|
Una rosa delle meraviglie
Da qualche anno vivo in un piccolo villaggio,
le poche case sembrano sementi sparse dalla mano di un contadino
parco, nella Terra dove ebbero i natali i miei Avi. Le casette
sono circondate da umili, ma graziosi, colorati orti fioriti, da
frutteti e campi coltivati con tenacia, boschetti di lecci e
cipressi, qua e là una quercia secolare, un grande cipresso, ove
trovò rifugio anche qualche partigiano, ed in primavera un mare
di giallo; le ginestre. Ci raggiunge il profumo del mare reso
ancor più soave dagli effluvi delle erbe mediterranee che
rivestono i declivi costieri. La strada, quella che ci collega
alla provinciale, il Comune, in nome della modernità, ha pensato
bene di asfaltarla e solo grazie alla mancanza di fondi si sono
salvate le altre stradine. Allora ho deciso di passare sulle
poderali. Sono stradine di terra battuta, battuta dal secolare
passaggio degli animali da lavoro, e delimitate da muretti a
secco innalzati negli anni con le pietre cavate dalla terra
caparbiamente coltivata. In una casetta, poco distante dalla
mia, è venuta ad abitare un'artista, una pittrice quotata,
secondo radio chiacchiera-paese, ma ella dipinge alla maniera
dell'Impressionisti la qual cosa non sempre è ben compresa. I
pittori Impressionisti, con la scelta di rappresentare la realtà
e nella consapevole mutevolezza della luce, esaltano su tutto la
sensazione dell'attimo fuggente, sensazione che si perde con una
stesura troppo meditata dell'opera. La Pittrice è giovane ed ha
un figlio, con un nome estroso come lo è la madre, il quale
scorazza con la bici per le strade circostanti. In nome
dell'Arte un giorno andrò a farle visita per gustare le sue
opere pittoriche. Ebbene, tornando all'argomento, questa mattina
per recarmi al mare ho preso la stradina polverosa dietro casa,
il Sole indorava la vallata mentre la Luna era nel punto più
alto dunque nell'eterno inseguirsi il Sole aveva raggiunto la
sua Luna. Dopo una curva la strada costeggia la casetta della
Pittrice. La stradina corre stretta fra gli alti muri di pietre
e dal muro del giardino di quella casetta sporge una Rosa, non è
una rosa selvatica ma è una pianta forte, vigorosa. Sta davanti
a me occludendo il percorso, per passare dovrei cambiare strada.
E' una Rosa inopinatamente bella, unica, mai vista e mai ne
vedrò una uguale. Possiede un profumo delicato ma inebriante e
colori puri, magici. Lei è speciale, magnetica, non riesco a
distogliere lo sguardo dai suoi petali cangianti e vellutati,
dai suoi boccioli simili a labbra dischiuse al bacio.
Ondeggiando al vento sembra chiedere di raccoglierLa, dire che
donerà il suo arcobaleno e il profumo con tutta la magia di cui
sarà capace, essi saranno solo per me. Come tutte le rose anche
Lei ha le sue spine e non fa nulla per nasconderle, anzi, le
mette bene in mostra come voler mettere in guardia. Le spine
lasciano dolorose ferite. Intanto ondeggiando al vento sparge il
suo inebriante profumo che m'avvolge e quasi stordisce. Potrei
raccoglierLa rischiando di pungermi, ma, è solo un rischio non
una certezza. L'unica certezza è che se non La coglierò non
saprò mai cosa si prova ad accarezzare i suoi petali vellutati e
lasciarsi inebriare dal suo profumo. Oppure potrei lasciarLa lì
e vivere con il rimpianto di non avere saputo cogliere l'attimo.
Intanto non faccio nulla, resto a guardarLa, stupito ed
ammaliato nello stesso tempo, e la Rosa continua ad ondeggiare
petulante al vento.
|
|
|