|
|
Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai,
Manuela Léa Orita,
Iuri Lombardi,
Tetiana Anatolivna
Vinnik
Recensioni
In questo numero:
- "L'amore ai tempi del Cavaliere" di
Francesco Vico
- "I Figli del serpente" di G.L.Barone
- "Il confessionale e l'apostolato" di Liliana
Ugolini
- "Venite Venite B-52" di Sandro Veronesi,
recensione di Stefano Gecchele
- "L'Oasi e la neve" di Monica Osnato,
recensione di Simonetta De Bartolo
- "L'amore arreso" di Zhang Ailing, recensione
di Rita Barbieri [pdf]
- "Belfine" di Paolo Ragni
- "L'ultima estate a Famagosta" di Paolo
Ragni, nota di Massimo Acciai
- "Adventurae" di Paolo Ragni
- "Racconti persi e dispersi" di Paolo Ragni
Incontri nel giardino
autunnale
Articoli
Letteratura per la Storia
|
|
Una brava donna
Mattia Tasso
Cara Maddalena,
le lascio questa lettera accanto al cuscino, nel
tentativo di spiegare il triste episodio accaduto
ieri sera.
Spero che, destatasi dal sonno, la legga e si
convinca che sono giuste ragioni ad avermi mosso,
anche se difficili da comprendere.
Non conosco il suo nome perciò la chiamerò
Maddalena, tra tutti gli appellativi di fantasia
forse risulterà il più adeguato dopo il nostro
addio.
Sento il bisogno di giustificare l'improvviso
mutamento delle cose, il motivo della differenza tra
l'attimo prima di addormentarsi e la consapevolezza
del risveglio.
Me ne sono andato stamattina, ho deciso di
abbandonare la stanza d'albergo che ha ospitato la
nostra notte.
Non volevo ferirla ulteriormente, non l'avrebbe
meritato.
Mi rincresce tremendamente la maniera in cui sono
fuggito.
Mentre le scrivo, penso che potrei comportarmi
coraggiosamente e augurarle addio di persona, una
questione d'onore.
Probabilmente, però, un vero uomo si preoccupa poco
della sua reputazione e molto del rispetto delle
donne.
Così credo troverà meno umiliante il fatto di essere
sola nel dolore piuttosto che trovarsi faccia a
faccia con chi le ha fatto del male.
Si starà chiedendo perché ho agito in tale maniera;
una domanda più che legittima alla quale, ripeto,
sento l'esigenza di dare risposta.
Vede Maddalena, io ho una famiglia, una bellissima
moglie e uno splendido figlio.
Amo molto la mia sposa, l'ho amata da sempre e non
mi sbaglio quando dico che il mio sentimento verso
di lei non finirà mai.
Un bambino, poi, credo sia la maggiore soddisfazione
che si possa provare nella vita e il coronamento di
una relazione.
Nostro figlio è la dimostrazione che siamo
indivisibili.
La passione che nella notte ho riversato sul suo
corpo è diversa da quella che posso offrire alla
donna che amo.
Con mia moglie l'emozione addolcisce l'istinto, la
pulsione da carnale diventa quasi puramente
spirituale.
Con lei, Maddalena, no.
Come potrei provare qualcosa per una donna
conosciuta qualche minuto prima e pagata per
accoppiarsi con me?
Tutti e due abbiamo soddisfatto semplicemente
esigenze diverse: per quanto mi riguarda quella di
sfogare istinti e perversioni, per lei quella di
mettere in tasca del denaro ad ogni costo.
L'una sicuramente meno meschina dell'altra.
Devo ammettere, quindi, che ritengo il mio bisogno
molto più legittimo del suo.
Il lavoro di cui mi occupo mi separa per lungo tempo
dai miei cari.
Penso a loro in ogni istante della giornata e per
tutto il tempo, nel quale sono lontano, non faccio
che provare un forte senso di nostalgia.
Mai tradirei la mia famiglia con il cuore e ciò, lo
giuro, non è mai avvenuto.
Differenti sono, invece, le impellenze fisiologiche
alle quali una persona deve rispondere e che, ahimè,
non si possono trattenere.
Un essere umano non può vivere senza mangiare, bere
o respirare.
Io, più di tutto, non potrei mai resistere senza
l'intimità di una femmina a lungo e questo, per me,
è pari al cibo o all'aria.
Non so neppure il suo nome Maddalena, non gliel'ho
domandato perché non m'interessava, l'unica cosa
importante era sfamarmi di ciò che esigevo.
Solamente una necessità fisica mi ha costretto a
stringere un accordo con lei Maddalena, a possederla
per scaricare i miei stimoli in cambio di soldi.
Tristemente devo ammettere che la mente si può
controllare ma la carne no.
Il suo corpo mi ha attratto al primo sguardo, non
lei.
Viceversa non posso certo dire la stessa cosa per
quanto la riguarda.
Io sono una persona per bene e certamente un uomo
comprensivo.
La dimostrazione del mio atteggiamento è proprio
l'indulgenza nei confronti di me stesso.
Quando un'azione travalica i limiti del giusto credo
che la cosa più sensata sia considerare i motivi che
hanno portato a eseguirla.
Se tali motivazioni superano la nostra capacità di
limitarci allora nessuna persona, per quanto forte
essa sia, potrà resistere dal compiere qualcosa di
sbagliato.
Ovviamente è una lotta impari e dunque, capirà cara
Maddalena, tali individui vanno certamente compresi.
Il mio caso lo prova: l'organismo mi ha costretto
irreparabilmente all'atto sessuale, non il personale
desiderio di tradire mia moglie.
L'istinto che mi ha pervaso era umanamente
impossibile da sopperire attraverso l'umana ragione.
Lei Maddalena, invece, come potrebbe mai essere
giustificata?
Una donna che si concede ad altri con tanta facilità
e intraprendenza come può pretendere delle scuse?
Non c'è alcun motivo trascendentale nelle sue
azioni, solo il vile desiderio di guadagno dal quale
potrebbe facilmente trattenersi.
Lei, Maddalena, è una donna corrotta.
Per questo, pur dispiacendomi per il dolore inferto,
ho dovuto farlo.
Ho sciolto del Lexotan nel vino che le ho offerto in
camera.
Dopo pochi minuti è crollata inerme in un profondo
sonno dal quale non si sarebbe mai potuta svegliare.
Come ho già detto, nutro troppo rispetto nei
confronti delle donne per vederle soffrire: ecco
quindi il perché del sonnifero.
L'ho stesa nel letto per possederla, era quasi
innocente così nuda e immobile.
Mai avrei potuto trattenermi dallo sfogo.
Dalla valigia, terminato l'atto, ho estratto il
rasoio: una lama siciliana che mi regalò mia moglie
in occasione di un Natale.
Mi ha colpito profondamente lo scintillio provocato
dalla luce riflessa sull'arnese, forse un segno.
Con calma ho cominciato dal viso affondando
dolcemente il metallo tra le guance.
Sanguinavano copiosamente e me ne compiacqui.
Le sue labbra carnose sono scomparse recise dalla
mia opera, una delle parti più adorabili che
possedeva Maddalena.
I rasoi siciliani sono talmente affilati da
garantire un taglio preciso e facile, per questo
sono riuscito a seguire perfettamente la linea della
bocca.
Sono sceso sino ai seni graffiandoli, rovinando la
loro morbida rotondezza.
I rivoli rossi cascavano veloci lungo l'addome e
hanno guidato la mano nell'incidere la pancia in
superficie per sfigurarne la pelle.
Il sangue, così vivacemente sgorgante, dava
nettamente l'impressione di voler uscire dalla
prigione del suo corpo.
Ho una certa dimestichezza con queste pratiche e mai
ho messo a repentaglio la sua vita, lo giuro!
In oltre non ho compiuto altri sfregi perché
sarebbero stati superflui, la mia ragione non era
certamente ucciderla.
Terminata l'opera ho trascorso qualche attimo a
guardarla.
Ho immaginato il ribrezzo di qualsiasi uomo nel
vederla dopo che le ferite si fossero trasformate in
cicatrici.
Una grande soddisfazione mi ha pervaso perché ho
fatto la cosa giusta!
Provo un sincero dispiacere nel sapere che, mentre
starà leggendo questa lettera Maddalena, realizzerà
tristemente che la sua vita non sarà la stessa.
I cambiamenti comportano sempre sofferenza e lo
strazio di una donna, per quanto misera essa sia, mi
stringe il cuore.
Le ho provocato delle ferite che le faranno male ma
il passeggero dolore fisico è necessario per
liberarla dall'altrimenti eterna croce dell'anima.
Mi scuso ancora se l'ho abbandonata nella sua
solitudine, se le nego il confronto di vedere in
viso colui che l'ha liberata.
Mi rendo conto che ciò non è nobile e rispettoso ma
l'ho fatto per lei.
Avrà molta più voglia di guardare il suo nuovo corpo
allo specchio che il mio.
Ora proverà sicuramente un profondo odio nei miei
confronti, ma le garantisco che col tempo si
trasformerà in un inestirpabile senso di
gratitudine.
Quando tra qualche anno ricorderà cos'era prima del
nostro incontro, riderà amara per la delusione e il
compatimento della puttana Maddalena e non potrà
fare a meno di ringraziarmi.
Sarà felice e grata perché l'ho fatta diventare una
brava donna.
Io me ne torno dalla mia amata famiglia, mentre lei,
cara Maddalena, potrà cominciare una vita normale.
Sono certo che leggendo questa lettera avrà capito…
Per sempre vostro, almeno nel ricordo,
G.C.
|
|
|