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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Amanda Nebiolo,
Alejandro César Alvarez,
Paolo Del Rosso
Aforismi
Interviste
Paolo Adamo è autore del
romanzo "giovanile": Milano Baby'lone
intervista a cura di
Alessandro Rizzo
Recensioni
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Da "La dea della geometria"
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Introduce la mano ed è caldo,
le onde provengono da lontano, con l'impeto
dell'acqua negli idranti, ma verso l'alto è gelido
e terso, come un mattino di Febbraio sullo Ionio,
l'occhio si distacca come un uccello, osserva
l'orologio degli eventi ruotare e l'erba crescere
nel giardino impraticabile,
i camminamenti di pietra spariscono e i figli
escono dalla porta di servizio,
la sua donna, col volto pieno di date
come i libri di storia, gli mostra la mappa attuale
della loro vita, e sotto quella, politica e cangiante,
egli intravede, senza confini, la stabile e anelata
pace geografica.
***
Lo sforzo di rappresentare in astratto, con formula matematica,
lo spirito
si infrange sempre su risultati antropomorfi, dai quali, anche
dopo la morte,
scomposizione geometrica della figura,
si ricavano solo valori di superficie, come il dato numerico di
base, altezza, lato,
utili appena alla resurrezione della forma.
***
E viene l'ora di rilegare le pagine,
il ferro della cucitrice trapassa la carne,
con la formula che pone in rapporto
il tempo, il dolore e l'ordine che alla propria vita,
con fatica, si tenta di dare,
e fra quelle ingiallite e le mancanti, l'albero
conosce l'affanno della sua irreversibile stagione autunnale,
prima del macero finale, e i nuovi fogli ricavati,
che si riscriveranno.
***
Si osserva nella stanza come un oggetto,
un bronzetto riverso di Colapesce con la coppa
nella mano, ma privo di corpo, di spessore, istantanea di se
stesso, che mai potrebbe cogliere altrimenti, come la carta di
un fante
prima d'essere giocata, chiara da un lato
e oscura dall'altro, quello che si mostra,
in agguato.
***
Con le dita sfiorava ogni sera il dorso
dei suoi libri in fila sugli scaffali,
portando via con sé solo un velo di polvere,
una diversa memoria di ciò che aveva appreso,
ora sensibile all'impronta,
poi, di giorno, una mano passava
su di lui col panno,
e la sua mente ritornava un solido
immerso nell'acqua,
in precario equilibrio fra la spinta
ad emergere e il bisogno di sprofondare.
***
La sfinge è nata come certi calli,
una frizione col mondo, reiterata nel tempo,
il volto leso sempre nel punto debole
della sua smorfia di dolore,
legandosi a lui come un anestetico al nervo,
a volte,
gli s'acquatta sul petto come un gatto di casa
e fa le fusa se tremano le fondamenta,
quando vacilla il senso delle cose per le quali si vive,
e pietra contro pietra, sulla durezza del suo animo,
genera un calore minerale, sovraumano,
come il fuoco della creazione,
la sua scintilla.
***
Al mostruoso essere,
che non può fare parte di noi
in realtà apparteniamo,
come un corno, una zanna,
uno dei suoi artigli.
***
La mente s'è inspessita come una lente,
poiché con l'intelletto l'uomo scruta
verso l'alto, e quel che cerca non vede
e lo sforzo lo degrada fino al miraggio,
e in questo crede,
e alla montatura non bada, impercettibile,
e durevole, e dorata.
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