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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai,
Manuela Léa Orita,
Iuri Lombardi,
Tetiana Anatolivna
Vinnik
Recensioni
In questo numero:
- "L'amore ai tempi del Cavaliere" di
Francesco Vico
- "I Figli del serpente" di G.L.Barone
- "Il confessionale e l'apostolato" di Liliana
Ugolini
- "Venite Venite B-52" di Sandro Veronesi,
recensione di Stefano Gecchele
- "L'Oasi e la neve" di Monica Osnato,
recensione di Simonetta De Bartolo
- "L'amore arreso" di Zhang Ailing, recensione
di Rita Barbieri [pdf]
- "Belfine" di Paolo Ragni
- "L'ultima estate a Famagosta" di Paolo
Ragni, nota di Massimo Acciai
- "Adventurae" di Paolo Ragni
- "Racconti persi e dispersi" di Paolo Ragni
Incontri nel giardino
autunnale
Articoli
Letteratura per la Storia
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Dialogo minimo su dio e su altre
cose della massima importanza
Il ragazzino biondo
le disse "non so se ci credo, io, in dio".
E la ragazza col poncho si fece ancora più seria e
pensosa
e rispose "neanch'io, ma da qualche
parte penso ci sia un qualcosa
che unisce, accomuna tutte le cose".
Il bimbetto coi capelli a caschetto le corse
incontro
e la prese per mano
tirandola verso il fiume
"vieni mamma, andiamo a vedere le trote".
La fine del mondo
(aspettando il 21/12/2012)
Francesco Vico
Certo è che come ogni altro
evento
pure la fine del mondo ha i suoi lati positivi
che mi proverò qui di seguito a elencare.
Prima di tutto: se il mondo finisce
al ventuno dicembre del duemiladodici
quell'anno mi schivo
il pranzo di Natale in famiglia
ed anche la cena della vigilia.
Già non è male. Le bollette arretrate
voglio proprio vedere come fanno a farmele pagare.
Idem le multe, l'affitto, il conto in bottega,
le rate della lavatrice
e il ritardo nel restituire i film a noleggio.
Un altro vantaggio: dopo la fine del mondo
smetterò di annoiarvi le serate
con i miei puntigliosi elenchi di vantaggi
legati alla fine del mondo.
Ma la fine del mondo ha del buono per tutti:
risolve per sempre
il problema dei preti pedofili, le
aggressioni razziste, i bambini soldato.
Distrutto il pianeta, scomparsa la razza
la galassia avrà finalmente un milione di anni di
pace.
Senza contare che sembra l'unico modo
di liberarsi per sempre di Berlusconi
(anche se su questo punto
non tutto il Centrosinistra si è dichiarato
d'accordo).
Però di sicuro cancella la fame, la povertà,
il debito delle nazioni arretrate, il Grande
Fratello
e le altre puttanate.
L'ha detto persino Marchionne: "Bisogna affrontare
questa minaccia facendo un fronte comune dirigenti e
operai"
dal fondo del suo bunker antinucleare.
Nel suo ultimo minuto capirà come si sente
un dipendente a cui scade il contratto interinale.
E poi è un bel modo elegante
per liberarsi di un sacco di menate:
mafia, camorra, tv spazzatura,
cancro, aids, alluvioni
e tutte le cose così incasinate
che non mi fanno dormire la notte.
Potrebbe davvero, la fine del mondo
essere la cura definitiva per la mia insonnia.
Ma poi penso a quando sto qui a scrivere,
tu mi chiami dalla stanza accanto
e dici "amore, lo sai che sei bello?"
e mi giro e ti vedo appoggiata alla porta.
E allora penso che no,
il mondo è meglio se non finisce ancora.
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