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Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Lucia
Dragotescu, Andrea
Fontana, Manuela
Leahu
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Ci vuole più coraggio a vivere
che a vegetare
Anni fa ero una bambina che
chiedeva ad una signora, chiamata felicità, di
bussare alla sua porta perchè viveva sognandola e
non l'aveva mai incontrata.
Oggi, dopo vent'anni, sono una donna che pensa di
averla conosciuta e, come tutte le cose di questo
mondo, di averla vista pure andare via, perchè la
vita è prepotente: vuole che tutto prima o poi abbia
una fine, che ogni cosa se ne vada senza chiederti
il permesso e torni quando hai smesso di aspettarla.
Ho vissuto questi anni affamata d'amore, chiedendo
troppo a chi non sa dare nulla e dando troppo a chi
non sa apprezzare...e la delusione ha reso i miei
passi stanchi e li ha diretti spesso in strade
sbagliate.
E ho imparato che ciò che conta è non perdere mai di
vista quello che veramente siamo...e non smettere
mai di sognare, perchè immaginare è l'unica certezza
che ci rimane, alla fine di ogni cosa.
Più vivo, adesso, e più mi rendo conto del vero
motivo per il quale sino ad ora ho fatto tanti
errori,con me stessa innanzi tutto,e poi con gli
altri: la mia ingenuità...l'ingenuità di quella
bambina che, crescendo, continuava a credere nelle
favole, in fiabe che non le erano mai state
raccontate ma che aveva appreso spontaneamente dalle
poche cose che la circondavano: libri, tv, storie di
tanti che lei percepiva e interpretava a modo suo.
Più crescevo e più aumentava il desiderio in me di
conoscere qualcuno che mi facesse sentire amata,
semplicemente per quella che ero e non per quella
che tutti m'imponevano di essere:
io ero fragile, ma gli altri m'imponevano di essere
forte; io ero vivace, ma gli altri m'imponevano
freddezza e autocontrollo; io avevo voglia di
piangere ma nessuno mi permetteva di farlo; io
volevo essere ascoltata ma nessuno era disposto ad
ascoltarmi; io ero piccola ma gli altri volevano che
mi comportassi da grande, come se "grandi" ci si può
imporre di esserlo...
Quella bambina teneva in cuore un piccolo desiderio
mai realizzato...da sola non poteva farlo,e quindi
tutt'ora si limita a pensare come sarebbe stato se
si fosse materializzato...Quando la sera si metteva
a letto desiderava tanto che la mano di qualcuno che
l'amava le accarezzasse dolcemente il
capo,sussurrandole di non preoccuparsi, che tutto si
sarebbe risolto, che il domani sarebbe stato
migliore del giorno appena finito e che d'ora in poi
ci si sarebbe preoccupati di lei.
Così l'indomani correva dalla sua mamma,le si
avvicinava in un modo tale che lei avrebbe dovuto
capire la sua voglia di gesti affettuosi, il suo
bisogno di una carezza con quella dolcezza che solo
una mamma può dare, ma lei non capiva...e così la
piccola le prendeva la mano e l'avvicinava al suo
volto poggiandola delicatamente per sentire quel
calore di cui aveva tanto bisogno...ma non ne
rimaneva soddisfatta, perchè in quel gesto mancava
l'essenziale: la spontaneità di una manifastazione
d'amore, puro e incondizionato, che solo chi ti ha
generato ti può dare.
Quella bambina ha imparato a non amarsi: a non
chiedersi chi fosse, a non rispettarsi, a farsi del
male gratuitamente, a cercare di riempire l'enorme
vuoto che sentiva dentro aggrappandosi a persone
sbagliate in cui pensava di poter trovare l'amore
che mancava dentro se stessa...e continuava a
credere che un giorno avrebbe incontrato l'amore
vero, quello di un ragazzo che l'avrebbe custodita
eternamente tra le sue braccia e avrebbe impedito al
resto del mondo di farle del male, l'avrebbe difesa
anche dalla parte di se stessa che le era nemica,
dandole tutto ciò di cui lei aveva bisogno: il
calore che solo l'amore poteva darle.
Ha coltivato dentro di sè un grande sogno che, ormai
considero solo un' illusione che più viene
alimentata e più fa male: il pensiero che possano
esistere al mondo un uomo e una donna che si
appartengono per l'immenso amore che sentono l'uno
verso l'altra, che provano reciprocamente un
sentimento autentico, indistruttibile, profondo,
sincero, incondizionato, emozionante ogni giorno di
più, instancabile, nuovo ogni giorno.
E mi sono messa alla ricerca disperata di questa
forma d'amore, vedendola come l'unica mia salvezza,
l'unica via d'uscita dall'inferno nel quale mi
sentivo prigioniera.Ma quando sei così disperata
cerchi di vedere tutto dove non c'è nulla...t
'illudi di aver trovato ciò che avevi affannosamente
cercato in cuori aridi, vuoti, resi così chissà da
quale dolore, ma troppo spenti per potersi
riaccendere di nuovo...cuori che hanno smesso di
credere nelle cose belle e si sono fatti pedina del
male, prigionieri dello squallore, della sporcizia...e
che ,intrecciando il tuo cammino, ti fanno più male
di quanto già ne facciano a se stessi.
Se concedi a loro la tua anima finirai con un bel
pugnale conficcato nel cuore, che si gira e rigira
da solo fino a quando non riesci a trovare la forza
di estrarlo...non hai più il pugnale dentro te, ma
il dolore che ti ha causato ti rimarrà sempre, non
potrà mai scomparire, imparerai solo a conviverci.
E per quanto ti possa sembrare strano, ogni mattina
da allora in poi, ti sveglierai ringraziando Dio per
averti permesso di provare quelle emozioni, che
seppur negative, ti hanno arricchito di una saggezza
che prima non avevi, ti hanno fatta sognare di meno
e vivere di più, ti hanno fatta crescere, ti hanno
dato una chiave diversa per affrontare la vita, ti
hanno insegnato a difenderti da ciò che può
distruggerti, ti hanno dato un'arma in più per
farlo, e ricordarti così che per vivere devi lottare
secondo dopo secondo, e non arrenderti mai.
Ora non credo più in quel sogno...non penso più che
in questo mondo possa esistere qualcuno capace di
darmi quella forma d'amore in cui credo...E la sera
vado a letto pensando alle braccia del mio Dio che
mi avvolgono e mi stringono forte a sè,
proteggendomi...e la mattina mi sveglio dicendoGli
che Lo scelgo ogni giorno, che il Suo amore è tutto
ciò che voglio, che è Lui il Signore della mia vita,
e Lo ringrazio per permettere ai miei occhi di
vedere sempre uno spiraglio di luce in una stanza
senza finestre.
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