche se alla fine rimane un atroce dubbio:
è davvero tutto concluso? Il libro è architettato nella trama e
nella definizione dei personaggi in modo che il lettore possa
diventarne il co-protagonista, come si trattasse di un film su
carta: infatti mentre lo si legge è come se si potessero vedere
le immagini che scorrono davanti agli occhi in un unica
soggettiva. Un romanzo che rivela un attento approfondimento
scientifico e storico, che lascia al lettore materia su cui
riflettere anche dopo averlo terminato. Per chi adora Patricia
Cornwell o Robin Cook, si troveranno dissertazioni mediche e
autopsie che non hanno nulla da invidiare a quelle di Kay
Scarpetta. Un ottimo libro da regalare e regalarsi a Natale.
Maddalena Lonati
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"Tra le mura di un Caffè"
Pino Di Feo, Florinda Licari
(Fortuna Editore) pag. 150
fortunaeditore@libero.it
Un libro di grande formato, dall'insolita forma quadrata, con
bellissime foto a colori e una grafica molto curata ed elegante.
Il volume, scritto a quattro mani da Pino Di Feo e Florinda
Licari, presenta in modo rapido ma esauriente i più famosi Caffè
d'Italia, evidenziando le peculiarità di ognuno e le relative
specialità. Non si tratta di una semplice guida, piuttosto di un
ideale viaggio fra le mura dei più suggestivi Caffè della nostra
Nazione, luoghi ormai storici e custodi della genesi di
fondamentali pagine della nostra cultura e sedi della nascita di
movimenti letterari. Gli autori hanno raccolto aneddoti e
registrato ricordi intervistando i proprietari dei locali,
facendo rivivere le atmosfere stimolanti e ricche d'ispirazione
che pervadevano quegli ambienti. Oggi, purtroppo, si è persa la
tradizione dei Caffè Letterari, e spesso si dimentica quale
ruolo fondamentale abbiano ricoperto nell'evoluzione sociale,
politica e culturale del Paese, ma il libro aiuta a ricordare,
attraverso curiosità e cenni storici, la centralità di questa
particolare istituzione. Non a caso uno dei primi giornali
italiani, in pieno Illuminismo, si intitolava "Il Caffè", e
sulle sue colonne scrivevano Verri e Beccaria, mentre al Florian
nacque la "Gazzetta Veneta". Celebri scrittori elessero a loro
dimora privilegiata i Caffè favoriti, e là raccolsero le idee
per partorire capolavori. Joyce prediligeva i dolci del Pirona,
Marinetti e Soffici si sedevano al Gilli, Wagner terminò la
stesura di "Tristano e Isotta" al Florian, Stendhal adorava lo
zabaione del Pedrocchi, Verdi frequentava il Valiani.
Innumerevoli le informazioni che si ricavano dalla lettura di
questo libro, e se ormai le animate discussioni che si
svolgevano in quelle sale stimolando la Cultura fanno parte del
Passato, nel Presente rimangono luoghi dal grandissimo valore
artistico che sarebbe bene visitare. "Tra le mura di un Caffè"
percorre un viaggio nella storia della cultura italiana, delle
sue vicende politiche, dei suoi gusti culinari in modo mai
banale e sempre ricco di suggestioni. Una piacevole idea regalo
per far conoscere una parte dell'inesauribile patrimonio d'arte
della nostra nazione e, forse, suggerire la lettura dei
capolavori che nacquero fra quelle mura.
Maddalena Lonati
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