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Intervista a Achille Elio
Stanziano
Autore di "Obiettivo San Diego"
intervista a cura di Massimo Acciai
e Marco Martino
leggi anche la nota al libro (di Massimo
Acciai)
Ho avuto occasione di leggere
ed apprezzare il romanzo thriller di Achille Elio
Stanziano (vedi anche la mia breve nota tra le
recensioni) attraverso Natascia Pane, dell'agenzia
letteraria Contrappunto, che saluto e ringrazio. È
stata una piacevole scoperta che ho comunicato a mia
volta al mio carissimo amico Marco, il quale mi ha
poi aiutato a preparare le domande per l'autore.
Natascia ha fatto da intermediaria anche per
l'intervista e mi ha inviato le risposte per mail il
4 giugno 2008.
Perché ha scelto lo pseudonimo di Achille Elio
Stanziano? Cosa l'ha guidato nella scelta di questo
nome?
Perché è il mio vero nome: la mia oblomoviana
pigrizia mi ha suggerito di non stare lì a sforzarmi
di trovare affascinanti pseudonimi. Bastava
instillare il dubbio sul nome vero….
Al di là della finzione narrativa del suo romanzo
"Obiettivo San Diego", lei crede davvero che i
servizi segreti dettino l'agenda politica dei
governi? Fino a che punto?
Esiste un limite: se i servizi sono veramente belli
<<tosti>> è non solo possibile ma assolutamente
probabile. Infatti, da noi, in Italia, li
<<riorganizziamo>> ogni tot anni. Dopo lo spavento
preso col piano Solo (un solo errore: la Forestale
invece dei Lagunari: cosa volevano fare,
<<disboscare>> la politica Italiana?) ci stiamo
assai attenti. Ancora, vogliamo pensare a quel
proiettile <<fortunato>> che, partendo da un vecchio
fucile italiano in una finestra, al sesto piano di
un deposito di libri, colpisce due persone, in una
macchina in movimento, al centro di Dallas, tra due
ali di folla? Uno dei colpiti si chiamava John
Fitzgerald, di nome… se ricordo bene. E la Politica
USA non fu più la stessa (bisognò ammazzarne anche
un altro di Kennedy, ma tanto… per tenere buono il
terzo, invece, bastò annegare una segretaria…)
Qual è l'elemento che può apparire più romanzesco
mentre invece è più aderente alla realtà? e,
viceversa, qual è l'elemento che può apparire più
reale mentre invece è più romanzesco? Quali libertà
si è preso scrivendo questo romanzo?
Certamente la capacità della tecnologia
dell'intercettazione vocale a distanza. Sembra una
balla, che si possa leggere il labiale (e di più) da
lontano: è assolutamente possibile. Tipo e
sistemazione degli esplosivi, così precisi ed
accurati, nel libro, sono, invece, una vera
sciocchezza: scusate, non me la sentivo di impartire
lezioni. Non in questo campo. Penso spesso al Grande
Clancy (sono Suo umile servo…) ed al suo aereo
civile (un B747) pilotato da un kamikaze che si va a
schiantare sul Campidoglio. Il libro, <<Potere
Esecutivo>> esce a fine '96 in USA. Chissà se nei
Paesi di lingua araba è uscito prima dell'11
settembre 2001, d'altro canto Osama Bin Laden
l'inglese lo parla (e lo legge) benissimo …..
In che misura i suoi viaggi nel mondo (Brasile,
Medioriente, Spagna, USA, ecc) hanno influenzato la
sua scrittura, i suoi temi?
L'influenza è notevole, ma esclusivamente culturale
(se posso usare una parola grossa, normalmente
vietata a noi ingegneri, nel comune sentire del
mondo degli intellettuali italiani). Voglio dire
che, a furia di andare in giro, e, soprattutto, di
conoscere persone, di parlarci, di confrontarti con
loro, finisci per vedere gli uomini e le donne che
vivono a Mosca piuttosto che a Los Angeles, oppure a
Tel Aviv. Non i Russi, gli Americani o gli Ebrei.
Solo uomini, donne, persone. Nei miei libri (sta per
uscire il secondo) ci sono individui cattivi, certo.
Mai gruppi o, peggio, popoli, cattivi.
Ovviamente, ambientare parte del libro a San Diego,
dove ho vissuto per sei mesi, od in altri Paesi dove
ho avuto occasione di soggiornare è un vantaggio: il
lettore "sente" quando uno scrive di cose e di
luoghi che conosce, piuttosto che immaginare tutto.
Il prossimo parte da Mosca, dove per quasi un anno
ho lavorato e, spesso, aggirandomi nel metrò, mi
fermavo a controllare gli angoli <<morti>> non
coperti dalle telecamere di sorveglianza, perché
vedete, il nuovo libro comincia con un devastante
attentato alla metro di Mosca e…..
Quanto tempo ha richiesto la stesura del suo
romanzo? In che misura è frutto della sua esperienza
ed in quale invece di consulenze altrui? Quanto c'è
di autobiografico? Quali sono state le sue fonti?
Sono uno scrittore veloce (ed un tantino logorroico,
come sostiene la mia Agente letteraria, Natascia
Pane. - Nata' confermo: il prossimo "solo" 400
pagine): ho impiegato sei mesi a scriverlo (ed il
doppio a trovare un editore). Non ho avuto
consulenze. Non tecniche, almeno. Alberto Asero è
stato la vittima (si dice <<Editor>>, ho imparato)
che ha dovuto aiutarmi a rendere meno <<spigoloso>>
lo stile. Di autobiografico c'è tutto e niente.
Molti dei personaggi li ho conosciuti davvero e
descritti, alcune situazioni le ho vissute davvero,
in prima persona, ovviamente l'intreccio è
inventato: l'unica bomba che sono stato davvero sul
punto di mettere è quella sotto la sedia del mio
Editore (Mex, ti amo!)…
Vorrei, però, ricordare qui una <<citazione>> che è
anche un omaggio: uno dei personaggi principali di
Obiettivo San Diego si chiama Muley El Qadel. E' il
nome del co-protagonista di Capitan Tempesta, del
<<mio>> grande Emilio Salgari: l'ho preso di lì.
Ancora nessuno me lo ha fatto notare, ma io ci tengo
a sottolinearlo. E con Salgari (e Verne) che io ho
<<imparato>> a leggere….
Il romanzo avrà un sequel? Ritroveremo i
personaggi in qualche altra nuova storia?
Si. Molti me lo hanno chiesto e mi ero affezionato a
parecchi dei miei personaggi. <<Spendeva il sole,
quel giorno, a Mosca>> è nelle provvide mani di
Natascia Pane da una settimana. Tranquilli, però:
nonostante l'ultima pagina di Obiettivo San Diego,
sono riuscito ad evitare che la bella, spietata Sara
prepari la cena e lavi i pedalini del cinico ed
implacabile Avi….
Nel retro di copertina si legge "Pare che tutti
si ricordino cosa facevano l'11 settembre del
2001…": lei se lo ricorda?
Si! Ero in ufficio, a Torino, ed un mio
Collaboratore stava <<scavando>> alacremente in
INTERNET cercando notizie su di un potenziale
Fornitore USA. Ad un certo punto mi fa: "Ingegnere,
qua pare che un aereo si sia schiantato su una delle
torri gemelle…"
"Ma dai Rossi, sarà la solita pubblicità.. non
perdere tempo e lavora! Altro che surfare in
INTERNET! Se non chiudiamo 'sta ricerca per stasera
è il DG che sbatte contro di noi! E ci fa male!"
Fu così che non mi avvisò del secondo aereo. Me lo
disse al telefono il DG, pochi minuti dopo: mi
chiese:
"Ne sai niente, tu, che stai sempre collegato con
tutti?"…
Lei che soluzione proporrebbe per la crisi
mediorientale?
Avete presente la morfina? Può essere un ottimo
farmaco oppure una spietata droga.
<<E' la dose che fa il veleno>>. Dicono in
farmacologia. Ed hanno ragione, ovviamente.
La premessa si rende necessaria perché, senza, mi
hanno dato dell'imbecille quando, nel recente
passato, ho suggerito una modica quantità di
consumismo come terapia d'urto, contro il terrorismo
diffuso. Voglio dire che, di solito, uno che ha la
ragazza da portare a ballare, il televisore a
cristalli liquidi da comprare, la pizza con gli
amici, gli occhiali da sole Ray Ban od il cellulare
da sostituire con un modello più "a la page",
normalmente è troppo impegnato per mettere bombe e/o
abbattere grattacieli sbattendoci con gli aerei.
Convengo (non del tutto, ma, in linea di massima…)
con chi dice che il consumismo ottunde la tensione
ideale e che, quindi, i giovani di oggi non hanno
più ideali e fedi politiche.
Non sembra anche a voi che allentare le tensioni
ideali ed annacquare le fedi politiche sia
esattamente ciò che serve in tutta l'area
mediorientale?
E come possiamo pensare che ciò avvenga se il
Palestinese che, oggi, vive nei Territori
amministrati dall'Autorità Palestinese ha un reddito
pro-capite di $ 1.100 contro i $ 20.000 degli
Israeliani?
Vogliamo far notare che i 20.000 sono per tutti gli
Israeliani, anche per i 1.500.000 mussulmani (su un
totale di 7.000.000 di abitanti) che vivono in
Israele e sono cittadini israeliani.
Vorrei, inoltre, far presente che l'Iran ha un
reddito pro-capite di $ 12.700 e la Siria di $ 4.300
(basso ma sempre 4 volte quello palestinese), eppure
questi due Paesi finanziano Hezbollah e Hamas per
fare la guerra ad Israele. Quindi spendono un sacco
di soldi, per <<aiutare>> i fratelli Palestinesi.
Per aiutarli a morire.
Progetti futuri?
Di <<Splendeva il sole quel giorno, a Mosca>> ho già
accennato. Ho nel cassetto (ma ho paura a tirarlo
fuori…) un libro d'amore (prima o poi, però….), sul
piano professionale <<ufficiale>> mi accingo a
lasciare Israele (dopo undici, intrigantissimi mesi)
a dedicarmi ad un aereo civile, forse su siti meno
esotici (la Puglia?), la mia bambina (26 anni….)
potrebbe indirizzarmi verso progetti ancora più a
breve raggio, ma certamente meno riposanti: mi
dicono che fare il nonno richieda veramente un
fisico bestiale….
Grazie per la disponibilità, buon lavoro dunque!
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