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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
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recensione di Marco Simonelli
Interviste
Intervista a Paolo Ragni:
scrittore e poeta
di Massimo Acciai
Arte a Milano
Isola nell'Arte a Milano:
un museo del futuro
di Alessandro Rizzo
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Isola nell'Arte a Milano: un
museo del futuro
Apparentemente sembra uno scenario dimenticato da tutte e da
tutti, un luogo abbandonato, forse un po' underground, un po' ai
confini dell'incessante e della caotica metropoli italiana,
quale Milano: ma in realtà è un luogo che trova piena
realizzazione una convivenza civile e sociale tra associazioni,
comitati e collettivi che promuovono cultura e arte. Stiamo
parlando della Stecca degli artigiani, ossia un tempio della
vecchia industria, la Siemens, a pochi passi dal Pirellone e
dalla Stazione Centrale, in una zona storica e, a livello
urbanistico, molto attraente per i suoi aspetti architettonici
artistici, del capoluogo lombardo. In questa area dimessa, come
viene da poco tempo a questa parte considerata gran parte delle
aree dove erano situate grandi complessi imprenditoriali,
fabbriche e industrie pesanti, e che oggi trovano essere luoghi
cimiteriali ospitati diroccamenti e reperti edilizi di queste
immense strutture, cuori pulsanti della produzione nostrana, in
un periodo di fordismo e di fabbricazione all'ingrosso. Oggi
abbiamo scenari differenti, abbandonati: occorre pensare un
ridisegno delle grandi città e rendere questi spazi
apparentemente morti luoghi di forti opportunità di innovazione
artistica e lavorativa, laboratori di grande spicco e rilevanza
culturale, basi per una produzione moderna e post moderna, dove
comunicazione, cultura e interazione intellettuale possano
trovare il loro punto di riferimento. Alla Stecca degli
artigiani da tempo, quasi 3 anni, realtà diverse hanno occupato
gli spazi abbandonati della lunga striscia fabbricata, separati
da un corridoio interfacciante diverse stanze e diverse porte.
In questo luogo, negli spazi sovrastanti la struttura, 1500
metri quadrati, si è instaurata un'associazione, Isola per
l'Arte, che ha promosso eventi e convegni di sensibilizzazione
sul tema delle nuove arti e dell'impegno che una città grande,
come Milano, dovrebbe offrire nell'investire nel settore,
rendendolo non schiavo di logiche di mercato, ma opportunità di
sviluppo culturale e sociale di grande rilevanza. La
frustrazione artistica è avvertita in questo tessuto urbano di
Milano, a differenza di altre città europee e italiane, dove
esistono grandi spazi espostivi: a Milano abbiamo il PAC, oppure
la Fondazione Prada, ma niente di altro. E perché non
trasformare questo spazio in un'opportunità per la cittadinanza,
per lo sviluppo culturale e sociale della metropoli e per quello
economico e produttivo tipico della nuova generazione
imprenditoriale di promozione della comunicazione. L'Isola
dell'Arte si è proposta di aspirare a qualcosa di maggiormente
rilevante: senza alcun tipo di sostegno economico e finanziario,
senza nessun contributo e senza nessun tipo di sponsorizzazione,
è riuscita a riunire attorno a sé un gruppo di artisti come A12,
Stefano Boccalini e Bert Theis, di critici come Roberto Pinto,
Emanuela De Cecco e Marco Scopini, che hanno fatto di questa
area un laboratorio europeo di confronto e di contaminazione
positiva a livello intellettuale e culturale. L'opera della
Theis consiste nell'essersi assunta l'onere e l'onore di mettere
insieme diverse realtà che vivono il quartiere storicamente e
averle messe in confronto attivo per elaborare una
riqualificazione civile dello spazio medesimo, agorà dell'arte
moderna e contemporanea. Tutto questo è stato fatto anche con
un'accezione di tipo sociale e politico: opporsi in massa
all'elaborazione e attuazione di un progetto urbanistico,
promosso dal Comune di Milano, di abbattimento dell'assetto
urbanistico storico dell'Isola di Garibaldi e costruire nuovi
palazzi, grattaceli, in nome di una visione economicista e
finanziaria della concezione della città e del suo sviluppo. E'
stata realizzata, infine, un'installazione "Untilted/Untitled",
ossia "una palizzata di legno bianco, di cento metri di
lunghezza e due metri e mezzo di altezza, con tre moduli di
quattro metri che possono essere usati come panchine", come l'ha
descritta la sua autrice, Thies per l'appunto. Questa
performance ha voluto esprimere una radicale e concreta
opposizione alla volontà del Comune di istituire e costruire un
raccordo autostradale nel bel mezzo della struttura dove sorgono
questi spazi innovativi, laboratori veri e propri di idee.
L'installazione è stata costruita proprio nel luogo dove
dovrebbe sorgere questo monumentale raccordo di tipo
neomodernista e di gravoso impatto con l'assetto urbano civile e
sociale del quartiere. "L'aspetto piu' interessante per me -
dice Thies - e' che il lavoro all'Isola ha permesso di superare
il ghetto dell'arte": non più, quindi, arte di nicchia, di
elite, di appartata ed esclusiva utilizzazione da parte di un
mondo intellettuale abbastanza autoreferenziale, ma, anzi,
un'arte che si mostri come un'epifania alle persone e che le
inviti a considerare ilo linguaggio e confrontarsi con esso.
Maurizio Cattelan, il più quotato sul mercato tra gli artisti
italiani viventi, ha dichiarato: "questo e' gia' il museo del
futuro". Da questa definizione possiamo osare di dire che a
Milano non sta nascendo ma è già nato un nuovo ambito di
intendere l'arte e di saperla rendere popolare, non abbassandone
i propri prototipi e le proprie aspirazioni, ma, anzi,
cercandola di presentarla così com'è, magari espressione del
reale e della contingenza sociale e culturale per, poi, saperla
esprimere nella sua totalità e complessità a un pubblico che è
oltre a quello tradizionale delle grandi gallerie. Un'arte è
popolare se è accessibile alla maggioranza del pubblico: ed è
per questo che le contaminazioni mercantilistiche non devono
incidere in questo spazio che vuole essere proposta per il
futuro delle generazioni e per una loro collocazione interna a
un cursus nuovo e innovativo di costruire comunicazione tramite
il linguaggio artistico. Isola nell'Arte vuole anche essere
promotrice di questo interessante progetto: ed è un progetto che
deve trovare proprio diritto di cittadinanza nella missione
nobile di adattare gli spazi alle necessità infinite di
esprimere la propria parola e il proprio pensiero con il segno
artistico rappresentativo e raffigurativo.
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