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Narrativa
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi narrativi inediti,
purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
Partita di calcio a Napoli
est di Giuseppe C. Budetta,
Il cupolone di Giuseppe
C. Budetta, Alle grotte di
Burgio di Antonio Carollo,
Ten bells (prima parte)
di Italo Magnelli, La
lastra di ghiaccio di Pietro Rainero,
La dama inglese di
Pietro Rainero
Poesia in italiano
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, purché rispettino
i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Erika Casini,
Antonio Caterina,
Rossana D'Angelo, Italo
Magnelli, Emidio
Montini
Poesia in lingua
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Norys il Nano e la principessa
Giada:
Intervista a Cristian Vitali
Ho conosciuto questo giovane
collega autore di fantasy grazie all'amico
Italo Magnelli, il quale mi
ha regalato per il mio compleanno il primo volume
della sua saga "Il canto delle montagne", libro che
ho letto con grande piacere e che mi ha ispirato la
scrittura di un articolo in
cui pongo a confronto la mia opera con la sua. Ho
poi avuto l'onore di intervistarlo, tramite mail.
Nel frattempo sto leggendo il secondo volume della
saga, di cui mi ha fatto dono l'autore stesso (io
per ricambiare gli ho spedito "Sempre ad est").
Cristian è un autore che merita di essere letto e
conosciuto; uno dei non molti esempi di buon fantasy
nostrano.
Quali sono stati i tuoi modelli letterari, gli
autori che hai amato di più, che hanno contribuito a
formare il tuo stile?
Credo che ogni autore letto contribuisca a
formare in qualche modo il proprio stile. Tolkien
certamente mi ha aperto le porte del fantasy e in
questo genere è quello che apprezzo di più, in
particolare per la sua capacità di trasmettere
emozioni e presentare un'ambientazione incantevole
ed epica senza mai intingere la penna nel volgare.
Quanto conta per te l'ispirazione, quanto la
tecnica? Sottoponi spesso i tuoi lavori ad un lungo
labor limae oppure ha maggior peso la spontaneità
del momento creativo?
L'ispirazione è fondamentale, ma occorre anche
la tecnica per raggiungere un buon risultato. Il
labor limae fa parte di essa. È lo scalpello sottile
che può trasformare il pezzo grezzo, dalle fattezze
ancora incomplete, nell'opera d'arte.
Cosa pensi dei concorsi letterari?
Penso che siano una buona strada d'inizio per lo
scrittore che intende farsi conoscere e mettersi in
gioco, ma non l'unica.
Quale peso ha il retroterra culturale nella
creazione letteraria?
Un peso importantissimo che può fare la
differenza, ma che non può andare da solo. Ci vuole
anche cuore per dare un'anima al libro.
Le parole chiave dell'èra attuale, battezzata
"èra digitale" sono: multimedialità, mass media,
integrazione, virtualità. Cosa hanno cambiato le
nuove tecnologie digitali nella creazione artistica,
se hanno cambiato qualcosa?
Per quanto riguarda i libri, l'immediatezza e la
facilità di realizzarli. E direi anche di leggerli.
Con pochi clic la propria opera diventa disponibile
in tutto il mondo e in un istante può essere
acquistata e trasferita sul proprio dispositivo di
lettura digitale. Penso sia un grande aiuto per
tutti gli autori esordienti e offra ai lettori
un'ottima possibilità di leggere nuove "penne".
Manterrà il proprio ruolo il testo cartaceo di
fronte al dilagare di internet e degli ipertesti?
Sì, libro e carta sono indivisibili. Il digitale
lo vedo come un supporto al cartaceo per la sua
indiscussa comodità. Del resto non riesco a
immaginarmi un libro unicamente digitale, pur
essendo io stesso un informatico. Sono due cose a sé
stanti, che andranno avanti ciascuna sul proprio
binario.
Cosa pensi dell'autopubblicazione?
E' la nuova grande strada dell'editoria,
destinata a crescere ancora molto e ad affiancarsi e
a collaborare con le case editrici tradizionali.
Auto-pubblicarsi è innanzitutto una scelta di
libertà, pur sapendo che con essa si dovranno
adempiere anche a tutti i compiti dell'editore,
dalla pubblicità alla partecipazione alle fiere.
Eppure questa è la vita dello scrittore
auto-pubblicato.
Quando e come hai iniziato a scrivere?
Ho sempre scritto. Inventare storie mi veniva
naturale. Ho continuato nell'adolescenza scrivendo
brevi racconti fantasy finché, nel 2006, mio
fratello mi consigliò l'idea di scrivere un libro
vero e proprio. Da lì è iniziato tutto.
Ho avuto il piacere di leggere il primo volume
della tua saga fantasy "Il Canto delle Montagne", di
chiara ispirazione tolkeniana. Vorrei domandarti
come è nata quest'opera, come si sviluppa, notizie
sui volumi successivi…
L'inizio di questo imponente progetto lo devo
appunto a mio fratello. È stato lui a consigliarmi
di trasformare una serie di racconti fantasy in un
libro. Era alquanto complesso amalgamare quelle
storie distaccate in un'unica trama, così è
cominciato subito un lavoro più specifico, gettando
infine le basi per quello che sarebbe diventato
l'inizio della saga de "Il Canto delle Montagne",
strutturata in cinque volumi, due dei quali sono già
stati pubblicati, mentre il terzo è tuttora in
lavorazione. L'uscita è prevista per dicembre 2016.
Nel tuo libro è molto presente l'elemento
spirituale-religioso, di chiara matrice cattolica.
Puoi parlarci di questo aspetto?
L'aspetto spirituale-religioso è inscindibile
dall'essere umano e perciò suscita sempre interesse;
proporre simili argomenti di riflessione in un
contesto fantasy mi ha entusiasmato sin dal primo
momento, come scrittore fantasy e come cattolico.
Una novità che spodesta il ruolo assoluto ed
egocentrico della magia nell'ambientazione fantasy
tradizionale. Ne "Il Canto delle Montagne" infatti
sono presenti entrambe, rappresentate come forze
contrapposte. Realizzare parallelismi tra la
religione principale praticata nel regno di Nymor e
la religione cattolica è stata una scelta
consapevole e felice, che ha arricchito molto
l'ambientazione stessa.
Hai mai pensato ad una trasposizione
cinematografica dei tuoi romanzi? In caso
affermativo, quali attori e attrici vedresti bene
nei vari ruoli principali?
In qualche modo lo riesco a immaginare come se
fosse già un film, ma non disdegnerei certo un
simile progetto. Penso che un Russell Crowe nei
panni di Lucio sarebbe molto interessante.
Hai scritto anche altre cose?
Di ufficiale no. Mi sono dedicato totalmente a
"Il Canto delle Montagne".
Progetti per il futuro?
La priorità al buon completamento de "Il Canto
delle Montagne", e questo richiederà almeno altri
tre anni. C'è tempo per pensare e la fantasia non
manca.
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