Eventi  -  Redazione  -  Numeri arretrati  -  Edizioni SDP  -  Indice generale  -  Letture pubbliche   

  Indice   -[ Editoriale | Letteratura | Musica | Arti visive | Lingue | Tempi moderni | Redazionali ]-


Narrativa

Neve & nebbia di Massimo Acciai, Ospedali di Giuseppe Costantino Budetta, I gatti di Villa De Santis di Rossana D'Angelo, Camomilla per due di Renato Lonza, Novanta anni di Paolo Ragno, La pelliccina di Anna Maria Volpini

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Elvira Balestracci, Mariella Bettarini, Daniel Bosco, Miriam Cividalli Canarutto, Elisabetta Giancontieri, Renato Lonza, Gabriella Maleti, Maria Pia Moschini, Manuela Palchetti, Barbara Pumhösel, Paolo Ragni, Aldo Roda, Nicola Ruggiero, Roberto Veracini, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua napoletana, esperanto ed inglese

Recensioni

Artico di Francesca Mattoni - recensione di Marco Simonelli
Impromptu di Amelia Rosselli - recensione di Marco Simonelli

Interviste

Intervista a Paolo Ragni: scrittore e poeta
di Massimo Acciai

Arte a Milano

Isola nell'Arte a Milano: un museo del futuro
di Alessandro Rizzo

Neve & nebbia
 

di Massimo Acciai


Arrivammo comunque in cima al Pitz Boé, quota 3152. Erano le 12.30 circa. Avevo fermato un po' lo stomaco con qualche cracker sgranocchiato strada facendo, ma avevo di nuovo fame. Il cielo si era mantenuto sereno e mi ero scaldato salendo. Sudavo. Pranzai da solo, dietro una roccia per ripararmi un po'. Il vento adesso soffiava gelido. Il sole andava e veniva, nascosto a tratti da soffici nuvole schiumose. Ci avevano appena ordinato di mangiare in fretta che dovevamo incominciare subito a scendere; il cielo si era oscurato e il vento soffiava violento. Corsi al rifugio; quando uscii nevicava. Il nevischio ballava allegramente in aria per un po', ma durò qualche drammatico minuto in cui, diviso tra la voglia di rimanere nel caldo del rifugio e la paura di rimanere solo, prendevo la decisione di raggiungere gli altri. Tremavo. Alla fine mi stancai e cominciai a scendere giù a precipizio. Ero stupito di me stesso per l'agilità nel discendere la montagna tra sassi aguzzi e pericolose scivolate. Nella corsa mi ferii la mano sinistra contro una roccia: era solo un graffio da cui però usciva molto sangue. Ad un certo punto il vento soffiò così forte che ci dovemmo acquattare distesi contro le rocce per non essere portati via. Per fortuna non piovve sul serio prima che raggiungessi il sentiero più pianeggiante, e allora potei aprire l'ombrello. Il peggio era passato. Quando raggiunsi il rifugio della funivia la nebbia rendeva irriconoscibile il paesaggio. Gli altri arrivavano fradici e sgomenti. Fuori, un gran turbinio di vento e pioggia che batteva contro i vetri. Io, dall'altra parte del vetro, succhiavo un tè bollente ed avevo le orecchie in fiamme. Mi stavo scongelando. Scesi poi con la funivia: sembrava di essere sospesi nel nulla. Era il 21 luglio 2002.

Segreti di Pulcinella - © Tutti i diritti riservati