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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai,
Manuela Léa Orita,
Iuri Lombardi,
Tetiana Anatolivna
Vinnik
Recensioni
In questo numero:
- "L'amore ai tempi del Cavaliere" di
Francesco Vico
- "I Figli del serpente" di G.L.Barone
- "Il confessionale e l'apostolato" di Liliana
Ugolini
- "Venite Venite B-52" di Sandro Veronesi,
recensione di Stefano Gecchele
- "L'Oasi e la neve" di Monica Osnato,
recensione di Simonetta De Bartolo
- "L'amore arreso" di Zhang Ailing, recensione
di Rita Barbieri [pdf]
- "Belfine" di Paolo Ragni
- "L'ultima estate a Famagosta" di Paolo
Ragni, nota di Massimo Acciai
- "Adventurae" di Paolo Ragni
- "Racconti persi e dispersi" di Paolo Ragni
Incontri nel giardino
autunnale
Articoli
Letteratura per la Storia
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Las generaciones como etapas de
la literatura española
In primo luogo ringrazio il
signor Massimo Acciai per aver reso possibile
l'apertura di questo spazio all'interno della
categoria "Letteratura" dedicato alla storia. Credo
sia un importante elemento che una rivista ricca ed
eterogenea come Segreti di Pulcinella non poteva
farne a meno. Come ho detto personalmente a Massimo
Acciai, mi impegnerò a scrivere un articolo di
storia per ogni numero della rivista. Nel numero
precedente ho scritto un articolo dal titolo
"Franco, hijo de puta" che, partendo dalla figura
del generale Francisco Franco, dittatore di Spagna
dal 1939 al 1975, voleva allargarsi per dare
un'interpretazione generale delle varie dittature.
Tengo a precisare che non sono uno storico ma uno
studente universitario che oltre alla letteratura
ama la storia. Quest'ultima, a mio avviso, è
necessaria e obbligatoria per comprendere in maniera
precisa anche lo svolgersi di determinate correnti,
filoni letterari o tendenze artistiche. Non sono uno
storico dunque, le mie conoscenze si basano dunque
sullo studio di testi di carattere storico, sulla
lettura di quotidiani e la visioni di film,
reportage e documentari.
Fatta questa premessa, l'argomento dell'articolo che
qui presento ha una doppia finalità. Da una parte
evidenziare in maniera veloce ma precisa alcune
delle correnti letterarie più importanti della
Spagna dell'ultimo secolo e dall'altra parte
analizzarne il contesto storico-sociale in cui
vengono a nascere, svilupparsi e scomparire. È
un'analisi dunque che intreccia letteratura e
storia.
Comincerò con il dire che la letteratura spagnola
dell'ultimo secolo non si caratterizza dal punto di
vista letterario per la formazione di movimenti
(come accade invece in Italia con il futurismo)
regolati da una carta programmatica, ne da correnti
propriamente dette. L'elemento che risalta con
maggior impeto dalla letteratura spagnola del
Novecento è la sua eterogeneità di stili e di
tecniche che non rende possibile accumunare in
maniera semplicistica vari autori sotto un'unica
etichetta. La teoria del labelling, dell'etichettamento,
si è inoltre manifestata spesso illusoria e fallace
poiché un autore può essere collocato all'interno
del futurismo ma anche all'interno del gruppo di
'900.
Non esistono correnti, movimenti o scuole letterarie
propriamente dette nella letteratura spagnola
dell'ultimo secolo ma generaciones (generazioni). La
caratteristica principale della generación è quella
di accomunare sotto un unico gruppo non esponenti
che condividono stili, tecniche e linguaggi ma
esponenti la cui età è affine, autori che sono nati
in un ristretto arco temporale. La generazione si
configura quindi come l'elemento distintivo per
poter essere considerati membro di essa. Tra gli
altri elementi che consentono di parlare di
generación ci sono una certa simpatia, amicizia o
collaborazione tra gli esponenti che ne fanno parte
e la diffusione di riviste che sono portavoci della
generación.
Il concetto di generazione, molto più rispetto a
quello di movimento letterario, filone, corrente o
tendenza, esplica il suo legame con l'età storica,
il tempo nel quale viene a svilupparsi. La
generazione è dunque influenzata direttamente dagli
eventi storico-politici del periodo, dall'economia,
dalle relazioni internazionali, dal livello di
benessere della popolazione, dalle guerre e da ogni
altro elemento che contraddistingue quel determinato
periodo storico.
Più attentamente analizzerò nel corso del mio
scritto varie generazioni: la generación del '98, la
generación del '27 e la generación del '36. Si
tratta di categorizzazioni ampie che non vogliono
essere dei veri e propri contenitori restrittivi ma
delle aree di cultura che si focalizzano attorno a
un determinato motivo storico-culturale.
La definizione di ogni generazione è chiarita
dall'anno alla quale si riferisce. Evidenzia un
episodio, un avvenimento storico-politico-culturale
avvenuto in quell'anno ed il motivo d'origine,
d'ispirazione per la nascita della generazione
letteraria.
La generación del '98 prende il suo nome dall'anno
1898, un anno che fu particolarmente sfavorevole per
la Spagna. Il 1898 venne definito come "año del
desastre" poiché la Spagna, scontratasi con gli Usa,
perse le sue ultime colonie: Cuba, Puerto Rico e le
Filippine. La disfatta militare e la perdita di
importanti possedimenti coloniali generò negli
spagnoli un diffuso malcontento, un senso di
tristezza mista ad apatia ma anche un movimento
attento alla riflessione sui problemi del paese.
Tutti questi elementi vennero fatti propri dalla
generación del '98.
I membri di questa generazione erano tutti nati in
un periodo di tempo che va dal 1864 (anno di nascita
di Miguel de Unamuno) al 1875 (anno di nascita di
Antonio Machado). Le riviste principali della
generazione furono Helios, Vida nueva e Germinal.
I membri principali della generazione furono Miguel
de Unamuno (1864-1936), Antonio Machado (1875-1939),
Azorín (1873-1967), Pío Baroja (1872-1956), Ramiro
de Maeztu (1875-1936), Jacinto Benavente (1866-1954)
e Ramón del Valle-Inclán (1866-1936). La lista
ovviamente potrebbe essere allungata a dismisura,
basterà qui citarne alcuni, i più rappresentativi.
Le caratteristiche principali della scrittura della
generazione sono da ricercare nel rifiuto
dell'estetica realista, nella chiusura nei confronti
del vecchiume, del passato e della cultura medievale
ma soprattutto nella preoccupazione verso i problemi
seri della Spagna. La generazione esaltò la purezza
della Spagna, i suoi costumi e i paesaggi nazionali,
la tradizione, la Spagna naturale, campestre e
castiza (la Spagna della Castilla la Vieja).
I generi che vengono sviluppati sono diversi: la
poesia (Machado), il saggio (Unamuno), il romanzo (Azorín,
Baroja) ma c'è anche un esplicito desiderio degli
intellettuali di rompere schemi vecchi e di
rinnovarsi: la nivola di Unamuno e l'esperpento di
Valle-Inclán.
Il linguaggio che viene utilizzato è un linguaggio
semplice, naturale, piano, castizo (parola che
deriva da 'casta' , da radice, dalla terra). Si fa
ampio uso di dialetti, parole gergali che
caratterizzano la spontaneità dei contesti
territoriali spagnoli.
Non c'è all'interno, come si diceva in precedenza,
un'uniformità di visioni filosofiche ne politiche
basti pensare che Miguel de Unamuno fu inizialmente
socialista, Azorín e Baroja adottarono inizialmente
posizioni anarchiche mentre Manuel Machado e Ramiro
de Maetzu aderirono alla destra tradizionalista e
conservatrice.
Tra le opere principali di questo periodo vanno
ricordate le collezioni di poesie di Antonio Machado
(Soledades, Galerias y otros poemas, 1907; Campos de
Castilla, 1912); l'opera giornalistica di Ramiro de
Maeztu (Hacia otra España, 1899; La crisis del
humanismo, 1919; Historia de la Hispanidad, 1934); i
saggi di Miguel de Unamuno (En torno al casticismo,
1895; Vida de don Quijote y Sancho, 1905; Del
sentimiento trágico de la vida, 1913) e la sua opera
narrativa (Paz en la guerra, 1895; Niebla, 1914); i
romanzi di Pio Baroja (Tierra Vasca, La lucha por la
vida, La raza) e i saggi ed i romanzi di Azorín; le
Sonatas di Valle-Inclán e le sue varie realizzazioni
per il teatro.
Si è citato in precedenza due nuovi generi che
nascono all'interno della generazione: la nivola e
l'esperpento. Vediamo in che cosa consistono. Nivola
è un neologismo creato da Miguel de Unamuno
utilizzato per riferirsi alle sue creazioni
narrative fantastiche, che si differenziano dalla
novela (romanzo) che si basa su elementi realistici.
La nivola da un maggior spessore al contenuto
rispetto alla forma, presenta uno scarso sviluppo
psicologico dei personaggi e le ambientazioni, i
setting vengono dipinti in maniera vaga e torbida.
L'esperpento, ideato e utilizzato da Valle-Inclán, è
un modo grottesco, allucinato, enigmatico con cui
descrivere la realtà. Il suo elemento principale
risiede nella deformazione grottesca che si attua
nella presentazione di personaggi cinici, comici,
grotteschi e la loro degradazione, la metamorfosi,
l'animalizzazione dell'umano e l'umanizzazione
dell'inumano, l'abuso del contrasto, dell'iperbole e
del mescolamento tra realtà e illusione, l'aspetto
onirico e il senso di straniamento, la distorsione,
l'annichilamento della normalità. Si tratta di uno
stile innovativo che viene impiegato principalmente
nel teatro.
Facendo un balzo temporale e tralasciando sia la
storia che la letteratura intercorsa tra il 1898 e
il 1927 (non perché non sia interessante ma perché
l'oggetto del testo è l'analisi delle generaciones),
arriviamo al 1927 dove troviamo la generación del
'27. Vediamone le caratteristiche.
Gli esponenti principali della generación del '27
furono Rafael Alberti (1902-1999), Vicente
Aleixandre (1898-1984), Dámaso Alonso (1898-1990),
Luis Cernuda (1902-1963), Gerardo Diego (1896-1963),
Federico García Lorca (1898-1936), Jorge Guillén
(1893-1984), Pedro Salinas (1891-1951), Manuel
Altolaguirre (1905-1959) ed Emilio Prados
(1899-1962). Mi piace a questo punto poter inserire
in questo scritto una foto storica che ritrae vari
poeti della generación del '27.
Questa foto venne scattata all'Ateneo di Siviglia
nel Dicembre del 1927. Nella foto di gruppo
compaiono vari esponenti della generación del '27.
Da sinistra: Rafael Alberti, Federico García Lorca,
Juan Chabás, Mauricio Bacarrise, Platero, Garzón,
Jorge Guillén, José Bergamín, Dámaso Alonso e
Gerardo Diego.
Come ogni generazione, il gruppo di autori che la
contraddistinse, fu molto eterogeneo e al suo
interno furono presenti posizioni, idee, filosofie e
pensieri politici diversi.
L'anno che contraddistingue questa generazione è il
1927; in quell'anno nella chiesa di Santa Barbara a
Madrid undici persone invitano un prete abbastanza
stupito a celebrare una messa in onore di Luis de
Gongóra (1561-1627), poeta del Siglo de Oro, morto
esattamente trecento anni prima, nel 1627. Il 1927 è
inoltre l'anno in cui alcuni degli autori della
generazione pubblicano le loro prime opere:
Romancero Gitano (F.G. Lorca), Perfil de aire (Cernuda),
Ámbito (Aleixandre) e Cántico (Guillén).
Le riviste più importanti della generazione furono
Litoral (fondata a Malaga da Altolaguirre e Prados),
Verso y prosa (diffusa in Murcia), Carmen (fondata a
Gijón da Gerardo Diego), Gallo (a Granada), Mediodía
(a Siviglia), Parábola (a Burgos), Manantial (a
Segovia), Meseta e DDOOSS (a Valladolid), Los
Cuatros Vientos (a Madrid). Anche la Revista de
Occidente (fondata da José Ortega y Gasset) fu molto
importante per la generazione e pubblicò molte delle
loro poesie.
La generazione del '27 fu una generazione di soli
poeti che produssero liriche di varia tipologia. La
caratteristica principale fu la tendenza
all'equilibrio, l'esaltazione del sentimento,
l'alternanza tra ermetismo e chiarezza, l'attenzione
alla poesia popolare spagnola (cancioneros e
romanceros). Ogni poeta si rifaceva al maestro della
poesia, Gongóra, cercando di avvicinarsi il più
possibile alla purezza del suo stile e della sua
forma.
Tra le opere più importanti della generazione vanno
ricordate: la trilogia di Pedro Salinas (La voz a te
debida, Razón de amor e Largo lamento); Marinero en
tierra (1925), Cal y Canto (1929) e Sobre los
angeles (1929) di Rafael Alberti; l'antologia Poesía
Española 1915-1931 di Gerardo Diego dove è contenuta
la famosa El ciprés de Silos e poi le raccolte
Ángeles de Compostela (1940) e Alondra de verdad
(1941) di Gerardo Diego; Llanto de octubre (1934) e
Llanto en la sangre (1937) di Emilio Prados;
Romancero Gitano (1928), Poeta en Nueva York (1930),
Poema del Cante Jondo (1931), Llanto por Ignacio
Sanchéz Mejías (1935) di Federico García Lorca;
Hijos de la ira (1944), Hombres y Dios (1955) di
Dámaso Alonso; Cántico (1928), Clamor (1960) di
Jorge Guillén; Ámbito (1928), Esapadas como labios
(1932) di Vicente Alexaindre; Soledades Juntas
(1931) di Manuel Altolaguirre; Perfil de aire (1927)
di Luis Cernuda.
I vari poeti della generazione utilizzarono stili e
linguaggi diversi, attraversarono fasi diverse
all'interno della loro produzione che la critica
tende a delineare in vari modelli di poesia: la
poesia neopopolare, la poesia pura, la poesia
surrealista e la poesia sociale.
La poesia neopopolare si caratterizza per guardare
verso il passato, la tradizione e i temi popolari. I
poeti più rappresentativi di questa tendenza furono
Federico García Lorca (Romancero Gitano e Poema del
Cante Jondo), Gerardo Diego (il sonetto El ciprés de
Silos che è stato considerato il miglior sonetto di
tutta la letteratura spagnola) e Rafael Alberti (Marinero
en tierra).
La poesia pura si caratterizza per essere una poesia
semplice, minimalista, essenziale che elimina tutti
gli aspetti anedottici e ciò che non è necessario. I
maggiori rappresentati sono Pedro Salinas (la
trilogia amorosa) e Jorge Guillén (Cantico).
La poesia surrealista si caratterizza per
l'espressione di un mondo irrazionale, onirico che è
il mondo dell'inconscio. La ritroviamo in Garcia
Lorca (Poeta en Nueva York), Rafael Alberti (Sobre
los angeles), Vicente Aleixandre (Espadas como
labios).
La poesia politica venne coltivata da Rafael Alberti
che fu comunista e fondò una rivista rivoluzionaria
ma anche da Emilio Prados.
La poesia sociale fu coltivata da Vicente Aleixandre
(Historia del corazón), Emilio Prados (Llanto de
Octubre e Llanto en la sangre).
L'ultima fase della vita di molti dei poeti fu
dominato dall'esilio. La poesia dell'esilio si
caratterizza per essere nostalgica, dolorosa e per
rimpiangere l'amata Spagna, terra natale. L'opera
principale di questa tendenza è Hijos de la ira (di
Damaso Alonso) ma anche Emilio Prados e Rafael
Alberti scrissero poesia sull'esilio vissuto in
maniera negativa e pessimista.
Facendo un'ulteriore balzo temporale andiamo a
parlare della generación del '36 o generazione della
guerra civile.
La guerra civile spagnola venne combattuta dal 1936
al 1939. Da una parte il bando repubblicano, una
forza eterogenea costituita da laici, repubblicani,
comunisti, anarchici, sindacalisti e dall'altra il
bando nazionale costituito da religiosi,
ecclesiastici, conservatori, nobili, gerarchie
militari. La guerra civile venne vinta dal bando
nazionale e nel 1939 Francisco Franco, uno dei
generali che avevano causato lo scoppio della guerra
civile, assieme a Mola, Sanjurjo e Cabanellas, venne
nominato caudillo. Durante la guerra civile i due
bandi manifestarono le loro posizioni, oltre che
militarmente anche attraverso la cultura: poesie,
diari e bollettini di guerra.
Anche la generazione del '36 fu costituita
principalmente da poeti anche se non mancarono
alcuni giornalisti. Poeti del bando nazionale furono
Luis Rosales (1910-1992), J.M. Castroviejo
(1909-1983), J.M. Pemán (1897-1981), Eugenio d'Ors
(1882-1954), D. Ridruejo (1912-1975), Manuel Machado
(1874-1947), solo per citarne alcuni. I poeti del
bando repubblicano furono invece principalmente
poeti che abbiamo già incontrato nella generazione
del '27 (Rafael Alberti, Emilio Prados, Federico
Garcia Lorca) e altri tra cui Luis de Tapia Romero.
C'è stata una certa reticenza da parte della
critica, delle storiografie e delle antologie di
poesia del periodo a riconoscere esplicitamente
poeti del bando repubblicano.
Le poesie del bando nazionale si caratterizzano per
la ricerca ossessiva di giustificazioni storiche, il
machismo (maschilismo), l'esaltazione della forza e
della violenza, l'esaltazione del militarismo,
dell'eroismo e del cesarismo. Ha in essa delle
sfumature razziste ed antisemite ed è volta
all'elogio, al canto al caudillaje (l'esaltazione
del caudillo).
Luis de Tapia Romero (1871-1937) fu poeta, umorista
e giornalista spagnolo. La sua opera principale
resta le Coplas del año (1915-1918) dove condensa la
tendenza popolare progressista sui fatti attuali di
grande interesse. Durante la guerra civile continuò
a pubblicare le sue Coplas richiamando alla
resistenza contro il fascismo, cantando l'eroismo
dei difensori di Madrid e condannando l'assassinio
di Federico Garcia Lorca.
Luis Rosales (1910-1922) fu affiliato alla Falange
Española (l'equivalente del Partito Fascista
Italiano), scrisse sulla rivista di destra Cruz y
Raya (diretta da Neruda e Bergamín) e dal 1937 alla
rivista falangista Jerarquía. Rosales è espressione
di una poesia tradizionalista, conservatrice,
militarista.
José Maria Castroviejo (1909-1983) fu poeta
falangista galiziano. La sua opera principale,
Altura (1937) venne dedicata all'amico Federico
Garcia Lorca. Castroviejo negli anni maturò la sua
scrittura sino a divenire uno dei principali
rappresentanti del realismo fantastico gallego.
La critica spagnola ha sempre sottolineato il fatto
che le amicizie tra diversi autori sono state
preservate dagli stessi durante la guerra civile
anche nei casi in cui i due amici erano lontani
politicamente (Luis Rosales, pur essendo falangista,
non negò l'ospitalità a Federico Garcia Lorca in
casa sua; José Maria Castroviejo, carlista e
conservatore, non mancò di dedicare la sua opera
principale all'amico granadino scomparso).
José Maria Pemán (1897-1981) fu politico, poeta e
giornalista attivo all'interno dell'area
conservatrice spagnola. Diede appoggio alla
dittatura di Miguel Primo de Rivera e, più tardi,
fece parte del gruppo di destra denominato Acción
Española. Fu importante oratore antirepubblicano,
monarchico e tradizionalista. Fu ministro della
cultura sotto Franco. Nel 1938 pubblicò Poema de la
Bestia y el Angel, un lungo poema ricco di simboli
che venne considerato come il paradigma epico della
nuova Spagna e della Crociata. La bestia
simbolizzata da un carro armato lotta contro
l'angelo, un giovane soldato analfabeta aragonese e
cristiano di 16 anni. Alla fine, la bestia muore.
Caduto il franchismo Pemán si avvicinò a posizioni
democratiche, rimanendo profondamente monarchico.
Ringrazio il professore Paolo Giuseppe Caucci von
Saucken, docente di letteratura spagnola
dell'università di Perugia per la sua grande
passione e precisione nel raccontare la storia della
Spagna e la storia della letteratura, in particolar
modo i periodi qui trattati la cui mia conoscenza si
deve a lui.
Il mio studio non è esaustivo e completo in quanto
esistono altre generaciones che hanno
contraddistinto la storia della letteratura
spagnola. Sarò franco nel dire che non conosco molto
su queste generazioni per cui non sono in grado di
parlarne, neppure in linea generale. Sarà
sufficiente nell'accennare ad esse e nel dire che
esistono molte altre generaciones all'interno della
letteratura spagnola e nella letteratura di lingua
spagnola dei paesi del sud America.
Jesi, 11 Dicembre 2010
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