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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai,
Dario De Lucia,
Amanda Nebiolo
Interviste
Intervista a Dario De
Lucia
a cura di Massimo
Acciai
Il Simposio di Poeti: Intervista a Giovanna
Salerno
a cura di Massimo
Acciai
Recensioni
Saggi
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Io vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita.
Sandro Penna
Il viaggio ha sempre lo stesso percorso.
Alla guida, un esperto distratto, fa manovre
azzardate. Il paesaggio scorre veloce.
A tratti la via Francigena mostra il suo scheletro
di pietra. Qualcuno lavora nei campi. Lo vedo da
come si alza la polvere. Il trattore si allontana
finché il suono del motore si spenge.
A mezzogiorno, poco spazio per l'ombra: sono
ravvicinate al suolo le spighe del grano.
Non danno l'idea di un abbondante raccolto. Troppi
tratti verdi si sono inariditi. La villa
con piscina è pronta per l'estate, ma sotto
gli ombrelloni colorati non c'è nessuno.
Il viaggio prosegue in silenzio.
Non si sa mai come andrà a finire.
E se me lo immagino, alla fine, sono delusa
comunque. Il rumore della frenata mi confonde.
Sempre.
Colpa di chi non rispetta le leggi - mi dice
il guidatore - delle pessime strade di queste parti.
Gli incidenti consacrano troppe vittime. Apro il
giornale e leggo il quotidiano ripetersi
di stragi. Non sono trucchi statistici, i morti
ammazzati. Qualunque cosa accade non è
una idea virtuale. Non mi rilassano queste notizie.
Non aiutano ad orientarmi. Così sottolineo aspetti
negativi. In questo tratto
si va veloci, quasi una fuga dalla città. La città
per crescere mette radici lungo strade sotterranee.
Altre diminuiscono. Hanno radici spezzate. La sera
scompare nella notte, la notte nel nulla. Per strada
le auto che sfrecciano
si incrociano. Suonano il clacson con impaziente
rumore.
All'orizzonte c'è il mio paese e la sua rocca.
Quella ha il predominio su tutto. Sulla prima
collina un campo di grano non ha un colore allegro.
La caligine ne attenua la bellezza.
Sulla seconda collina c'è solo una casa bianca.
Spicca quel bianco tra il verde dei cipressi
e i campi intorno. Quella è una casa spaccata,
assente, come tante. La terra sa il suo percorso,
le sue stagioni. Mi abbasso. Non ho paura di toccare
la terra davanti a me, né le sue mutazioni. Nessuno
interferisce. Nessuno interviene. Una nuvola fa da
confine. Arriva da lontano un aereo. Brilla alto.
Vedo la sua scia. Non sento il suo rumore, né lui il
mio. Siamo entrambi stranieri.
Il viaggio prosegue come sempre.
Ottobre 2007
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