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In questo numero...
- Il Recinto di
Amanda Nebiolo, recensione di Emanuele Berra
- Sulle orme della
speranza di Marco Milone
- Due romanzi sull'Italia di Oggi, di Stefano Carlovecoli
- La Collina di
Petrìn di Nicola Platania, recensione
di Simonetta De Bartolo
- Teatro svedese
contemporaneo di Claudio Petrangeli,
recensione di Enrico Pietrangeli
- La memoria
dell'acqua di Antonio Messina,
recensione di Fortuna Della Porta
- Corpi di pietra
di Luigi Garlaschelli
- Il guerriero di
luce di Marco Milani
- I boschi della luna
di Giuseppe Festa
- Marta di
Antonio Sofia
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Amanda Nebiolo, Il recinto, Traccediverse,
2005
Un
racconto che sorge all'improvviso, felice e sereno epilogo di
smarrimenti e di timori, in un percorso introspettivo che
introduce l'io più intimo - l'anima - disvelandolo negli aspetti
maggiormente autentici del suo essere.
Un percorso che attraversa le tante burrasche che sembrano
travolgere l'illusoria linearità dell'esistenza umana, oltre le
scontate abitudini e le comode consuetudini che anestetizzano il
coraggio, ostacolando la capacità di librarsi verso la libertà e
trasformando la naturale tensione verso la stessa in un vano e
sterile anelito.
E' un "recinto" senza sbarre, quello descritto dalla nebiolo, ma
dal perimetro ben delineato, oltre il quale tuttavia l'autrice
si libera, e ci libera, dagli alti steccati della compiacenza,
accettati troppo spesso con ben scarso discernimento.
Gli elementi naturali nei quali si sviluppa il racconto, non ne
costituiscono un semplice sfondo, ma diventano gli ideali
compagni di questo incredibile viaggio alla ricerca di se
stessi, tra prati immensi da percorrere e fiori delicati da
contemplare, notti ed acque dalle quali lasciarsi trasportare,
per riappropriarsi finalmente della pienezza di una vita non
piu' sacrificata sull'altare delle apparenze.
Amanda nebiolo intesse questo suo felice esordio letterario con
metafore acute e ricche di valore simbolico, tra cui una su
tutte: quella del protagonista de "il recinto", il titolare e
possessore dell'anima, che intraprende il proprio viaggio
interiore seguendo la rotta indicata dal vento. Un giovane
puledro che apprende per tappe, lungo il suo cammino, ad
ascoltare se stesso ed a crescere intimamente. Un puledro che
imparerà ad osservare montagna e mare con occhi di falco, e
questi si faranno sasso e lago al suo cospetto.
Non meno apprezzabili, poi, i tratti dell'opera nei quali la
nobiltà e lo spessore dei messaggi proposti si fondono con note
di poesia struggente e di raffinata eleganza, oltre che di
armonica musicalità.
Questo racconto fantastico lascia tracce destinate a restare
scolpite nei cuori ed invita, anzi incita, chi lo legge a farsi
idealmente, allo stesso tempo, arco e freccia, per riuscire a
vedere oltre i confini della propria quotidianità e per giungere
nel luogo in cui non ci sono strade per perdersi, ma solo
sentieri per ritrovarsi.
Emanuele Berra
http://xoomer.alice.it/amanda.nebiolo/ilrecinto.htm
Leggi anche l'intervista d Amanda
Nebiolo realizzata da Massimo Acciai
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Marco Milone
Sulle orme della speranza
pag: 32; 5 €
ISBN: 10 88-6092-099-x
Collana Gli Artigianali
Edizioni Progetto Cultura 2003
Roma 2006
Il libro
A
scapito della titolazione stessa di questa raccolta di Marco
Milone, Sulle orme della speranza, una sottile nevrosi, un'ansia
sopita serpeggiano tra i versi. Negli ultimi anni abbiamo
assistito a un vero e proprio riflusso della poesia verso
stagnazioni liriche. Un rinchiudersi dell'io in se stesso, a
guscio. Evidentemente le ubbie, i fantasmi che minacciano il
nostro principio di indentità hanno tutta l'intenzione di non
mollare la presa, di avanzare nell'assedio ai danni delle nostre
certezze. E così, Milone si ritrova a ricordare passeggiate per
viali alberati, all'ombra della malinconia, realizza quanto a
fondo possa corrodere la pervicacia della tristezza, esce di
casa, si sveste di idoli e false aspettative. Si accascia a
terra.
Queste ultime frasi sono afferrate di peso da alcune poesie
della raccolta. Stupisce come i versi di Milone siano
trasponibili in prosa, senza per questo perdere efficacia
comunicativa, intensità espressiva. Molto è stato scritto, e
continua ad essere scritto, dai poeti sulla diminuzione della
propria persona, in senso morale, filosofico ed anche fisico (ho
in mente composita solvantur dell'estremo Fortini).
Credo che il cardine, ciò che sostenga i versi di Milone sia una
schietta e spietata sincerità nei confronti di se stesso. Milone
raccoglie i cocci della propria esperienza e li versifica. La
sincerità è la chiave che gli permette di costruire il senso
della vita. Milone ha dato un nome al proprio dolore, per questo
può trasformarlo in speranza.
Dalla prefazione di Giuseppe Martella
L'autore
Marco Milone. Poeta e scrittore. E' stato redattore della
rivista "Inguine mahgazine", e ha collaborato con le riviste
"L'indice dei libri" e "Succo acido", e con le case editrici "Comixcomunity"
e "Coconino". Ora è membro del comitato di lettura di "Il foglio
edizioni", collabora con la "Due Punti edizioni" ed è
caporedattore della "Cagliostro e-press". Ha curato mostre di
fumetti, anche in ambito nazionale, e rassegne di cinema
d'animazione. Di prossima pubblicazione la bibliografia
"Fumetti" (Edizioni Unicopli) e la silloge "Nel labirinto del
delirio" (Zona editrice). Ha un suo sito personale
www.milonemarco.tk
Edizioni Progetto Cultura 2003 S.r.l.
Via San Roberto Bellarmino, 6 - 00142 Roma
Tel.: 0697617077
E-mail:
info@progettocultura.it
Web:
www.progettocultura.it
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Titolo: La Collina di Petrìn
Autore: Nicola Platania
Casa Editrice: Armando Siciliano Editore
Il vento di una nuova cultura, quella nazionalsocialista, spira
dalla Germania. Gli spiriti più accorti ne avvertono la
minaccia. Le nubi del totalitarismo nazi-fascista si addensano e
dilagano nel cielo dell'Europa. Ed è la conquista tedesca
dell'Austria, della Cecoslovacchia. Per il momento. Ed è:
Auschiwitz… La tempesta.
Ma sotto il cielo della Cecoslovacchia risplende il mondo sereno
dell'adolescenza di Giulia, turbata per la prima volta, siamo
nel 1928, dallo sguardo preoccupato del padre; germoglia l'amore
puro e disincantato per il suo precettore, tedesco, Scot Lorenz.
Il sentimento si fa sempre più forte, prende linfa dalla
crescente condivisione di profonde idealità e dalla
consapevolezza che Dio è amore; si fortifica nell'idea che
l'amore è dono di sé agli altri; si completa nello scenario di
distruzione e di morte della guerra civile spagnola.
Leggendo La Collina di Petrìn viene in mente un capolavoro del
Giorgione, La tempesta: il cielo che s'addensa di nuvole
premonitrici di catastrofe, lo sguardo preoccupato di una madre
che allatta. Il brutto contro il bello, il bene contro il male,
in eterna lotta. Nicola Platania ha saputo descrivere il clima
di sospensione, prima, e lo svolgersi del dramma, poi, di una
famiglia ebrea, che rappresenta un intero popolo; lo ha fatto
con tratti essenziali, con brevi cenni, quasi di cronaca, sugli
avvenimenti cruciali che segnarono il destino dell'Europa,
riservando più spazio al discorso sulla cultura come confronto e
necessità di conoscere l'altro, che trasversalmente passa
attraverso la predicazione di Cristo, il pensiero di Kierkegard,
di Ghandi, sul dovere morale di "ricercare la verità tra il Bene
e il Male", più spazio alla dolcezza dei ricordi dell'amore,
delle risate, dei sogni, dei giochi, delle avventure. Niente
grida strazianti di chi soffre, niente rancore verso chi
tradisce suo fratello ebreo denunciandolo ai nazisti, ma tutto
narrato con una tale compostezza che impone al lettore silenzio
dello spirito, religioso rispetto, doverosa e profonda
riflessione.
Il libro vuole essere ricordo degli orrori nazisti, ma
soprattutto esaltazione dell'amore universale, dell'esistere per
essere con gli altri, celebrazione della Bellezza, del sogno,
della giovinezza, dell'amore, della liberazione dall'angoscia
della morte, rappresentata dalla collina di Petrìn, con cui si
apre e si chiude, apparendo tra la nebbia, il libro, la collina
dove "ad una certa ora del giorno" è facile morire, dove il
rituale di morte si svolge tra sorrisi e preghiere di carnefici,
raccomandazioni perché tutto sia fatto bene e velocemente, senza
odio, senza rancore, poiché capire lo stretto legame che c'è tra
la vita e la morte equivale a non esserne angosciati.
Un libro che si legge con piacere, che lascia dentro di noi
qualcosa. Tanto.
Simonetta De Bartolo
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Due romanzi sull'Italia di oggi.
Una volta scoperto, il piacere della scrittura è divenuto per
Stefano Carlo Vecoli un gioco serio per raccontare storie ed
emozioni: così, dopo Il pranzo dei Burlanti, uscito nel 2002,
l'architetto toscano ci regala Il Pezzente di Denari, la sua
seconda, riuscita, prova narrativa.
Due romanzi che ci raccontano l'Italia di oggi e degli ultimi
due decenni, protagonisti gli uomini e le donne che oggi
appartengono alla età di mezzo, adolescenti negli anni settanta
e dintorni: formidabili, per alcuni, famigerati e di piombo per
altri.
E oggi? Cosa sono diventati quei giovani animati di cento
passioni? E come si sono trasformati quanti, intorno a loro, in
silenzio, hanno lavorato e vissuto storie, quando belle quando
dure, senza essere al centro dell'attenzione?
L'autore ce lo racconta con una prosa che, pagina dopo pagina,
scorre limpida, ora serenamente descrittiva, ora battente e
incalzante: sempre, comunque, pervasa da un sentimento acre di
disincanto, venato di amarezza, verso una generazione che voleva
cambiare il mondo e che adesso dà il meglio di sé rincorrendo
successi, ricchezze e visibilità. Aspirazioni in sé anche
legittime, ma se cercate senza più morale né senso divengono il
terreno di ogni compromesso sia pubblico sia privato.
La lettura dei due romanzi ci mostra lo spaccato toscano, di un'
Italia uguale in ogni provincia e città della penisola: molti
potranno riconoscersi e/o riconoscere i propri amici… E chissà
che queste pagine non si trasformino nell'occasione, oltre che
per gustare un buon libro, per riflettere un po'.
Per conoscere meglio l'autore e ordinare i suoi libri vai al
sito
www.stefanocarlovecoli.it
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A cura di Claudio Petrangeli
Teatro svedese contemporaneo
Gremese - 2005 - 18 Euro
Petrangeli,
scandinavista e curatore del testo, ci conduce in un mondo
ancora pressoché sconosciuto in Italia. Lo fa attraverso la
traduzione di quattro pièces teatrali ed in un'articolata
introduzione, argomentata con un taglio leggiadro ed ironico,
tendente a smontare i troppi luoghi comuni e da qui riportarci
"a una realtà ben più complessa e stratificata" del teatro
svedese. In VD, nel gioco di una confessione, cornice
dell'intera rappresentazione, una coppia viene fatta vacillare
da un avvenente e provocatorio vicedirettore. La perversione
subentra e stravolge equilibri, demolisce ed infine diviene
motivo per ricostruire e trovare persino comprensione. Il tutto
sullo sfondo di una follia, quella lucida di Sven, il manager
che si scontrerà con quella più offuscata e violenta di Tage,
fratello del protagonista, lasciando l'alone di una presunta
morte tutt'altro che imbarazzante nella ritrovata quiete
famigliare. Larsson riesce a cogliere il punto dove la
degenerazione riconduce ogni personaggio alla sua primordiale
poesia. Più che immorale, in questi casi, diviene sublime il
risvolto della trama che si snoda in un'inaspettata visita con
le gratuite avance susseguite. Il libro, che si propone come
saggio significativo della scena contemporanea, si sviluppa
anche attraverso dinamiche più strettamente psicologiche
toccando tematiche famigliari (rapporto madre-figlia) con A
Julia dell'affermata Margareta Garpe e lambisce celebrando il
politico ne Il sorriso di Olof Palm, un ritratto della società
socialdemocratica nel comune impegno condiviso di Malin Langelof.
In Marie Ondine, l'ultima delle quattro rappresentazioni, il
giovane Svanerud coglie le cupe note della scena jazz più
maledetta. Scenario che si apre con Gillespie e, sullo sfondo
dei due protagonisti (lui musicista e lei ex cantante prostituta
tossicodipendente) Chet Baker, riferimento onnipresente.
L'ideale dell'amore in un mondo ostile, incapace di accogliere
le fragilità dei "perduti". "Senza sentimenti non si può mai
ferire, mai far star male, mai essere delusi". La simbolica
ricerca di un shampoo per i capelli di Marie e "whisky gratis,
se glielo succhio", ma non prima di aver ricevuto inutili
conferme d'amore. Pioggia e nebbia: poesia velata di malinconica
ineluttabilità. Il sogno rivelatore di un mostro nel sangue, ma
"non si può impedire che un giorno prenda a sgorgare in un'onda
di tenerezza". E Baker, molto più vecchio di quanto non fosse,
che infine si materializza nei ricordi di Marie ancora
adolescente: è lui il primo grande amore, la prima siringa
iniettata nelle vene poco prima della promessa fatta in chiusura
da Jack: "Ti procurerò qualcosa per i capelli". Resta da
ribadire che la Svezia, come spiegato da Petrangeli, nonostante
la crisi economica ed i conseguenti tagli sociali operati nella
sua storia più recente, è tuttora un paese in prima linea nella
produzione del settore. Il libro sembrerebbe un ridotto ma ben
ponderato strumento per iniziare a conoscerlo più da vicino.
Enrico Pietrangeli
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EDIZIONI IL FOGLIO
www.ilfoglioletterario.it
AUTORI CONTEMPORANEI - NARRATIVA
La memoria dell'acqua di Antonio Messina
Euro 12,00 - pag. 150 - ISBN 88-7606-133-9
Una
sorta di Città del Sole, di Utopia, collocata
fuori del tempo, oltre lo spazio conosciuto, ci accoglie in
questo libro, apparentemente fantascientifico, in realtà
metafora filosofica del viaggio o meglio della fuga
dall'ovvio, dal banale, dal pragmatico, verso il limen
che segna inequivocabilmente il senso dal nonsenso.
Individua, Memoria dell'acqua, un bisogno di altrove,
nella stagione di ottembre - secondo il felice neologismo
della scrittrice pugliese Monica Cito-, nel mondo di Thana,
oltre la porta degli Angeli, verso l'innocenza, lo stato di
natura alla Rousseau: l'armonia di cui l'acqua è in grado di
conservare memoria nella sua trasparenza.
L'armonia è quella sensazione d'elevazione dello spirito che
ci rende quasi invincibili; è una forma d'amore, la forma di
amore più completa e complessa che esista in tutto l'universo.
Il libro nasce quindi dal bisogno di cercare il significato e il
destino della vicenda umana, di comprendere la ragione del
dolore e del male che imperversa ovunque: la verità è che non
riusciamo ad accettare la parte malata di noi stessi, quanti
segreti e orribili desideri agitano i nostri sogni, quanto odio
coviamo, quanta cattiveria. La ragione ci ordina di essere
saggi, caritatevoli, buoni con il prossimo e, invece,
tradimenti, guerre, ingiustizie, potere e denaro, carriera…
Il tragitto è allora verso il sogno e il sentimento e consiste
nella possibilità di riscattare la grigia piattezza del
quotidiano col velo dell'emozione, del mito, della cultura e
dell'arte, ma non è così facile, pertanto il tarlo di Antonio
Messina continua a coagularsi nelle eterne domande sul nostro
posto nel mondo e sulla fatalità della morte, in quelle istanze
imprescindibili di ogni filosofo e di ogni artista.
Il suggerimento che sembra scaturire dalla lettura è che per
raggiungere lo stato di grazia sia indispensabile abbandonare la
saggezza, intesa come rassegnazione, in favore dell'istinto. In
una parola lo scrittore, pur insistendo sulla forza
dell'intelletto, sceglie in realtà l'opzione dell'irrazionale,
nel senso che a suo parere sono vani i tentativi di interpetrare
secondo ragione la realtà e la storia.
È indubbio che da questo punto di vista il testo si incanali
nelle tesi dell'irrazionalismo metafisico di Shopenhauer, ma
anche in alcune forme di esistenzialismo, da Heidegger, Jaspers,
Sarte, che hanno affermato l'ineluttabilità dello scacco, la
catastrofe dell'uomo e della storia, in un paradigma universale
che manca di punti di riferimento e di salvezza. In balia del
nulla, mentre l'essere umano precipita nella sua dissoluzione,
una delle strade percorribili è solo una forma di straniamento o
di follia.
L'irrazionalismo della nostra epoca e la ritirata nell'intimità
di proprie mitologie dipende da molti fattori, da fenomeni
sociali irrisolti -globalizzazione, ingiustizie,
discriminazioni, ecc.- quanto, sul piano più strettamente
filosofico, dal crollo di illusioni riguardanti la fiducia nel
positivismo scientifico quanto nella metafisica consolatoria,
compresa quella religiosa.
Messina, gettando lo sguardo sulla scompaginata contemporaneità,
vuole smettere tuttavia di essere un uomo senza speranze.
Cerca dei valori, in primo luogo la felicità, laddove anche la
religione ha fallito nel confortarlo, in un ideale
etico-estetico che diventa materia della sua narrazione.
Per percepire la bellezza gli uomini devono lottare,
soffrire, elevarsi e perire, in un alternarsi di delusioni,
amore, dolore, per poi elevarsi ancora, ancora soffrire e
finalmente trovare.
Altrove:
Il nostro mondo è un oceano di sofferenza…solitudine, dolore,
un sentire ombroso che spesso dilania l'animo. Ad ogni modo c'è
ancora una speranza…
La speranza di Messina è nell'amore, afflato delle creature
simile a quello auspicato da Leopardi nella ginestra, che
simula il muro della diga che protegge dall'inondazione.
Pertanto è vicino alle correnti spiritualistiche contemporanee
che si richiamano all'interiorità, contro le forme
dell'illuminismo e contro un agire legato solo a leggi
fisiologiche, salvaguardando così le peculiarità alte
dell'essere umano.
Un discorso a parte merita lo stile di Antonio Messina, che non
solo lascia trasparire l'assetto degli studi classici, ma anche
si atteggia in una forma elaborata, senza scadere
nell'artificioso, elevandosi sovente per qualità lessicale e
agglomerazione sintattica al livello della prosa poetica.
Roma, 3 ottobre 2006
Fortuna Della Porta
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CORPI DI PIETRA
AUTORE: LUIGI GARLASCHELLI
TITOLO: CORPI DI PIETRA
COLLANA OMBRE INCERTE
"...
La scatola conteneva una testa umana.
La metà sinistra di una testa umana pietrificata e segata.
La testa, Fùlleri era sicuro di riconoscerla..."
Un originale cadeau dà il via a un viaggio tra tombe e
scheletri, corpi pietrificati e antichi misteri: dalla Pianura
Padana al dolce giugno toscano, Fulvio Fúlleri si muove con la
determinazione dello scienziato e la passione dell'indagatore di
misteri per ricomporre un macabro puzzle.
LUIGI GARLASCHELLI è chimico presso l'Università di Pavia, si
interessa da anni, oltre che di scienza, anche di fenomeni
paranormali - o presunti tali. Ha già pubblicato quattro libri:
Processo alla Sindone, I segreti dei fachiri, Investigatori
dell'occulto e Rabdomanzia (Avverbi Ed.) Questo mystery è la sua
prima opera.
GENERE Giallo/Thriller
ANNO pubblicazione 2006
PREZZO € 16,00
NUMERO Pagine 224
FORMATO: 21 X 14, brossura
ZONA particolare: Lombardia e Toscana
ISBN: ISBN 88-6038-001-4
Neftasia Editore srl
Via Degli Abeti, n. 346 - 61100 Pesaro tel. 0721 259111 Cod.
Edit. 208461- ISBN88-6038 C.C.I.A.A. 02214640415
www.neftasia.com
info@neftasia.com
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Fantasy, zen e vecchie canzoni... Ovvero il
nuovo libro di Marco Milani.
Il guerriero di luce
Marco Milani
Larcher Editore - Anno Edizione: 2006
Codice ISBN: 8888583173
Pagine: 220
Prezzo: 10€
Collana: Feeria - Genere: Romanzo Fanta-Zen
http://www.larchereditore.com/catalogo/libro.asp?id=8888583173
Può
un'esperienza "interiore", che ha come scopo l'annullamento
dell'"io", diventare materia narrativa, romanzo d'avventure
picaresche? Il nuovo libro di Marco Milani è proprio questo. Le
avventure "mentali" di un uomo che ha intrapreso il cammino
della meditazione secondo le antiche filosofie orientali. A metà
strada fra un originale esperimento letterario e un saggio
introduttivo ai principi base della meditazione, Il Guerriero di
Luce introdurrà il lettore in questo universo affascinante
conducendolo verso la conoscenza di una affascinantissima
dottrina orientale, senza mai prendersi troppo sul serio, con un
piglio ironico che ha tutto il sapore della vera saggezza.
Se desiderate ordinare direttamente il libro potete farlo con un
comodo contrassegno, inviando un fax al numero 030.2551000.
Oppure tramite una e-mail indirizzata a:
info@larchereditore.com
Da oggi i nostri libri diventano "amici delle foreste"!
Larcher Editore aderisce all'appello di Greenpeace.
Da qualche tempo Greenpeace ha indetto una campagna per la
salvaguardia dei boschi e noi abbiamo deciso di aderire
all'iniziativa: d'ora in poi i nostri libri saranno stampati su
carta riciclata ecologicamente (senza sbiancanti a base di
cloro, per capirci). Speriamo così di contribuire, nel nostro
piccolo, a ritardare il più possibile la cancellazione di ciò
che resta delle foreste. In fondo chi meglio di un editore
conosce il valore prezioso degli alberi: essi ci forniscono la
carta che tanto amiamo leggere, sfogliare, annusare e toccare...
E anche se parrà strana questa cosa detta da chi fa il nostro
mestiere: l'amore esige rispetto. E noi amiamo gli alberi ;-).
Fabio Larcher
Marco Milani, nato a Como nel 1964, vive a Stienta (Rovigo).
Webmaster del sito www.domist.net ha pubblicato presso
Prospettiva Editrice due volumi di racconti fantastici: Sognando
e Dintorni (2004) e HSF (2005).
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I boschi della luna
Festa Giuseppe
Che
cosa accadrebbe se, all'improvviso, qualcuno spegnesse per
sempre l'interruttore dell'energia? La nostra vita
precipiterebbe davvero nel Caos e nella barbarie? Con ogni
probabilità, sì. Ma oltre il bartatro potrebbero svelarsi
prospettive sorprendenti e inaspettate. Forse la nostra
dipendenza dalla tecnologia potrebbe rivelarsi più superficiale
di quanto normalmente ammetteremmo; forse il nostro divorzio
dalle cosiddette "comodità" anziché metterci ferocemente gli uni
contro gli altri ci restituirebbe al nostro innato bisogno di
socialità; forse il rinnovato contatto con la Natura ci farebbe
riscoprire il senso del magico e del meraviglioso a cui il mondo
tecnologico ci ha disabituato e che potremmo ritrovare
passeggiando nei Boschi della Luna. Già. Forse. Ma le cose non
sono mai così semplici, come ben sa Giuseppe Festa, il quale
inventa per noi un romanzo avvincente e profondo, che ci invita
a riflettere sulla pericolosa strada intrapresa dall'uomo
moderno: solo coloro che hanno saputo ritrovare il sentiero che
li lega alle origini e alle tradizioni si salveranno dal
tracollo. I Boschi della Luna non è soltanto elegia: è elegia ed
epica insieme. L'avventura (talvolta spietata, tal'altra buffa)
si mescola all'idillio; l'idillio alla paura; la paura alla
speranza; e la speranza lega insieme la vita e la morte in una
visione ottimistica e mai scontata delle possibilità umane.
I boschi della luna
Festa Giuseppe
Casa Editrice: Larcher Editore
Anno Edizione: 2006
Codice ISBN: 8888583181
Pagine: 256
Prezzo: 10€
Genere: Romanzo Fantastico
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Antonio Sofia,
Marta
romanzo scaricabile gratuitamente in pdf all'indirizzo:
http://www.wolfsrain.it/wolfsrain/marta.pdf
Marta: un nome al centro del mio romanzo.
Ma forse è proprio l'atto del nominare, e creare,
il nodo risolutore di un giallo paradossale.
Il Commissario Palazzo,
indegno erede di Anna Karenina nella tardiva comparsa sulla
scena,
giunge al lettore che sa aspettarlo: per mettere ordine e
provare a riempire i vuoti delle morti raccontate. E per questo
impossibili al dirsi.
Lettere. Confessioni. Pensieri. E lo spazio intorno così aperto
da risultare inutile. O schiacciante. Come i visi, come i
movimenti, lo spazio.
Ho avuto, ho dubbi e domande e chiedo aiuto: al lettore, solo a
lui, aiuto. Perchè Marta sia chi non so ancora.
Meraviglia.
È vuoto e pieno,
il pugno chiuso.
Marta: un romanzo nascosto in un nome.
In ogni nome un romanzo
e la fatica di scriverlo.
Ti darò una stanza
e nella stanza un nome
chiamerò
per te
un padre
una madre
e costruirò
una città d'oro
vicino al fiume
un ponte
ti darò il primo bacio
e ti guarderò nuda
dopo averti amato
ti guarderò nuda
suonare il violino
poi
cadrà
il sonno
cadrà il sonno
su tutte le parole del mondo.
E Marta:
ti proteggerò
da quel che c'è
e da quel che non c'è.
Tuo,
Commissario Palazzo.
A.
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