|
|
Narrativa
Poesia italiana
Poesia in lingua
Questa rubrica è aperta a chiunque voglia
inviare testi poetici inediti, in lingua diversa
dall'italiano, purché rispettino i più
elementari principi morali e di decenza...
poesie di Lucia
Dragotescu, Andrea
Fontana, Manuela
Leahu
Incontri nel giardino
autunnale
Recensioni
Interviste
Articoli
Teatro
|
|
- Ehi buon giorno, come sei bella
così bionda e morbida! E che buon odore!
- Non parlo con gli sconosciuti. Non ti ho mai
visto.
- Non essere troppo timida. Sono io che non ti ho
mai visto da queste parti, dal momento che ci vengo
ogni mattina.
- A casa abbiamo un grande giardino dove posso
passeggiare, ma oggi non lo so perché sono capitata
qui.
- Io invece abito in un appartamento giù in città e
per fare quattro passi e qualche corsetta non c'è
niente di meglio che venire in questo parco.
- Se vuoi continuare a parlare con me, non sarebbe
meglio che ti presentassi?
- Certo. Io mi chiamo Otto.
- Che razza di nome è questo? Mi sa tanto che sia
uno scherzo. A chi può essere venuto in mente.
- Alla mamma, naturalmente. Lei è una donna molto
istruita. E' una scrittrice. Scrive racconti e
poesie. L'ho vista spesso divertirsi a fare giochi
di parole. Mi ha chiamato così perché questa parola
si può leggere nello stesso modo da due parti. Lo
sai che questo gioco si chiama palindromo?
- Che parola curiosa, non la conoscevo.
- Io mi sono presentato, ma tu come ti chiami?
- Mi chiamo Lisca.
- Lisca? Questa si che è bella!Come può essere un
nome adatto a te, così grassottella come sei? Non mi
sembra in questo momento di vedere un vitino di
vespa.
- Hai ragione ma quando mi hanno battezzato non ero
come oggi. Mi ero perduta in un bosco. Ero tutta
pelle e ossa e se non mi davano due bocconi da
mangiare sarei morta nel giro di un paio di giorni.
- Ne devi aver passate di tutti i colori.
- E' vero e mi hanno anche sparato addosso i
cacciatori! E una volta mi hanno anche morso in una
coscia.
- Poveretta, mi dispiace. Però loro ti hanno
trovato.
- Si e me hanno trattata sempre bene. Ma adesso che
ci siamo presentati ti va di fare una corsetta con
me?
- Volentieri! Andiamo. Seguimi, che il divertimento
è assicurato.
I due si avviarono nel parco a piccolo trotto. Lui
le correva davanti e le faceva tante piroette che
mettevano in risalto il suo bel corpo muscoloso. Lei
lo seguiva ancheggiando ed il suo splendido pelo
lungo ondeggiava mollemente.
- Ti va di fare le capriole?
- Non posso. Ho fatto il bagno stamattina e se mi
sporco c'è da sentirlo, lui!
- Ah, si lui! E di lei non dici niente?
- E' molto bella. Guarda come chiacchierano
amabilmente. Si direbbe che anche loro abbiano fatto
amicizia.
- Essere amici è una gran bella cosa! Posso
annusarti più da vicino? Hai un odore così buono!
- Anche tu. Lo sai che mi piaci molto? E pensare che
all'inizio sarei scappata volentieri.
Un lungo fischio fece rizzare le orecchie ad
entrambi
- Ci siamo allontanati troppo. Dobbiamo ritornare.
Guarda, anche loro si stanno salutando.
- Come sono cerimoniosi! Lui le ha fatto perfino il
baciamano!
- E sono sicura che lei è arrossita di piacere.
- Bau, bau, Lisca. Spero di rivederti.
- Arf, arf, Otto. Lo spero anch'io.
Chi avesse assistito a questa scena nella nebbia
mattutina avrebbe visto quattro figure allontanarsi
l'una dall'altra simmetricamente, come un'immagine
che si dissolve nello specchio... Un uomo, Max, dal
cappotto e cappello nero che teneva al guinzaglio
una cagnetta dal pelo quasi bianco come la neve. Una
donna, Mary, con soprabito, sciarpa e berretto
candidi e immacolati che teneva al guinzaglio un
cane dal pelo corto, lucido e nero come la notte.
|
|
|