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Narrativa

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi in prosa inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
Tragica fine di un poeta / densità di Massimo Acciai, Elezione corporale di Giuseppe Costantino Budetta, Prologo alla traslazione di Paolo Filippi e Massimo Acciai, Prologo alla porta dei cieli di Paolo Filippi e Massimo Acciai, Ci vuole più coraggio a vivere che a vegetare di Giusi Craparotta, Flash di Iuri Lombardi, Zulira (prima puntata) di Antonella Pedicelli, Sogno e realtà di Lenio Vallati, Incontrarsi di Anna Maria Volpini

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Franco Baggiani, Maria Chiara, Andrea Cantucci, Eleonora Falciani, Alessandra Ferrari, Emanuela Ferrari, Iuri Lombardi, Renato Lonza, Cesare Lorefice, Roberto Mosi, Luca Mori, Liliana Ugolini, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Lucia Dragotescu, Andrea Fontana, Manuela Leahu

Incontri nel giardino autunnale

Intervista a Giacomo Corna Pellegrini
A cura di Matteo Nicodemo

Recensioni

- "L'urlo e il sorriso" di Enrico Campofreda - Marina Moneto, nota di Enrico Pietrangeli
- "Telepatia con i deceduti" di Eduardo Vitolo, nota di Massimo Acciai
- "Il meraviglioso Paese di Oz" di Monica Guido
- "Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde" di Fabio Valenza
- "Dissolvenze" di Antonio Messina
- "Incunabolo" di Riccardo Merendi
- "Impara rapidamente le lingue" di Roberto Tresoldi
- "Lavorare stronca" di Angelo Zabaglio e Andrea Coffami
- "Reiki" di Francesca Bonelli, nota di Enrico Pietrangeli
- "Accordi e scale" di Franco Baggiani (scaricare qui)
- "L'adottato" di José Monti, nota di Massimo Acciai
- "Non particolari pensieri" di Luca Attardo
- "L'urlo che spezzò il silenzio" di Roberta Gatti, nota di Massimo Acciai
- "Obiettivo San Diego" di Achille Elio Stanziano, nota di Massimo Acciai
- "Le vie dei ritorni" di Luciana Caranci
- "Dissolvenze" di Antonio Messina
- "Io racconto, tu racconti" di Anna Maria Volpini e Maria Patrizia Renieri, nota di Massimo Acciai
- "Come una monodia" di Giancarlo Bianchi
- "Danza araba medioevale e danza interpretativa della poesia araba" di Marialuisa Sales, nota di Enrico Pietrangeli
- "Soffio interrotto" di Fabio D'Aprile, nota di Massimo Acciai
- "Un'altra giovinezza" di Mircea Eliade, nota di Enrico Pietrangeli
- "Al di là del muro" di Maria Viteritti

Interviste

Franco Buffoni
intervista a cura di Eduardo Vitolo
Fabio e Fabrizio Valenza
intervista a cura di Massimo Acciai
Maria Ianniciello
intervista a cura di Massimo Acciai
Achille Elio Stanziano
intervista a cura di Massimo Acciai e Marco Martino
Decadent Doll: intervista a Maddalena Lonati

Articoli

Ascoltare oggi le voci di Firenze
di Roberto Mosi
Enrico Pietrangeli: ad Istanbul tra pubbliche intimità
di Fiore Leveque

Teatro

Quando il teatro diventa consapevole espressione politica: intervista ai Malabobora
di Apostolos Apostolou

In questo numero segnaliamo...
 


Enrico Campofreda - Marina Monego
L'urlo e il sorriso
Michele Di Salvo Editore - 2007 - 9,00 Euro

Quello di Enrico Campofreda e Marina Monego è un esordio narrativo a quattro mani dove vengono ripercorsi, con estrema lucidità e dovizia di particolari, i sentieri dell'infanzia. Meglio, forse, non avrebbero fatto in quella terza età caratterizzata dalla repentina esplosione di così tanti dettagli legati ai primordi. Racconti brevi, strutturati con semplicità ed efficacia, non del tutto estranei a talune ricercatezze e che comunque scorrono, fluidi e disarmanti, nella consunta poetica di spontanee ingenuità perdute, sempreverdi memorie radicate. Fuoriesce, inevitabilmente, quel bel paese ancora arrangiato e che già subiva il travaglio di profonde trasformazioni in corso. Ritratti in bianco e nero, istantanee neorealiste carpite da uno schermo, quello della memoria, dov'è ancora palpabile quello sfondo sociale vincolato ad interagire coi destini dei protagonisti. L'automobile, la TV, il frigorifero, i nuovi quartieri che sopravanzano: sono gli anni del boom economico, cementano Celentano e la via Gluck. Lo scenario di campagna e di città si alterna facendo da cappello ai titoli dei singoli episodi che si susseguono. Inconsulte e altrettanto innocenti riemergono passioni per le lucertole, corse alla marrana, un fragrante schiamazzo di borgata, strade sterrate, biciclette e lambrette. Venezia e l'entroterra, insieme alla periferia romana, sono i luoghi d'azione nonché di origine degli stessi autori. In una corsa nei campi, dove svetta alto il mais in un'antropomorfica visione di bambine, si svela un sapore antico, quello del Veneto contadino, che ancora sussiste attraverso i suoi riti propiziando nuove stagioni in un immenso falò. Dietro lo sguardo di un bambino silenzioso, c'è lo scorcio di una laguna colto con nostalgia, un castello di sabbia "ancora intatto". Del resto, la nota di quarta di copertina relativa a Marina Monego, conclude precisando che "a Venezia è rimasta affezionata e vi ritorna sempre volentieri". Aneddoti di scuola ci lasciano in una coda di suoni, sono quelli della Gigliola Cinquetti che canta "Non ho l'età". Forse sarà stato anche per via di quel festival simbolo nazionale, dove spopolò nel '64, che si confondono "cinguettii" con "cinquettii". La televisione imperversa e diviene "simbolo di quegli anni" operando una "omologazione culturale", come precisa Arace nella sua prefazione. Tra bighellonate, giochi ed altre esperienze, si finisce nel gelo del fossato o si osa, infrangendo il tabù materno dell'imbarcadero. Meloni rubati a ferragosto, approfittando della festa in corso, in una campagna che vede il contadino erigersi a piccolo proprietario, retaggio di un'ancora non troppo lontana riforma agraria. Spesso si fa ricorso al dialetto nei dialoghi, soprattutto il gergo romano di periferia, ma non mancano neppure più melodici accenni di filastrocche venete. Ghiaccio bollente è un episodio che riporta ancora in pieno a quel clima più prossimo al dopoguerra piuttosto che di sviluppo, è il ritmo di una campagna che serenamente stenta nel mettersi al passo coi tempi. In Areniade la periferia si misura "dalla strada al mondo", Valle Giulia e gli studenti in rivolta iniziano a fomentare dubbi, ma il cuore pulsa altrove, è tutto rivolto verso le olimpiadi di Città del Messico che i ragazzi, di lì a poco, si appresteranno ad emulare. Sesso e religione, insieme ad una motoretta, perno di una rocambolesca gita al mare, costituiscono una possibile trilogia assemblante il finale. Sudate iniziazioni dispensano, come premio, la riluttante visione di cosce smagliate e cadenti, mentre il chierichetto ci ricorda quanto sia teatrale la messa e, tutto sommato, tanto vale parteciparci da protagonista. Un'edizione ben curata, una piacevole lettura assicurata. Nodi narrativi a tratti stereotipati, ma mai noioso. Questo è senz'altro un esordio che segna il passo, osa poco, ma si presenta come un prodotto compiuto, capace di aprire a future e più consistenti produzioni sempre che, i rispettivi autori, siano anche in grado un po' più di esporsi.

Nota di Enrico Pietrangeli - 2007

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Eduardo Vitolo
Telepatia con i deceduti.
Pagg: 48
ISBN: 978-88-546-0393-6
Prezzo: € 10,00

Presentazione (Ibiskos Editrice Risolo)
Viaggio breve nel mondo del paranormale, nemmeno troppo invisibile in verità. L'autore intreccia realtà ed immaginazione seguendo le vicende di una giovane medium che, suo malgrado, deve convivere con un "dono" piuttosto
scomodo: è infatti in grado di parlare con persone decedute i cui cadaveri però non sono mai stati ritrovati e che la cercano per guidarla nella soluzione dei casi irrisolti che li riguardano. La vita della protagonista è così in costante bilico tra normalità e visioni, tra ciò che è vero e quel che non è più, dovendo fare i conti con poteri paranormali che inevitabilmente influenzano anche la sua vita privata e la capacità di relazione con gli altri. Finché un giorno tutto cambierà all'improvviso e da quel mondo parallelo che solo lei sa interpretare arriverà una soluzione, una svolta che ha dell'incredibile e che le darà la risposta che da tempo cercava. Pagine sul filo del rasoio per una trama da palpitazioni di cui si apprezzerà la struttura, vista anche la giovane età dell'autore.
La trama, raccontata dall'Autore:
Telepatia con i deceduti narra con uno stile semplice e scevro di barocchismi e orpelli inutili, la storia di Anna, una persona ambigua, debole, opportunista, vittima di scelte dettate da un profondo egoismo e vuoto esistenziale. Diventa, suo malgrado una medium con un dono unico nel suo genere e di grande attenzione mediatica e popolare. Durante una delle sue tante scorribande (a pagamento) in luoghi infestati e solitari con l'ennesimo opportunista di turno, il reporter locale Gigi, si imbatterà in Villa del Carro. Una magione labirintica e lugubre teatro delle gesta di un Serial Killer ante litteram ( Il Conte del Carro) durante la Prima Guerra Mondiale. Inutile dirlo che un essere inquieto dimora ancora nelle stanze vuote e polverose ed è pronto a soddisfare ancora la sua insaziabile sete di sangue e di cadaveri.
Influenze: Lovecraft, Matheson, Bloch, Lansdale, Deaver, James, Blackwood, Barker.
Lo stile di scrittura: Con il termine CROSSOVER si identifica spesso l'incontro/ scontro tra due mondi completamente differenti e antitetici. Molti esempi lampanti si sono avuti nel Rock con la sua contaminazione con altri generi (elettronica, hip hop, jazz etc,) oppure nel campo dei fumetti con l'avvicendamento di personaggi differenti per attitudine e intenti che uniscono le loro forze per una storia/avventura comune. Tutto questo preambolo per dire che Telepatia con i deceduti è anch'esso un CROSSOVER tra generi diversi e distanti ( La Ghost Story, il Noir, l'Horror più sanguinario e brutale, la novella esistenzialistica e drammatica) con uno stile di scrittura molto semplice e diretto.
Insomma una storia caratterizzata da continui flashback nel passato e ricca di atmosfere lugubri e spettrali che per il suo fascino da novella di altri tempi potrebbe essere raccontata anche da un vostro parente ( diciamo un nonno và!) durante una veglia notturna davanti ad un camino scoppiettante attorniati da ombre informi e silenzi raggelanti.
Autore
Eduardo Vitolo è nato nel 1974 a Sarno (SA), dove vive e si dedica agli studi in legge presso la locale Università. Collabora ormai da anni con diverse testate e periodici sia dell'Agro Nocerino Sarnese sia universitari. Tra i tanti: Eventi, La Rete, Il Carattere, Tipi Sinistri, Sui Generis, Innovativo, Underground, AndMusicForAll, Ufo Information etc. Da ex musicista ( Singer nella cover/grunge band Soundlight Workshop nei primi anni novanta) è passato dall'altra parte della barricata intavolando un singolare progetto giornalistico/ musicale, legato alla riscoperta della scena rock, e non solo, di Salerno e provincia. Il suo lavoro sta suscitando molta attenzione grazie anche a ripetuti articoli, recensioni, live report e interviste con le band della Nuova Scena Rock Salernitana ( termine coniato dall'Autore stesso). Grandissimo appassionato di letteratura gotica e Noir ( con una collezione di oltre 500 libri) ed attento conoscitore delle correnti musicali più underground ( anche qui con una discreta collezione di cd e vinili), trasmette tali influenze nel suo stile narrativo, specie in questo suo primo romanzo breve.
Curiosità
Il Libro è stato presentato con una buona dose di entusiasmo e passione dalla Ibiskos editrice risolo il 7/12/07 alla Fiera del libro di Roma alla presenza dell'autore visibilmente emozionato. Durante l'incontro col pubblico è stato definito dall'editore Monia Baldacci Balsamello come "un Noir strano dalle tinte horror".
Due racconti dell'Autore, "Un Natale Spettrale" e "Buc lo sfortunato" sono stati pubblicati sul periodico La Rete nei numeri di Novembre e Dicembre 2007. Inoltre sono presenti sul sito www.ewriters.it sotto pseudonimo eddyrovonero.
Altri due racconti di ambientazione universitaria, "La solitudine dello studente" e " Una nevrosi da parcheggio", sono stati pubblicati dal sito www.sui-generis.it, rispettivamente nei mesi di febbraio e maggio 2006.
Eduardo Vitolo è attualmente impegnato nella promozione di "Telepatia…" attraverso interviste, manifestazioni culturali,presentazioni (Sono già confermate quella di Marzo, a Sarno, patrocinata dal Comune e di Aprile, a Empoli (Fi), alla Libreria Mondatori del centro storico. Altre sono in preparazione), e comparsate televisive ( E' in trattativa con alcune Reti locali e Radio).
Inoltre sta già scrivendo il suo secondo libro che si presume sarà pronto per fine 2008 inizio 2009.

Per comunicare con l'autore:
edu.vitolo@libero.it
http://www.myspace.com/eduardovitolo

Una lettura agile, uno di quei libri da cui non si alza la testa finché non si è arrivati all'ultima pagina; una storia coinvolgente narrata con poche essenziali pennellate. L'atmosfera richiama la produzione migliore della narrativa horror vecchia maniera (la casa infestata è davvero un classico), che non stona però col contemporaneo in cui è ambientata. Il senso di mistero e paura innominabile è evocato con efficacia. Una lettura da consigliare agli amanti del genere.

Massimo Acciai

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Antonio Messina
Dissolvenze
Poesie edizioni Il Foglio -2008

Partendo dal titolo, si potrebbero spiegare le dissolvenze in vario modo. Sono quelle che imprigionano la vita in una catena intrisa di vuoto, come fosse ombra, il nostro passaggio terreno dai tratti conturbanti o incomprensibili e difatti il poeta prosegue: sono costretto, nella luce diafana del mattino, / a macchiarmi l'anima/ di eventi e dolore, / quel fiore solitario che non trovo…
Nella sua concezione non solo l'uomo stenta a trovare il bandolo e una direzione al cammino generale dell'essere nel senso filosofico del termine, quanto a se stesso, immerso in una eternità tradita, sottomesso al pungolo del destino. Il suo pessimismo, tuttavia, più che configurare una posizione dominata dal nonsenso dell'apparato planetario, sembra piuttosto sottolineare il limite intrinseco della creatura, che pur sostenuta dalla ragione, è costretta ad una sorta di agnosticismo sulle cogenti domande circa lo scopo e il fine della sua vita. Nessuno può figurarsi se non attraverso la fede un disegno dell'eterno.
Marionetta o fantoccio, l'essere umano segue una strada che non ha segnato con le sue mani, in un tragitto di fittizia libertà. Il caso decide i suoi passi, sovente gettando lutti sulle spalle, sempre lasciando disorientati. Ciononostante la vita va vissuta, anzi conserva nelle sue pieghe la magia che induce, di fatto, all'accoglienza della propria sorte e all'orgoglio di aver partecipato al circolo più generale, se pure incomprensibile, del cosmo, con due mani protese nel vento, / l'urlo del mare, / il canto dei vili, / la rabbia dei morti, / l'incertezza del pianto, / le cose ordinarie, / il dolore di essere ombre.
Ma oltre alla generica angoscia esistenziale che probabilmente è già presente nel primo umano vagito, l'arco di tempo che appartiene al poeta è segnato da altre ferite, storiche e contingenti. Il degrado intacca l'umanità in maniera globale: l'ambito dei rapporti umani non è più nel segno della reciprocità, quelli politici e di mercato sono dettati dal tornaconto personale e dall'egoismo e l'ecosistema è stato tanto violato da far temere addirittura la catastrofe della specie. Prevale quello che Fromm aveva paventato: il primeggiare dell'avere sull'essere. Hanno ucciso l'azzurro, / le notti di marzo, /il canto e la poesia, / sussurri e chiarori in un campo di tenebra.
Il poeta tuttavia nella sua desolazione intravede un porto. Nel rapporto d'amore, che dalla sua parte concepisce come totalizzante e generoso fino al dono di sé, altre dissolvenze si possono immaginare: quelle del dolore e dello sconcerto. Anzi, nell'altra persona, Messina, come si diceva, è disposto a sciogliere tutto se stesso, mettendo la vita in altre mani, in una fiducia che acquisisce i toni elegiaci e lirici dell'antica poesia. Non nutre alcun pudore nel rivelare la propria fragilità e il bisogno di lasciarsi andare per avere tregua, tanto è fiducioso che l'amore possa dare colore e calore al suo buio, mettendo in fuga i fantasmi.
Tuttavia Messina sa che neppure un sentimento vero sfida il tempo e che due giorni appena in questa vita danzeremo, ma ne scrive senza lo stoicismo oraziano del carpe diem. In questa poesia si rilevano invece sentimenti e passioni, dubbi e lacerazioni in una sorta di stralunata consapevolezza dell'imminente precipizio.

…nel segno,
di questo presente immobile,
nello spazio di un respiro,
mi guardo intorno,
attonito,
osservo la mia vita
racchiusa
in miasmi di tenebra.

Un'atmosfera crepuscolare, di penombra, grava su tutta la raccolta, dovuta a questa battaglia tra lo sguardo che osa l'azzurro e la percezione della precarietà delle cose dell'uomo, che riverberano sul verso un senso di sconfitta che talora arriva alla prostrazione. Sovente anche gli elementi della natura assurgono a metafora delle tante speranze disattese.
Commuove poi la poesia alla madre che si configura come il baluardo contro il vero e proprio deragliamento.
Alla fine è d'obbligo parlare delle vere dissolvenze, quelle che la morte impone alle membra e alla coscienza di ciascuno, il riposo eterno. In effetti, tutta la raccolta è attraversata da una sottesa malinconia, con lo sguardo rivolto alla falce in un angolo già sguainata e, in questo ambito mesto, anche l'amore non è mai narrato con esaltazione ma con un filo di tristezza dovuto al rimpianto sempre presente di quanto si sta per perdere. Lascia che il corpo si dissolva piano…
Poesia di confessione, quasi femminea, se si intende con questo la capacità di scavo e di dono, assiepata in un suono pulito e in un lessico confidenziale e comprensibile: in nessun passaggio l'autore cerca l'artificio retorico e i toni altisonanti. L'uso della lingua nella sua cadenza da antica nenia o melodia non ricorre a stratagemmi di assonanze, giochi linguistici e metrici; essa si posa con una naturalezza e trasparenza del verso che rendono la raccolta godibile in ogni parte.

Fortuna Della Porta, Roma 28/04/08

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Josè Monti;
L'Adottato - "una piccola e buffa storia tra realtà e fantasia"..
Padova, Pesce Nicola Editore, 2007.
www.tespi.it
www.josemonti.it 

"Una piccola e buffa storia fra realtà e fantasia". Così recita il sottotitolo, introducendo il lettore alla dimensione "buffa" ed onirica del libro. Un libro dedicato ai bambini (come dichiara l'autore nell'introduzione) ma che ha molto da dire anche agli adulti.
La vicenda si presterebbe ad un tono tutt'altro che allegro. Già l'inizio non è dei più gioiosi: un bambino abbandonato, tutto solo, in un bosco da una "sbandata cicogna", "adottato" dalla Luna e successivamente da tante altre strampalate figure - alcune positive, altre decisamente ambigue - percorre il suo cammino di crescita fino alla maturità.
Molte sono le "buffe" esperienze che vive, dapprima nel bosco insieme a folletti pazzoidi, e successivamente nell'ambiente cittadino tra persone non messe meglio in quanto a sanità mentale, con alcune eccezioni. L'anonimo protagonista, che avrà un nome solo nel finale, raccoglie da ognuno dei suoi incontri, dalle sue "adozioni temporanee", ciò che può imparare su questo "buffo" mondo. Il libro, nel suo stile semplice e frammentario, contiene frasi folgoranti apparentemente buttate lì che gettano una luce nuova, molto seria e profonda, sugli strampalati avvenimenti.
Lo stile richiama quello del realismo magico di certa nota narrativa ispanoamericana, anche se non c'è una vera e propria collocazione geografica o temporale: realtà e fiaba si compenetrano in equilibrio.
Un libro anche molto vario, fatto di prosa, pagine di diario, poesie e illustrazioni dello stesso autore. La materia, autobiografica, è trasformata in una fiaba metropolitana moderna che diventa universale.
Si tratta del primo libro di una trilogia (la trilogia di Joz'). Gli altri due libri saranno: "Ho sognato d'esser vivo" e "Underworld".

Massimo Acciai

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LAVORARE STRONCA
23 racconti lavorati a mano
di Angelo Zabaglio e Andrea Coffami
Casa Editrice Tespi - €10

Qualcosa sul libro:
Tra la barzelletta che apre ilvolume e quella che lo chiude, troviamo i 23 racconti "lavorati a mano"da Angelo Zabaglio e Andrea Coffami: un romano di borgata ci raccontail suo tour nella capitale con un'americana incontrata a due passi dalColosseo; alla trattoria Brutto Anatroccolo danno il via ad una gara incui vincerà chi sarà in grado di indovinare la parola misteriosa checomincia in U e finisce in O; intanto, tra una rivisitazionecontemporanea e d'avanguardia di Cecco Angiolieri, scioglilingua e"storie-antigrammaticali", ci si imbatte in chi impazzisce all'idea dileccare l'apparecchio per i denti di Laura, chi "correinvolontariamente" e chi va alla disperata ricerca del proprio tempoperso. Un libro che spesso scivola nell'avanguardia letteraria, senzaschemi che limitino l'espressione e pervaso da un sano incontrastatoumorismo.

Per acquistare il libro: www.tespi.it

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Mi chiamo Monica Guido, sono nata a Novi Ligure nel 1978 e da qualche mese vivo a Basaluzzo, sempre in provincia di Alessandria.
Lavoro come insegnante.
Volevo segnalare alla vostra cortese attenzione il libro che ho tradotto e pubblicato. Ritengo possa interessarvi poichè si tratta del seguito del famoso 'Mago di Oz' di L. Frank Baum. Forse non tutti sanno che l'autore scrisse ben 14 libri sul mondo di Oz. Quello che vi segnalo è il secondo della serie ed è anche l'unica traduzione italiana disponibile nel mondo dell'editoria italiana. Da questo libro è tratto parzialmente il film della Diseny 'Ritorno ad Oz', di cui sarà presto realizzato un remake. Inoltre la storia narrata era stata anche raccontata in un cartone animato giapponese dal titolo 'Nel Regno di Oz' e trasmessa negli anni '80. In America hanno inoltre realizzato una breve serie tv dal titolo 'Tin Man', ovvero Boscaiolo di Latta, uno dei personaggi di questa fantastica serie di romanzi.
Nella speranza che siate interessati all'acquisto di questo volume o che dedichiate attenzione a questo evento editoriale, vi porgo distinti saluti.

Monica Guido, la traduttrice di questo romanzo.

http://monicaguido1978.blogspot.com/

Il meraviglioso Paese di Oz: le nuove avventure dello Spaventapasseri e del Boscaiolo di Latta e anche le strane vicende dello Scarabeo Molto Ingrandito, di Jack Testa di Zucca, del Cavalletto animato e del Gump

la storia è
il seguito de "Il Mago di Oz"
di L. Frank Baum
illustrato da
John R. Neill

tradotto da
Monica Guido

Libro Bianco & Nero
Formato 14,8 x 21 (A5)
Copertina Morbida
Pagine 246
Editore Boopen
ISBN 978-88-6223-177-0

http://www.boopen.it/acquista/DettaglioOpera.aspx?Param=5762

http://www.lulu.com/content/2005526

ank/meraviglioso-paese.html
http://www.internetbookshop.it/code/9788862231770/baum-fr 

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Marialuisa Sales
Danza araba medioevale e danza interpretativa della poesia araba:
una ipotesi di ricostruzione
Edizioni Akkuaria - 2006

E' un manoscritto ottomano del XV secolo a scandire il verbo divino nella sua potenza generatrice di melodia. Dal suono, intimamente connesso alla poesia, si evoca una danza che, nella tradizione aniconica islamica, non resta che ipotizzare. La Sales lo fa attraverso questo breve ma consistente trattato, sintesi di lunghi anni che la vedono protagonista nella coreutica, soprattutto in ambito universitario, anche con seminari e conferenze, attingendo tanto da il sama dei Sufi quanto dal kathak indiano a tutt'oggi praticati. Una ricerca nella "ricodificazione" sostenuta con basi teoretiche, che preserva l'integrità di un modello medievale ancora caratterizzato da un approccio simbolico piuttosto che analitico. Al-Farabi e al-Mas'udi sono i due pilastri di riferimento dell'autrice. Per mezzo delle loro opere, al di là degli aspetti speculativi, sono rese più tangibili talune forme della danza araba medioevale, in particolare l'utilizzo del corpo come "strumento a percussione" e l'innesto dell'interpretazione mimica. Ottimi i riferimenti storici qua e là riprodotti in sintesi e note per meglio ampliare la visione del lettore; quelli più pertinenti l'indagine prodotta sono relativi alla dinastia abbaside, momento in cui è fiorente "il processo di acquisizione dell'eredità culturale greca". Un ruolo determinante, in questa mediazione, lo ebbero anche alcuni cristiani nestoriani, come ibn Ishaq, che finirono col trovare il loro ultimo rifugio in Mesopotamia. Interessante come, nella centralità del suo razionalismo aristotelico, al-Farabi consideri la musica inferiore alla poesia poiché il suo "contenuto sensibile" è più consistente rispetto al versificare che, in ultima analisi, è più vincolato a contenuti raziocinanti nel suo indagare i piani emozionali; di conseguenza, "il più elevato degli strumenti musicali", sarà il canto umano. Cosmopolita, storiografo e altrettanto razionalista è al-Mas'udi, precursore di un approccio analitico che, per i tempi, è a dir poco originale e ricco di spunti. "Mimica, ammiccamento e acrobazia" sono parte di quegli elementi comparativi che la Sales intende rielaborare attraverso la kereshme, ovvero la danza classica persiana ottocentesca, per affermare un valore del "sentimento" nella danza cortese anziché quello del "movimento", proprio della "coreusi contemporanea araba". Da segnalare, seppure soltanto accennato, è quel "processo simbiotico" tra cultura islamica ed indiana avvenuto con la dinastia Moghul. Ragguardevole, come si evince fin dall'introduzione, la consulenza storica e teologica, nonché l'apporto di due capitoli, di Shaykh Abdul Hadi Palazzi. Emergono aspetti controversi e meno noti al mondo occidentale, circostanze che, nel corso dei secoli, ci riconducono ad un Islam dotto e moderato, aperto al mondo e al progresso; un contesto che, in Europa, forse vede la sola eccezione di una figura come Federico II. Partendo da un grossolano errore interpretativo di von Sebottendorf, diplomatico tedesco in Turchia prima della grande guerra, Palazzi ci descrive e decodifica un esempio di gestualità rituale Sufi. Le annotazioni di giurisprudenza islamica mettono in rilievo l'autorevolezza di al-Ghazali, Sufi e teologo, che pone lo "stato d'animo" quale elemento atto a discernere la natura "proficua o deleteria" della musica e della danza, mentre Ibn al-Jawzi e Ibn Taymiyyah vengono citati come letteralisti avversi non solo al suono ma, più in particolare, al sufismo stesso. La disputa tra una visione spirituale ed una integralista si è, di fatto, protratta "sino ai giorni nostri". Non ci resta che sperare di vedere ancora fiorire quell'Islam più profondo e ricco di contenuti tanto artistici quanto mistici, piuttosto che vederlo miseramente decadere tra "intolleranza" e "oscurantismo". "L'Amore è la mia religione e la mia fede" non è che un verso di Ibn al-'Arabi, il migliore, a mio parere, per concludere nella poesia la lettura di questo libro.

Nota di Enrico Pietrangeli - 2007

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Francesca Bonelli
Reiki

Edizioni del Foglio Clandestino - 2006 - 12,00 Euro

Il Foglio Clandestino nasce come rivista di settore negli anni Novanta e, da allora, di strada ne ha fatta. Spartana nella veste ma piena di consistenti contenuti, a partire dai suoi arguti e coinvolgenti editoriali e un Peter Russell orbitante nella redazione. Storia molto più recente è quella della casa editrice. Ancora pochi titoli nel catalogo, ma tante idee in sviluppo per altrettante collane. Reiki non si presenta come un manuale, ma attraverso la diretta esperienza della Bonelli che, come presupposto, vuole suscitare curiosità, genesi da dove si espande ogni energia, sia sul piano immanente che su quello spirituale. Coerenza e un "Pensiero Positivo", già frutto di una tesi dell'autrice, optano per la carta riciclata delineando un prodotto poco ricercato, minimalista e raffinato, impregnato nel gusto retrò d'illustrazioni in effetto dissolvenza, nei colori che riportano agli anni Cinquanta. Sul finire dello scorso millennio, a Bergamo, nasce il casuale incontro con questa pratica, ma poi non più di tanto, per via del fatto che "ogni anima" ha un "progetto ben preciso" da assolvere. Corrispondenze e significati dell'ideogramma Reiki, se attivati, fomentano quell'alchimia che permette all'energia individuale Ki d'interagire con quella Rei, ovvero quella universale. Chi dà Reiki è un tramite, un "canale di Luce". Antica, eterogenea e non databile è la tradizione orale dell'utilizzo di questa trasmissione, Usui è colui che ha riportato in evidenza la disciplina in epoca contemporanea. Tutto si basa sull'imposizione delle mani, in un'impostazione gnostica e dualistica, dove solo le energie positive vengono convogliate in "un percorso di benessere". Armonia nel qui ed ora è un primo obiettivo da conseguire osservandone i principi. Fondamentali e, come tali, ben esposti, in un linguaggio chiaro e diretto, sono i chakra con tutte le loro connessioni, sia sul piano fisico che su quello psichico. Mentre l'aura, ossia quel flusso energetico che ci circoscrive, viene analizzata tra percorsi e aneddoti che vanno dalla tradizione biblica ai tentativi della ricerca scientifica. Riemergono, come da una vecchia soffitta, lo schermo di Kilner ed i successivi studi operati dai russi mantenendo un saldo riferimento di pensiero sull'argomento con Rudolf Steiner, ideatore dell'antroposofia. Due sono i livelli di Reiki, il primo, Shoden, ed il successivo Okuden. Maestro è colui che dedica "completamente la propria vita a questa Via", ed è questo un ulteriore stadio e con valori iniziatici, dal quale si riceve la consegna dei simboli attraverso mantra segreti. Per attivare un livello si ricorre al Reiju, cerimoniale di apertura ai canali energetici. Interessante è il dualismo grafico e semantico di cui si compone l'ideogramma, oltre a poter essere scritto in due differenti maniere, sta a significare "accettare la spiritualità" come pure "dare la spiritualità". Perno dei trattamenti, oltre ad una predisposizione del cuore, è quello del posizionamento delle mani. Al Reiki, inoltre, si ricorre anche per l'autotrattamento, pratica fondamentale per migliorarsi nonché per ottimizzare il trattamento rivolto ad altri. Si opera sempre e comunque per il bene della persona. Se il primo livello corrisponde ad un approccio fisico, il secondo si colloca nella mente, presuppone maggiore consapevolezza e responsabilità. Il cammino, dal "qui e ora", si evolve attraverso i simboli del "Dentro" e dell' "Oltre" per culminare nel quarto simbolo, quello della "connessione diretta con il Rei, con la Luce, con la Fonte". Il risvolto filosofico è di stampo buddista: "se cambio io, cambia il mondo attorno a me", ma le connessioni sono molto più vaste e qua e là sparse nel mondo, dal manicheismo alle eresie albigesi, dagli Esseni ai Bogomili, per citare solo quelle riportate nell'apposito glossario messo a tergo del testo.

Nota di Enrico Pietrangeli - 2007

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L' urlo che spezzò il silenzio
Gatti Roberta
€ 12,00
2006, 94 p., brossura
Editore Sovera Editore (collana Percorsi del fantastico)
http://www.agenziacontrappunto.com/ 

Un romanzo in cui l'elemento surreale trae origine dall'esperienza quotidiana e dall'emergere alla coscienza dei più inconfessabili desideri dell'essere umano. Il promontorio di Portofino. Il grido di Munch. Il terrore di tre ragazzi che, nella percezione della fine imminente, assurge a desiderio di assomigliare a un dio. Quando i doni da loro richiesti, Suprema Bellezza, Immortalità. Somma Conoscenza, diventeranno reali e fruibili sarà tardi per smascherare il segreto terribile che si cela in ognuno di essi: quello di poter modellare e deformare in maniera irreversibile la fisionomia interiore dei tre ragazzi. I tre protagonisti non saranno Dei, ma mostri, talora consapevoli della propria distorsione, proprio come l'uomo che urla nell'opera di Munch. Sarà solo alla fine dei tempi, alla conclusione del romanzo, che scopriremo chi dei tre ragazzi, nel chiedere il Dono, ha compiuto la scelta umanamente più ragionevole.

L'autrice tratta l'argomento, certo non originale, affrontandone le implicazioni psicologiche ed esistenziali, analizzando a fondo il "lato oscuro" di tre doni apparentemente più che desiderabili (poco importa da dove provengano), certamente più adatti a degli dèi che a degli esseri umani, con i loro limiti. Difficile parlare di questo libro senza svelarne troppo la trama, come si vorrebbe fare parlandone ad un amico, perciò non resta che leggerlo. Ne vale senz'altro la pena.

Massimo Acciai

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Non particolari pensieri
Autore: Attardo Luca
Editore: Sovera Multimedia
Genere: letteratura italiana
Collana: Percorsi del fantastico
Pagine: 160
ISBN: 8881246236
Data pubblicazione: 2006
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Quello che viene descritto è un itinerario di ricerca personale, la cui valenza tende a tuttavia a rivestire carattere di generalità. I rammenti narrativi che costituiscono la materia del racconto traggono quasi tutti spunto da sogni.
Al termine del cammino proposto sarà la complementarità delle diverse esperienze vissute da un individuo ad emergere come elemento imprescindibile di crescita.

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Le vie dei ritorni
Caranci Luciana
€ 15,00
2007, 192 p.
Editore Bastogi Editrice Italiana (collana Il canapo)
http://www.agenziacontrappunto.com/ 

Sotto il titolo "Le vie dei ritorni" sono raccolti sei racconti legati tra loro dal tema del ritorno: ritorno al passato sul filo della memoria, ritorno a un Dio ignorato o dimenticato, ritorno al mondo misterioso della propria origine.
L'ultimo racconto è quasi un romanzo breve e segna il definitivo spostamento dell'attenzione da se stessi sugli altri: sulle vittime della guerra e sui perseguitati per ragioni politiche o razziali.

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Roberto Tresoldi
Impara Rapidamente le Lingue
Consigli ed esercizi per capire, leggere e parlare

De Vecchi Edizioni - gennaio 2008

Un metodo per rendere più efficace e rapido l'apprendimento di una lingua straniera che si basa sull'approccio olistico: coinvolge infatti a 360 gradì la persona e l'ambiente in cui sì trova a operare, utilizzando tutti gli strumenti che natura e tecnica mettono a disposizione.
Assolutamente innovativo, insegna ad acquisire grande fiducia in sé e nelle proprie capacità e a sfruttare le enormi potenzialità della mente (capacità di memorizzazione e uso della memoria sensoriale) per imparare mediante l'azione.
I segreti di questo apprendimento creativo sono svelati in lezioni, composte da una parte teorica e da una sezione pratica con suggerimenti ed esercizi per mettere in pratica quanto illustrato. Una particolare attenzione viene riservata all'impiego di mezzi e metodi divertenti e delle nuove tecnologie per l'acquisizione di competenze lingustiche.
Chiaro, serio e rigoroso, rappresenta un'occasione da non perdere per aprire nuovi orizzonti dì conoscenza.

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Giancarlo Bianchi
Come una Monodia
Volume di 104 pagine - formato 12 x 17 - 4 ill. b/n - brossura con copertina a colori.
ISBN 978-88-7970-294-2
euro 7,00
Edifir - Edizioni Firenze
http://www.edifir.it/italiano/AspFiles/index.asp 

La nuova raccolta di liriche di Giancarlo Bianchi, composta di quattro sezioni (Per le antiche scale; Dediche; Un mattino senza tramonto; Altri sconfinati lidi), affonda nei ricordi dell'infanzia, nelle intime pulsioni del cuore, nelle dimensioni eteree di sogni, tramonti e albe senza tempo. Il tempo non può nulla contro i canti eterni e i doni inesauribili raccontati nelle liriche di Bianchi. Nella sezione conclusiva della raccolta, le pulsioni dell'anima e del cuore lasciano spazio a mondi fantastici di alto lirismo poetico, all'evocazione di miracoli, regni perpetui di luce cristallina. L'ultima lirica (In dolce armonia), riassume l'intento del poeta: la registrazione di un "taccuino magico nel profondo dell'anima". Con un'introduzione di Carmelo Mezzasalma.

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Incunabolo
Riccardo Merendi
318 pag.
ISBN: 978-88-8093-558-2
Edizioni il Punto d'Incontro
Via Zamenhof, 685 - 36100 Vicenza
Tel. 0444 239189 - Fax 0444 239266
email: info@edizionilpuntodincontro.it 

http://www.riccardomerendi.altervista.org 

Umbria , XIV sec. d.C. In un secolo buio, nel quale la sua vita vale meno della corda che gli stringe il saio ai fianchi, un frate vede cose che sarebbe stato meglio per lui ignorare e ode parole che mai nessuno avrebbe dovuto udire.
New York, 2007 d.C. Da Christie's si batte un prezioso incunabolo. Per Donna Carson, ricca e affascinante collezionista di Boston che se lo aggiudica, nessun posto è più sicuro.
Quale segreto si cela nelle antiche miniature? E perché qualcuno è disposto a uccidere pur di entrare in possesso del tomo?
Insieme al professor Forrest, che ha eseguito una perizia sul volume, Donna dovrà impegnarsi in una caccia al tesoro la cui labile pista è appena tracciata dalle sottili allusioni di sagaci amanuensi e in cui non è detto che basti arrivare primi per assicurarsi la salvezza.

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Obiettivo San Diego
La più grande base della U.S. Navy come le due torri?
Achille Elio Stanziano

€ 20,00
Editore Robin
Collana I libri da scoprire
Anno 2007
Pagine 611
http://www.agenziacontrappunto.com

Un thriller in cui CIA e servizi segreti più o meno deviati devono sventare un attentato che si presume debba colpire una delle più grandi basi navali americane, quella di San Diego. Per i terroristi l'impresa non sembrerebbe nemmeno così difficile. Potendo contare su molto denaro e un certo appoggio in area mediorientale...

Thriller avvincente, di estrema attualità, da leggersi tutto d'un fiato. L'ipotesi di partenza è tanto più allarmante in quanto verosimile; aspetto pregevole è che lo svolgersi degli avvenimenti riesce a non essere in contrasto con quello che sappiamo e che abbiamo saputo dalle cronache reali. In altre parole, tutto ciò che è descritto nel romanzo (o quasi) potrebbe essere accaduto davvero, con ottimi motivi per non essere emerso dal mondo occulto degli intrighi internazionali. Ci auguriamo che rimanga solo un romanzo, per quanto un romanzo ben congegnato. Una lettura da consigliarsi nel 2008.

Massimo Acciai

Leggi anche l'intervista all'autore, a cura di Massimo Acciai

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"Io racconto, tu racconti"
di Anna Maria Volpini e Maria Patrizia Renieri

Stampato in proprio in copisteria, il libro raccoglie 36 racconti di vita vissuta da altrettanti personaggi di Gambassi Terme, località toscana non molto distante da Certaldo, in provincia di Firenze. Un borgo dove si respira, attraverso le testimonianze raccolte oralmente dalle autrici-curatrici e messe poi per scritto, l'atmosfera paesana attraversa i decenni (i racconti sono ordinati cronologicamente, dagli anni della seconda guerra mondiale fino ad oggi) ma mantiene una certa continuità. Molte le curiosità, gli aneddoti freschi e vivaci, le notizie sulla vita di Gambassi e dei suoi allegri abitanti; ogni racconto è completato da un disegno e da una breve nota biografica sull'autore. Un'ottima occasione per scoprire stili di vita spesso lontani dai ritmi frenetici della città, magari con qualche rimpianto per il passato…

Massimo Acciai

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Mircea Eliade
Un'altra giovinezza
Rizzoli - 2007 - 15,00 Euro

Un fulmine, durante la notte di Pasqua, colpisce Dominic, ottantenne protagonista che, anziché perire o restare invalido dall'incidente, ringiovanisce prodigiosamente colto da ipermnesia. Sullo sfondo c'è persino un Papini eco nella cronaca, nella cecità supposta, ma anche una forte predilezione per Dante e Ungaretti nutrita dal miracolato oramai divenuto superdotato nelle sembianze di un bel giovinetto, con tanto di "baffi biondi" e "frange sulla fronte che lo faceva assomigliare a certi poeti", forse un po' anche a quel Sean Bran, poeta, esoterista e irredentista irlandese che, per il suo centenario, immola la quercia folgorandola ai posteri. Dualismo cosciente, immagini riflettenti fino ad un vero e proprio sdoppiamento della personalità con un sosia angelo custode e risvolti profetici sul destino dell'intera umanità costruiscono man mano il personaggio in una sorta di esoterismo delle lingue. Sogna per ideogrammi divenendo un febbrile sinologo, quasi un novello Pound alla ricerca di sé e dell'anima all'origine di tutti i linguaggi. Si rimbalza da una dimensione temporale all'altra, trasformando passato e futuro in coordinate mobili, dove tradizione e spazio si consolidano in una visione apocalittica ma rigeneratrice per una possibile umanità post-atomica e più dotata, quella post-storica.
Mircea Eliade, eminente intellettuale della storia delle religioni del Novecento, nell' "escatologia dell'elettricità" romanza una "mutazione della specie umana, l'apparizione del superuomo". Tematiche che nel libro riconducono ad un'ambientazione radicata nell'espansionismo nazista in Europa. Cresce l'interesse al caso di Dominic e, "tra gli intimi di Goebbels", quello del dottor Rudolf, sperimentatore da "un milione di volt". Sequenze di spionaggio e doppio gioco tra Sigurantâ e Gestapo disegnano una Romania già da anni nel pieno di vicissitudini tra conservatori e legionari, minacciata da tedeschi e sovietici come pure da bulgari e ungheresi. Un paese che, di lì a poco, con Antonescu verrà risucchiato nello scacchiere di Hitler per questioni strategiche piuttosto che ideologiche, tanto che, la stessa Guardia di Ferro, nel '41 sarà messa per sempre a tacere nell'ordine d'interessi reciproci.
Dominic si rifugia a Ginevra e, a partire dal '47, trascrive i suoi appunti in una "lingua artificiosa", un sistema non decifrabile prima del 1980, destinato a tramandare molte civiltà che, prima dell'avvento dell'uomo post-storico, andranno completamente distrutte nel corso di guerre atomiche. Sempre in Svizzera, nel '55, un temporale sorprende due donne e la sola sopravvissuta, Veronica, viene colta da una sindrome di regressione che, non a caso, si ricongiunge al destino di Dominic, non solo a quello linguistico (Veronica è preda di transfert e, come Rupini, figlia di una delle prime famiglie convertite al buddismo, comunica con lui in sanscrito) ma anche a quello sentimentale, che riconduce ad un amore incompiuto della prima giovinezza, quello con Laura che lo ritrae a Tivoli. Dominic e Veronica si ritireranno a Malta, lontano da fari puntati e occhi indiscreti, dove le visioni di lei diverranno sofferte ed oniriche, fino a lambire civiltà primordiali, provocandole una "senescenza galoppante". Finale estetizzante e ambivalente, sia sul piano reale che su quello surreale, per il lettore come per il protagonista che si ritrova al caffè Select fino ad invecchiare improvvisamente per essere rinvenuto come un anziano morto assiderato. Il doppio e la sfida del Faust di Goethe, ma anche palesi riferimenti a Dorian Gray, ci lasciano nel gusto di una cultura romantico-decadente filtrata dal Novecento e paradigma di una tragicità d'incomunicabilità isolazionista.

Nota di Enrico Pietrangeli - 2007

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Fabio D'Aprile
Soffio interrotto
Edizioni Joker (http://www.edizionijoker.com) 2007
pp. 64
€ 10,00

Un libro fra poesia e prosa poetica. Un dialogo profondo. Un viaggio introspettivo che mi ha catturato fin dall'inizio. Un libro denso.

Massimo Acciai

Fabio D'Aprile (Conversano, 1983), reduce alla vita di un piccolo paese della provincia del capoluogo pugliese. Conseguita la maturità classica presso il Liceo Classico "Galileo Galilei" di Monopoli, prosegue i suoi studi iscrivendosi alla Facoltà di Lettere e Filosofia, prima presso l'Università degli Studi di Bari ed oggi presso quella di Urbino. Scaraventato fuori dall'orbita del possesso, privato di ogni vincolo di sangue con quello che credeva gli appartenesse, si finge viscerale creatore d'ordigni al fondo torbido.

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l di là del muro
di Maria Viteritti
Lupo Editore
Prezzo: € 13.00
Anno: 2008
Pag.: 176
Formato: 13 x 23
http://www.lupoeditore.it/

Tecnologie avanzatissime elaborate dal dottor Leibnitz rendono possibile trasferire la vita da un individuo all'altro; Giorgio, pupillo dell'illustre ricercatore, è quotidianamente all'opera per incontrare i donatori ed organizzare l'appuntamento che spegnerà un'esistenza per risvegliarne un'altra, congelata nell'attesa. Ma questa routine viene ad un tratto turbata e il cinico "spettatore" della vita e della morte si trasforma in un giovane medico agitato da inquietudini e domande angosciose.
Frammenti di ricordi spezzano la sua freddezza, mentre il pianto notturno proveniente dalla casa accanto lo obbliga ad interrogarsi, lo spinge verso una tentazione d'amore, fino a rivelazioni sconvolgenti.
Una storia scritta magistralmente, capace di coinvolgere il lettore in una vicenda che al sapore dell'oggi mescola terribili ipotesi di domani.
L'esordiente Maria Viteritti ne dirige le fila in uno stile asciutto e teso, guidandoci verso un intenso, drammatico finale.
È un romanzo per tutti, al quale è comunque d'obbligo apporre un "bollino giallo" per la delicatezza dell'argomento.

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