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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai,
Manuela Léa Orita,
Iuri Lombardi,
Tetiana Anatolivna
Vinnik
Recensioni
In questo numero:
- "L'amore ai tempi del Cavaliere" di
Francesco Vico
- "I Figli del serpente" di G.L.Barone
- "Il confessionale e l'apostolato" di Liliana
Ugolini
- "Venite Venite B-52" di Sandro Veronesi,
recensione di Stefano Gecchele
- "L'Oasi e la neve" di Monica Osnato,
recensione di Simonetta De Bartolo
- "L'amore arreso" di Zhang Ailing, recensione
di Rita Barbieri [pdf]
- "Belfine" di Paolo Ragni
- "L'ultima estate a Famagosta" di Paolo
Ragni, nota di Massimo Acciai
- "Adventurae" di Paolo Ragni
- "Racconti persi e dispersi" di Paolo Ragni
Incontri nel giardino
autunnale
Articoli
Letteratura per la Storia
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Cosa vedo
Caterina Pomini
Mi hai scritto…
..Cosa vedi in me?
Il cielo di Torino per esempio,
un cuore bianco e uno nero.
E le tue labbra
e ancora i tuoi polsi,
perché nel tempo
ho dimenticato i dettagli.
Cinquantasei giri di lancette
duecento chilometri
quindici di dicembre…
…Amami
svegliami
afferrami stretta…
…Se riesco a parlare
non può fare male,
fuori fa freddo
e in questo letto
sono solo
indicibili
combustioni.
Per G. Accento di confine. E mare. E morbidezza
infinita.
Hanté
Caterina Pomini
Mi avevi invitata nella tua città
di quarantottomila abitanti
non volevi neanche aspettare che si vestisse di
nebbia.
Era tutto vero
tutto vero, dicevi
e quella notte Mantova era deserta e sembrava un po'
Venezia,
masticavamo parole sotto l'arco degli impiccati.
Certi dettagli infestano la mente Giò
sono come sogni strani
o forse è solo aver voglia di accelerare ancora e
correrti incontro
in un paese di consanguinei dimenticati da Dio.
Mi stringevi e non sapevi che cosa fossero i gesti
mi stringevi e non riuscivi a fiatare,
non abbiamo mai tagliato quel filo spinato a
Bernauer Straße
le parole ci avrebbero fatti a pezzi, pensavo
anch'io...
…E mi rivestivo in fretta, ma poi mi mancavi.
Abbiamo fatto l'amore e a Berlino festeggiavano la
polvere
ma siamo rimasti ad ovest
siamo rimasti l'est.
Mi hai detto una bugia
e i muri non ti facevano paura
io sarei morta per un oceano invece.
Non per ingordigia, ma per
mancanza d'acqua
Caterina Pomini
Le chiamavamo emozioni
o intensi moti affettivi
ma sembrano fatte di Mater-Bi
e si biodegradano con l'incedere dei secondi
istanti
minuti
sulla lingua resta il sapore dell'amido di mais
a violentare il significato dei gesti
perduto anche quello.
Avresti alleviato la mia sete?
Non per ingordigia
ma per mancanza d'acqua?
Che cosa sarebbe accaduto
se ci fossimo fatti piccoli e quieti
oltre la precarietà di singoli attimi
o stelle cadenti?
Into Her Arms
Caterina Pomini
(26-09-10. A Paola e a me)
Alla stazione di Milano Centrale
i venditori ambulanti riempivano l'aria di bolle di
sapone,
l'autunno per NOI è cominciato così …
Io e Paola ci siamo abbracciate sui binari
e il cemento di tre stagioni ha perso un po' di quel
peso.
Milano se ne va via veloce
unica tonalità di grigio oltre il vetro sporco del
treno,
Milano DA BERE
Milano VOGLIO SCOPARE
Milano che era stata difficile
e non riuscivi a dormire.
Convalescente penso scrivo leggo
Il libro dell'inquietudine,
comunque intorpidita leggo
scrivo
penso :
nonostante lo schifo
l'assodato
il fatiscente
IO ho trovato LEI
e LEI ha trovato ME.
La nullità di VOI artisti
burattini inconsapevoli travestiti da Mangiafuoco,
prima o poi da quel palcoscenico vi toccherà
sloggiare
i mattoncini del domino si inclineranno tutti e
C R A C K … O P S ! C L I C K
non sarebbe figo
o brand new originale
immortalarvi proprio
con il culo per terra?
Sei diventato quel che disprezzavi
mio dolce
e accarezzato
fragile immaginato splendore,
un modello accattivante e con-vincente di essere
umano,
finalmente in quiete adesso
riuscirai a chiudere i tuoi begli occhi cerchiati di
nero?
Dalle mie parti il fatto più triste
è sempre il caffè del mattino
e poi si sa
non riesco più ad ascoltare Nick Cave.
Ma sono dettagli che fottono diresti tu,
probabilmente degni
di un conciso "non riesco".
In fine di stelle colpite alla
schiena
Caterina Pomini
Dunque ti ho amato
o forse no
il solito dubbio che resta e che sai,
il tutto in un minuto
o per un minuto soltanto,
come da copione fuori era freddo
e tu gridavi in un sussurro
che niente avrebbe potuto
assassinare le stelle.
Scherzavi su Kissinger
ti piacevano le mie scarpe comprate a Lisbona
e ieri era notte nella città degli imperatori
dicevo io
notte di luna tagliata esattamente al centro
e io sì
indossavo quel vestito anni sessanta
quello che sì
non ho mai portato in tintoria
quello che sì
vorrei ci fosse rimasto impregnato il tuo odore.
Notti di lune tagliate a metà
e stelle
e velluto blu notte,
le mie associazioni di pensiero
e frane intercostali
e il tempo che passa Signor Chitarrista,
e a me sembra che quelle luci perdano sangue
le vedi?
Mi fregano sempre le viscere o le stelle
un miliardo e anche più
di minuscole bestie ferite,
velluto blu notte colpito alla schiena.
Non fossi diventato
anche più sfuggente
del cinquantaseiesimo segretario,
ti risponderei così
Signor Nothing Can Kill…
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