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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a
chiunque voglia inviare testi poetici inediti,
in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi
morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai,
Dario De Lucia,
Amanda Nebiolo
Interviste
Intervista a Dario De
Lucia
a cura di Massimo
Acciai
Il Simposio di Poeti: Intervista a Giovanna
Salerno
a cura di Massimo
Acciai
Recensioni
Saggi
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La poesia non so cosa sia
La poesia, cosa sia è un
interrogativo che ci si pone spesso, senza riuscire
a definirlo: il termine deriva dal greco Poiein che
vuol dire Fare, Costruire… quindi è un costrutto di
parole.
Però non basta perché non basta mettere insieme
delle parole per creare una poesia, tant'è che
esiste il termine dispregiativo "parolaio" per
definire il non poeta o di "paroliere" per chi
scrive per mestiere. Per non parlare dei narratori o
dei romanzieri o degli scrittori in genere che
anch'essi fan uso della parola e per essi è stato
coniato il termine di "prosatori" o scrittori in
prosa, mentre per i giornalisti si parla di
"cronisti". Per quanto di alcuni scrittori di dice:
che romanzo,che racconto poetico !
Allo stesso modo un film può esser poetico, una
fotografia può esser poetica, ma non sono poesia.
Come di un pittore si può dire che si esprime come
un poeta, lo stesso di uno scultore… oppure
affermare la poesia di un'architettura. Di una
bambina, dall'espressione dolce e dai modi gentili,
possiamo dire "angelica". Ma sappiamo bene che la
bambina un angelo, di sicuro, non lo è. Lo stesso di
un bel volto di donna diciamo che è poetico, che è
una poesia. Tanto il termine è abusato che di un
grande cuoco si arriva a dire che è un poeta della
cucina e di un celebre dongiovanni che è un poeta
della camera da letto… E così eccoci di nuovo a
chiederci di Poesia.
Ma allora entriamo nella distinzione tra le varie
forme d'arte: arte visiva (pittura, scultura,
architettura, e design in genere), veicolata e
legata alla necessità degli occhi ed alla
concretezza del supporto, il foglio o la tela, o il
mattone, il marmo, il bronzo, il legno, mentre per
la poesia basta l'orecchio, tant'è che ci piace
ascoltarla dagli altri ed acquista più dimensione a
seconda di chi legge (nell'antichità i poeti erano
chiamati "aedi" e si affidavano all'oralità quando
ancora non esisteva il supporto cartaceo, basti
pensare ai Poemi Omerici tramandati oralmente).
Allo stesso modo di certa poesia si dice che è
musica per le orecchie, ma evidente mente non è
musica ! Ecco allora i rimatori con la rima baciata,
alternata, etc. che cercano la rima ad ogni costo e
oggi fan ridere: forse la più grande rivoluzione
nella poesia è l'aver tolto la rima e la metrica in
modo da renderla più immediata e incisiva.
Allora cos'è che contraddistingue la poesia? Forse
proprio l'immediatezza e l'incisività, la
possibilità di colpirci, di esprimersi unica e
folgorante: ma allora anche l'invettiva, la
bestemmia, la cacofonia, il pugno nello stomaco, i
contorsionismi verbali, gli ermetismi, i futurismi,
il ventri loquo, il disgusto, la pazzia, il rutto,
il vomito, la spazzatura, ciò che vien definito
trash.
Ma durano il tempo e il spazio che meritano, mentre
la poesia…
Forse sta in questo la differenza, la capacità di
veicolare messaggi e temi eterni in modo che
appaiano chiare e persuasive riflessioni di portata
esistenziale alla coscienza di tutte le latitudini e
longitudini di ogni età e tempo, cioè universali,
che facciano esclamare: è vero, è proprio così. E
farceli sentire intimi con noi stessi come se
fossero nostri. Ed ognuno di noi divien poeta egli
stesso,come dice Darek Walcott. Ed affermare
l'eternità di Dante, o Carducci, o Foscolo allo
stesso modo dei poeti Greci, Latini, o Assiri o
Egizi 2 mila anni fa, che sentiamo vivi e palpitanti
come adesso e non ci meraviglia sentire: dice
Catullo, dice Omero, dice Saffo, dice Leopardi, etc.
Infine riguardo alla questione se è lecito valersi
di una scala etica per la valutazione della poesia,
rispondo con Dante Maffia che la poesia è varia come
la vita, e come la vita, può essere bella o brutta,
cattiva o buona, desiderabile o esecrabile, generosa
o accidiosa, umile o eroica sacra o carnale, dolce o
amara, ma è sempre vita, è sempre poesia.
Infatti vi è la poesia epica, la poesia amorosa,
quella religiosa, la erotica, la ode, la cantica, la
satira, la lauda, la ludica, la scatologica, l'inno,
il sonetto, il ditirambo.
Quanto al ruolo, se cioè la poesia debba avere un
ruolo salvifico e possa aiutare la vita, basta
chiedersi chi non ha trovato consolazione e spinta
in Leopardi o Foscolo, oppure non si è identificato
col prode Achille o con Enea, o con la bella Elena o
Penelope, etc, etc
Credo che oggi definire la poesia sia più che mai
arduo. Proprio recentemente ho letto un testo di
critica che confrontava il percorso della poesia
degli ultimi 50 anni senza arrivare sostanzialmente
a nulla. Tanti sono i canoni interrotti, la
strutturazioni di destrutturazioni fatte dalle
avanguardie che ci troviamo di fronte ad un'arte
senza canoni. Anche le antologie poetiche, se
guardate, mancano quasi sempre di affrontare la
possibilità di canoni strutturanti. In alcuni casi
la canzone utilizza la versificazione della poesia
più classica.
Ma allora cosa secondo me è poesia?Cosa cerco in un
testo per definirlo poesia? Non posso che proporvi i
miei canoni, ma con molta umiltà: la parola deve
suonare, possibilmente incantare, emozionare anche
ed oggi più che mai deve affrontare la vita non solo
chiusa nella stanza del poeta ma anche saper
scendere nelle strade affrontando una proposta di
socialità. Non appendiamo le cetre solo perché
troppi le suonano, magari cambiamo le accordature
per farci sentire.
Credo che la Poesia non sia definibile a priori, la
Poesia è essere, divenire e rinascere. La Poesia è
filosofia e religione, arte e letteratura,
educazione fisica e fisica. La Poesia è matematica,
è razionale e irrazionale, logica, intuitiva,
illogica e folle. La Poesia siete voi, sono loro,
siamo noi. Sì credo che la poesia sia,
fondamentalmente, creare e essere creati.
In fondo lo scrivere è una lotta contro il tempo,
contro l'oblio,contro la morte, e Carducci ancor più
calcandone l'accento: "Contessa cos'è mai la vita? È
l'ombra d'un sogno fuggente"… Non fai in tempo a
sognare che il sogno diventa una pallida larva
evanescente.
Noi scriviamo perché resti memoria di un evento che
può essere l'inno al sole del faraone Akhen Aton, o
il trotto di una cavallina storna annunciante di un
omicidio, o il trillo di un passero solingo
o l'infinito oltre la siepe, o un fiorito melograno
senza più la mano di un bambino a sfiorarlo, o
l'addio di Ettore ad Andromaca e al figlioletto
Astianatte, ripreso da Foscolo: "onore di pianti
Ettore avrai ove fia sacro e lacrimato il sangue per
la patria versato e fin che il sole risplenderà
sulle sciagure umane"… che significa che per quanto
sacro e sempre lacrimato il sangue, alla fine resta
solo il sole a splendere mentre la guerra è solo
sciagura. La poesia si nutre e vive della pace,
mentre nella guerra… diventa un lamento "e come
potevamo noi cantare" dice Quasimodo: quando "l'uomo
diventa oggetto utile alle armi". Ed Ungaretti "Di
tanti che mi corrispondevano non è
rimasto neppure tanto. Ma nel cuore nessuna croce
manca. E' il mio cuore il paese più straziato".
Forse è l'afflato profetico a fare Poeta chi vede
prima degli altri e proferisce prima degli altri (in
senso temporale) anticipandone sentimenti ed idee,
talchè gli altri si identificano con Lui in una
sorta di transfert emozionale ed emozionante
insieme.
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