|
|
Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai,
Dario De Lucia,
Amanda Nebiolo
Interviste
Intervista a Dario De
Lucia
a cura di Massimo
Acciai
Il Simposio di Poeti: Intervista a Giovanna
Salerno
a cura di Massimo
Acciai
Recensioni
Saggi
|
|
Eureka! Ce l'ho fatta! Dopo tanti
anni, dopo così tanto lavoro, ho finalmente
inventato la macchina del tempo! Certo mi è costato
molto questo. Mi ha causato un esaurimento nervoso,
il divorzio da mia moglie, la perdita del mio posto
di docente all'università, delle amicizie, e ho
dilapidato tutti i miei risparmi. Ma eccola qui, la
mia invenzione. Sono riuscito a fare quello che
nessuno prima d'ora aveva nemmeno tentato. Ora però
devo riflettere. Questo veicolo non è molto stabile,
si regge per scommessa. È un baracchino lungo appena
due metri e mezzo e largo un metro e mezzo. È
artigianale, non ho certamente avuto accesso alle
varie tecnologie industriali, quale grullo avrebbe
mai finanziato un simile progetto? Potrebbe non
essere in grado di affrontare il viaggio di ritorno.
E non è detto che in un'altra epoca sarei in grado
di trovare gli strumenti necessari per rimetterla a
posto. Perciò è fondamentale valutare quale possa
essere il periodo storico più congeniale per me.
Perché io voglio andarmene dal mio tempo.
Generalmente, quando la gente è stufa della propria
vita, si accontenta di cambiare città o magari
stato. Ma io no. È per questo che ho inventato
quest'arnese, per recarmi in un'altra epoca e
ricominciare tutto da capo. Anche se, forse sessant'anni
sono un po' troppi per pretendere di ricominciare
una nuova vita.
Il futuro l'avevo scartato sin dall'inizio, troppe
incertezze, inoltre, il mondo più andiamo avanti e
più peggiora, quindi lasciamo stare.
Il passato. Qual è stata l'epoca migliore per
l'uomo? Ci penso, ma non riesco a trovare una
risposta. Credo non ci sia un'epoca migliore delle
altre, è tutto soggettivo. Chiaro che, non dovrei
spingermi troppo indietro. È fattibile pensare di
trovare la propria felicità nel Medioevo, ad
esempio? In epoche in cui i diritti dei più deboli
non venivano rispettati? Ma anche se vado indietro
di poco, troverei sempre delle situazioni più
disagiate del presente. Medicine non ancora
inventate, tante comodità in meno, sarei mai in
grado di ambientarmi? Certo, per par condicio, è
giusto dire che troverei un'aria più pulita e un
mare che non è una raffineria. Non lo so. Solo nel
secolo appena concluso ci sono state due guerre
mondiali, il fascismo, gli anni di piombo, in che
periodo potrei mai "infilarmi"? Mi sento combattuto:
da una parte sono desideroso di conoscere periodi
molto lontani dal nostro, ma dall'altra, mi rendo
conto che non ci andrei da turista per qualche
giorno nell'epoca che sceglierò, ma tutta
un'esistenza. Quindi al diavolo gli ideali
romantici, devo pensare alla vita pratica.
Penso, medito, rimugino e mi viene in mente una
cosa: che senso ha, andare in un'altra era per
tentare di trovare lì la felicità, quando sono già
stato un completo fallimento? Sì, sono un fallito.
Ho inventato questo aggeggio per solcare il tempo, e
allora? Mia moglie mi ha lasciato, non mi è rimasto
più un solo amico, ho trascorso venticinque anni
rinchiuso in questo garage per avere una vita
migliore, quando, in realtà, stavo buttando nella
spazzatura quella che già avevo. La causa della mia
infelicità non è colpa di questa epoca, ma del mio
cervello. Qualsiasi periodo io mi possa scegliere,
sarei un fallito lì, come lo sono stato qui. Ho
sperperato la mia esistenza. Non sono più nulla, non
possiedo più nulla e soprattutto, non avrò mai
nulla.
Ora che ci penso, c'è un'epoca in cui potrei andare:
sì, è un'ottima idea.
Prendo una borsa e ci metto dentro una serie di
oggetti utili. Entro in macchina, controllo che
tutti i comandi funzionino correttamente, accendo il
motore. Sul display del cruscotto appare una
scritta:
SELEZIONARE DATA: ora gg mm aa sss mmmm a.C. d.C.
Immetto la data: 13,30 05 03 50 900 1000
Sono circa cinquantasei anni fa.
La macchina fa un rumore inverosimile, maledetta,
speriamo non si ingolfi il motore. Ora balla sempre
di più, ora oscilla a destra, ora oscilla a
sinistra, adesso vengo spinto in su, adesso vengo
spinto in giù.
Credo che questa baldracca stia per esplodere, tanto
lavoro per nulla brutta figlia di…
…Con forza vengo scagliato su di un prato isolato,
l'unica fortuna in tutta la mia vita. La macchina è
distrutta, ma non me ne può fregar di meno. Roma
anni cinquanta è favolosa, ma non ho tempo per
questo ora. Prendo due linee di autobus con vecchie
monetine in lire che mi ero conservato prima
dell'avvento dell'Euro. Giungo ad una via di
periferia. In fondo c'è una palazzina, che io
conosco fin troppo bene! Nel cortile c'è un bambino
che sta accarezzando un gatto. Disto dal bambino più
di cento metri, ma so che il bambino sta dicendo al
micio che tra poco il padre rientrerà a casa e gli
porterà sicuramente un bel regalo, perché oggi è il
suo compleanno! Mi avvicino al bambino, il felino
fugge via. Guardo il piccolo negli occhi. Il suo
sguardo non è ancora segnato da tutto ciò che vedrà
in futuro. Conosco questo bambino fin troppo bene!
Lui mi guarda, lui ancora non può sapere.
La tiro fuori dalla mia giacca.
Lui mi sorride. Pensa sia un gioco.
Premo una, due, tre, quattro, cinque… E poi… … … … …
… … …
|
|
|