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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici, in una
lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i
più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua
napoletana,
esperanto ed
inglese
Recensioni
Artico di
Francesca Mattoni -
recensione di Marco Simonelli
Impromptu di
Amelia Rosselli -
recensione di Marco Simonelli
Interviste
Intervista a Paolo Ragni:
scrittore e poeta
di Massimo Acciai
Arte a Milano
Isola nell'Arte a Milano:
un museo del futuro
di Alessandro Rizzo
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C.A.O.S.
Strutture O Aggregati Contigui
Primo Frammento
Mi sposto al vertice della scala
per vedere al di là di un orizzonte
più basso. L'esito è negativo.
Vedo il negativo in movimento
segnali dalle sorgenti e la terra
che non trattiene più acqua.
A sprazzi la luce e il mio indice
senza direzione. Non capisco
se questa menzogna
è libera da antichi tracciati.
La notte viene con suoni di vento
con fiori coperti di cera.
Apparenze poco credibili come
le carte del nostro alfabeto. Il tempo
ha mani che lanciano semi pilota
ha sapienza di orditi e di trame.
Sento il richiamo di antiche nenie.
Mi siedo per l'ultima cena.
Saluto chi arriva. Chi parte deposita
fiori di carta, sussurri e lasciti.
Secondo Frammento
Mi riposo seduta sopra un vecchio
panchetto. La calma della sera mi spaventa.
Ogni farfalla in volo ha un parossistico
battere d'ali. Quel cipresso non segna
più un confine. La casa è vuota.
Portabandiera non guardarmi cadere.
I miei vestiti sono coperti di farfalle
addormentate. Svegliami
quando non sarà
più notte. Arretra un passo, guarda
un'altra volta. Se puoi sorridimi.
Terzo frammento
Accadde d'estate. Più avanti
in periferia, nei parcheggi assolati,
strisce pedonali lastricate
di materia impura. Più caldo il sudore.
Si diluiva nella mano aperta.
Il barometro discese per obliqui
rinforzi di vento. Un modello si decompose
(saturo per capirne l'altezza). Mi arrampicai
sul suono dei vagoni. Tatatam (due volte).
Tra poco sarà notte fonda.
Quarto Frammento
Meditazione nel giallo, un rincorrersi
tra biondi capelli. Onde che incollano
teli per soli nascenti. Annuso
la giostra dei meli
l'olocausto della rosa spina.
C'è sangue nell'alba. L'incanto è ridotto.
Docile il piede. E' un cristallo
più tondo. Arrotolo nastri di brina
riparo una larva, nascondo due occhi
colore del miele.
Non sazio la sete ma salgo sul palco
a portare corone. Di maggio
la coda del merlo ha piume smaltate
di nero. L'airone ha interrotto il suo volo.
Precipita a fianco
di quello.
Quinto Frammento
Non so la misura di un corallo
per collane opalescenti. So della borsa
fiorita con risvolti di azzurro, concentrazioni
di margherite, anelli che si intrecciano
piano. Dentro una catena di fiocchi c'è
un orlo che si disfa un poco.
So le rivelazioni che non trovano basi,
i trapassi improvvisi, le sepolture
per pochi dentro scolpiti marmi,
le sepolture per tutti nei prati di erba
disseccata. Non so piangere da occhi
bendati (un disumano raccoglimento).
Sesto Frammento
Conosco la realtà e le ambizioni del poeta.
Conosco chi sta sul campanile e chi tocca
il fondovalle. Chi attira circostanze
non calcolate, attira il vento e le illusioni
nascoste dietro la
barriera. In fondo
alla stanza dondola un tendaggio marrone.
Gira e rigira l'elica di un ventilatore.
Chi fa un viaggio obbligato ha l'obbligo
di non sostare, l'obbligo di non calpestare
aiuole. Alla fine
della corsa l'ultimo
passeggero e la sua fatica. E' quasi l'alba,
più vicina del necessario. Al di là di un intreccio
di foglie
respira il fiume. Ha lanci di seta,
onde cadute in disgrazia.
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