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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai,
Dario De Lucia,
Amanda Nebiolo
Interviste
Intervista a Dario De
Lucia
a cura di Massimo
Acciai
Il Simposio di Poeti: Intervista a Giovanna
Salerno
a cura di Massimo
Acciai
Recensioni
Saggi
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Prima di essere una donna, la
parte bambina crede in Dio.
Lo vede tra la gente, lo ama in un uomo, gli affida
il futuro.
Ma un giorno Dio sparisce, non la gente, non la
strada, non il tempo.
In un attimo tutto diventa secco e zitto, e la
bambina muore.
La donna prende in mano la sua delusione, minaccia
Dio,
uccide gli uomini, cambia città, paese, cambia nome.
Continua per sempre a seguire la sua religione
infantile,
si cerca un Dio dietro l'altro, ma non ne trova uno
che sia adatto.
Invecchia nella convinzione che il mondo sia
maledetto,
che il suo Dio, sia stato un uomo, un ideale, o una
vecchia scarpa
non l'aiuterà più per quello che le rimane da
vivere.
Non le resta che impazzire. I pazzi sono come i
bambini.
9 Settembre 2003
Ho nostalgie dotate di ali che
viaggiano nel tempo.
Ogni tanto, a distanza di giorni o di anni,
ritornano.
Mi trovano la sera seduta, ad Agosto, davanti la tv.
Sento la nostalgia di stati d'animo. Oramai perduti.
Neanche ricordo dove li ho provati. Chi era con me.
Sono pensieri astratti. Colori informi. Arcobaleni
in terra.
Sono schegge di specchi infranti che riflettono male
il mio viso, lo distorcono come era due, tre,
quattro anni fa.
Com'era sei, sette, otto, nove e dieci anni fa.
E posso continuare a contare fino alla vita
precedente,
fino all'origine del mondo e della luce.
Posso contare parti di me nel passato all'infinito
e avere nostalgie immense, che si ammassano nel
caldo.
20 Agosto 2007
Oggi reagisco a grugniti. Perché
ieri mi sono portata appresso un bagaglio
pesantissimo, con la roba sparsa per casa di
Guilherme, che lui
mi aveva raccolto e buttato dentro quella valigiona
verde scura, che almeno
quattro volte è andata su e giù per il mondo. E si è
andata a rompere giusto ieri.
Sono rimasta col manico in mano. Le rotelle che
venivano via.
E quei cinquanta chili tra carte e libri e cinque
borsette che non vedevo da mesi.
In autobus lui mi aveva parlato del fatto che si
ritrova senza soldi:
- Se ti serve una mano, chiedimi pure. Hai capito?
Se ti servono soldi, dimmelo.
E allora ho pensato che magari gli ricompro la
valigia, gliela faccio nuova,
questa la butto, la distruggo, mi ci vendico sopra
per il colpo nello stomaco
che mi ha dato ieri mentre facevo di tutto per farla
scendere dal treno.
14 Settembre 2006
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